Anno: 2018 Durata: 98 Origine: BELGIO Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Guillaume Senez
Specifiche tecniche:DCP
Tratto da:-
Produzione:IOTA PRODUCTION, LES FILMS PELLÉAS. IN COPRODUZIONE CON SAVAGE FILM
Distribuzione:PARTHÉNOS (2019)
Romain Duris | nel ruolo di | Olivier Vallet |
Laure Calamy | nel ruolo di | Claire |
Laetitia Dosch | nel ruolo di | Betty |
Lucie Debay | nel ruolo di | Laura Vallet |
Basile Grunberger | nel ruolo di | Elliot |
Lena Girard Voss | nel ruolo di | Rose |
Dominique Valadié | nel ruolo di | Joëlle |
Sarah Le Picard | nel ruolo di | Agathe |
Robbas Biassi-Biassi | nel ruolo di | L'ispettore del lavoro |
Nadia Vonderheyden | nel ruolo di | La psichiatra infantile |
Cedric Vieira | nel ruolo di | Paul |
Olivier è padre, marito e sindacalista. Quando un mattino la moglie Laura abbandona la famiglia senza lasciare alcuna traccia di sé, Olivier si vede costretto dall'oggi al domani a ripensare la quotidianità cercando di non venir meno al suo dovere lavorativo, al suo impegno politico ma anche, e soprattutto, al suo ruolo di padre.
"A volte, in un film dal tema e dall'impostazione apparentemente tradizionale, si vede al lavoro un regista che tratta la materia con tale eleganza e attenzione da trasformarlo in qualcosa di più. È il caso del nuovo film di Guillaume Senez, regista notevolissimo ma non abbastanza noto da noi (anche se aveva vinto il festival di Torino tre anni fa). La storia al centro di 'Le nostre battaglie' è semplice (...). Già dalla prima scena il gioco tra il personaggio e lo sfondo (il grande deposito sfocato alle sue spalle) mette sull'avviso: il film oltrepasserà il semplice realismo mostrando le emozioni di personaggi, le sfumature, in maniera fisica. La forza del regista emerge subito da come gestisce certi passaggi obbligati della sceneggiatura (...) evitando il legame meccanico tra crisi pubblica e privata. Non giudica i personaggi, e descrive le relazioni familiari in maniera precisa, vitale (bellissima la figura della sorella minore). Sono tante le spie di uno sguardo vero, senza esibizionismi, che trova i tempi e gli spazi giusti per ogni scena. La figlia di un operaio suicida viene mostrata per qualche secondo da sola durante la veglia, smarrita. Una collega del protagonista, nell'accoglierlo a casa sua, ha un sorriso disarmante, pieno di significati che scopriremo poco dopo. I bambini sono perfetti, mai stucchevoli, e in una scena dalla psicologa c'è un piccolo colpo di scena che poteva essere melodrammatico ma che risulta tanto più emozionante perché il regista lo filma tenendosi un passo indietro, senza calcare la mano. E anche il finale, a ripensarci, è un finale giusto. Come tutto il film." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 7 febbraio 2019) "Debutta la nuova economia, quella dei nuovi tempi moderni: l'imminente 'Valzer tra gli scaffali' racconta i lunghi corridoi di un ipermercato tedesco che sembra la Metro, mentre il magazziniere di 'Le nostre battaglie' lavora in grandi store di e-commerce che somigliano ad Amazon. (...) La bellezza inespressa del film sta proprio nel non mettere nulla tra virgolette, ognuno la pensi come vuole, ma il regista getta un sasso nello stagno, lasciando che la storia continui, che pubblico e privato giochino il loro match fino al bellissimo finale. La fortuna è che Romain Duris è un attore di rara sensibilità, che non conosce la retorica; che i due bambini siano di sconcertante verità e che Laetitia Dosch, sorella tata a tempo perso, faccia una luminosa comparsata in questo ménage di ordinaria amministrazione che nasconde la gemma misteriosa dello straordinario." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 febbraio 2019) "Si inserisce nel filone naturalistico del cinema dei fratelli Dardenne l'opera seconda del quarantenne Guillaume Senez, anche lui belga, ma in 'Nos batailles' - premio Cipputi a Torino - riscontriamo un tratteggio intimista più accentuato, venato di spunti femminil-femministi non sappiamo quanto attribuibili alla penna della co-sceneggiatrice del film, Raphaelle Desplechin, sorella del regista Artaud. Comunque, pur ben evidenziate, le tematiche sociali ottengono risalto soprattutto in virtù del modo con cui si intrecciano alle dinamiche interiori del protagonista. (...) In realtà Olivier è un po' troppo idealizzato a fronte di altri personaggi che restano troppo evanescenti, ma Senez mostra bella sensibilità nel cogliere credibili attimi di vita e di affetti; e Duris conferisce al protagonista una vena sentimentale che non scade mai in sentimentalismo." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 7 febbraio 2019) "(...) Un film profondo, che ben tratteggia le psicologie dei suoi personaggi e che si appoggia sulla solida interpretazione del bravissimo Romain Duris. Un'altra perla francese." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 7 febbraio 2019)
Incasso in euro