Oltre Rangoon1995

SCHEDA FILM

Oltre Rangoon

Anno: 1995 Durata: 97 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:SCOPE

Tratto da:-

Produzione:BARRY SPIKINGS, ERIC PLESKOW, JOHN BOORMAN

Distribuzione:COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO (WINNERS)

TRAMA

Laura Bowman, un medico, ha subito un terribile trauma: il marito Nick e il figlio Danny sono stati assassinati da un rapinatore.Per distrarla, nel 1988, la sorella Andy la convince a compiere un viaggio in Asia.A Rangoon, la capitale di Myanmar, durante una notte insonne, assiste ad una manifestazione studentesca contro il regime e vede la coraggiosa leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi affrontare inerme i soldati. Ma c'è il coprifuoco, ed al rientro trova un colonnello dell'esercito furioso con lei, che tra l'altro ha perduto il passaporto.Mentre la sorella e Jeremy Watt, il capo del gruppo dei turisti, partono, lei si reca all'ambasciata americana per ottenere il duplicato del passaporto; poi incontra U Aung Ko, un anziano birmano con una vecchia automobile, che la porta a vedere il paese.Il vecchio le fa visitare il monastero dove ha studiato da ragazzo e le fa conoscere i suoi ex studenti.Tra questi il leader della rivolta studentesca, Sein Htoo, già imprigionato e torturato; anche U Aung Ko fu imprigionato e privato dell'incarico. Poi da Rangoon arrivano notizie di una rivolta: U Aung Ko e Sein Htoo accompagnano Laura alla stazione: qui vedendo Sein ucciso e U Aung Ko ferito e malmenato, Laura scende dal treno e lo salva ottenendo un passaggio su una chiatta che trasporta bambù per la capitale.Durante una sosta, in un villaggio trova della penicillina per guarirlo ma è costretta ad uccidere un soldato che vuole stuprarla.Giunta a Rangoon, Laura cerca di entrare all'ambasciata, ma la polizia la riconosce e l'arresta.Liberata dai dissidenti trova rifugio con U Aung Ko su un camion, che deve avventurosamente superare posti di blocco, ed infine essere abbandonato.Dopo aver trovato ospitalità presso gli amici del professore (in un campo di guerriglieri ribelli al regime) decide con loro di espatriare in Thailandia: ora Laura potrà offrire i suoi servigi di medico.

CRITICA

"A sessantadue anni, il regista inglese John Boorman dirige il suo primo film direttamente politico, di denuncia militante: ma adotta uno stile così melodrammatico, primario, didattico, che nonostante l'impiego di Patricia Arquette 'Oltre Rangoon' ha soltanto un valore di testimonianza." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8/10/95) "Ispirato a un fatto realmente accaduto e riportato dalla stampa internazionale, 'Oltre Rangoon' permette al regista John Boorman (Un tranquillo week-end di paura, Excalibur, La foresta di smeraldo) di tornare ai temi prediletti: il viaggio iniziatico, la ricerca di sè attraverso prove fisiche e morali. Ma la manutenzione della protagonista, il messaggio politico-filosofico, il confronto fra due culture diverse, lo scontro violento fra la natura e ciò che viene normalmente definita la civiltà, non si amalgamano perfettamente, restando anzi in sottofondo: la regia privilegia così l'avventura e il comportamento dell'eroina, la quale si comporta come una novella Rambo, in cerca di prigionieri americani in Vietnam o come un John Wayne spaccatutto in Berretti Verdi." (Vittorio Spiga, 'Il Resto del Carlino', 10/10/95). "Strano film epico e ridondante, carico di dignità e di retorica: gli occhi spiritati e l'andatura ondulante di Patricia Arquette, lo sguardo di lei che erra nella città notturna, l'apparizione mistico-religiosa tra la folla di dimostranti della leader pacifista, la jungla melmosa, il senso intangibile del karma/destino che sfibra il malessere, il senso di "paura e tristezza", la dilatazione spazio-temporale d'un cinema che prova - non sempre riuscendovi - ad allargare gli stati di coscienza." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 12/10/95) "Quanti si ricordavano di Aung San Sun? Quanti occidentali sanno della tragedia birmana? 'Oltre Rangoon' viene a riempire questo vuoto. Riflette con chiarezza e giustificata parzialità la storia. Gli va perdonato il conformismo narrativo: il solito personaggio americano che entra nell'incubo della dittatura e decide la partecipazione attiva. Gli va perdonata la strumentalità emotiva: la protagonista, che è medico, esce dal lutto per la perdita del figlio e del marito entrando nell'avventura politica e salvando la vita di molte persone (Patricia Arquette, un po' glaciale, non aiuta). E' un film pulito e "dedicato bene": alla giustizia, alla democrazia, alla tolleranza." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 13/10/95)

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