ONEGIN1999

SCHEDA FILM

ONEGIN

Anno: 1999 Durata: 106 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Martha Fiennes

Specifiche tecniche:-

Tratto da:TRATTO DAL ROMANZO IN VERSI: "EUGENE ONEGIN" DI ALEKSANDR PUSKIN

Produzione:ILEEN MAISEL, SIMON BOSANQUET

Distribuzione:IIF (1999)

ATTORI

Ralph Fiennes nel ruolo di Eugenio Onegin
Liv Tyler nel ruolo di Tatiana Larin
Martin Donovan nel ruolo di Principe Nikitin
Toby Stephens nel ruolo di Vladimir Lensky
Lena Heady nel ruolo di Olga Larin
Jason Watkins nel ruolo di Guillot
Alun Armstrong nel ruolo di Zaretsky
Francesca Annis nel ruolo di Katiuscia
Geoffrey McGivern nel ruolo di Andrej Petrovic
Gwenllian Da Vies nel ruolo di Anisia
Harriet Walter nel ruolo di Madame Larina
Irene Worth nel ruolo di Principessa Alina
Margery Withers nel ruolo di Nanja
Richard Bremmer nel ruolo di Diplomatico
Simon McBurney nel ruolo di Triquet
Tim McMullan nel ruolo di Dandy 1º
Tim Potter nel ruolo di Dandy 2º
 

MUSICHE

Fiennes, Magnus
 

MONTAGGIO

Clark, Jim
 

SCENOGRAFIA

Clay, Jim

TRAMA

TRAMA BREVE Eugenio Onegin, giovane annoiato ed egoista, si trasferisce in campagna e comincia a frequentare il mondo monotono e provinciale che lo circonda. Nonostante i suoi modi arroganti Onegin fa innamorare di se Tatiana. Ma l'uomo non sa amare. TRAMA LUNGA Nella Russia del primo '800, Eugenio Onegin, giovane facoltoso annoiato ed egoista, amato dal bel mondo di Pietroburgo, eredita una tenuta da uno zio e per qualche tempo deve trasferirsi in campagna. Colto ed elegante, Eugenio si sente lontano da quel mondo provinciale e riesce a fare amicizia solo con il poeta Lensky che gli presenta la famiglia Larin. Lensky è fidanzato con Olga, figlia minore dei Larin, e il loro rapporto sembra interessare Onegin. Tatiana, sorella di Olga, si innamora di Onegin e gli scrive una appassionata dichiarazione d'amore. Pur restandone turbato, Eugenio, incapace di amare, la respinge. Poi, forse per noia forse per gioco, decide di fare un dispetto a Lensky e, durante una festa a casa Larin, corteggia apertamente Olga. Lensky allora sfida l'amico a duello. Sia pure restio, Onegin infine si adegua, spara il colpo mortale e, subito dopo, stringe tra le braccia il corpo dell'amico morto. Quindi parte per un esilio volontario. Tornato sei anni dopo a Pietroburgo, trova Tatiana ora sposata con il cugino Nikitin e diventata signora del bel mondo. Una trasformazione che affascina Onegin il quale ora prova a riconquistarla. Ma Tatiana, pur amandolo ancora, resta fedele al marito.

CRITICA

"Quel che importa è che almeno in due delle scene del film (...) si allenti per un attimo quell'estetica del faccione che è la nemesi di una quantità di film tratti da classici della letteratura. Per il resto, tutti primi piani di Ralph Fiennes con l'occhio ceruleo e cappello a cilindro o della bella Liv Tyler e delle sue espressioni con cuffia e senza. Per portare sullo schermo il poema-romanzo di Aleksandro Puskin, l'ex 'paziente inglese' ha chiesto aiuto in famiglia: ha diretto il film la sorella Marhta, mentre il fratello magnus ha curato le musiche". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 novembre 1999) "Per portare sullo schermo il poema-romanzo di Aleksandro Puskin, l'ex 'paziente inglese' ha chiesto aiuto in famiglia: ha diretto il film la sorella Martha, mentre il fratello Magnus ha curato le musiche". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 novembre 1999) "Ralph Fiennes, che simpaticamente afferma di snobbare il botteghino, affronta una educata, rispettosa, appassionata rilettura del famoso 'Onegin' di Puskin, a duecento anni dalla sua nascita, interpretando magistralmente per misura espressiva un 'avaro' di sentimenti, un uomo 'superfluo' che si inserisce benissimo nella tradizione letteraria russa. Duelli, party nobili, apatia e noia di provincia, il tutto ben reso nelle calde atmosfere e nelle sfumature psicologiche da miss Martha Fiennes, la sorella, autrice di un allestimento in costume abbastanza sensuale per la presenza di Liv Tyler, un po' televisivo, ma nobile d'intenti nel catturare il pubblico a pene d'amor perdute e invano ritrovate". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 20 novembre 1999)

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