SCHEDA FILM

NON SENZA MIA FIGLIA

Anno: 1991 Durata: - Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:TRATTO DAL ROMANZO AUTOBIOGRAFICO DI BETTY MAHMOODY

Produzione:HARRY J. UFLAND E MARY JANE UFLAND

Distribuzione:I.I.F.

TRAMA

Nel 1984 Betty Mahmoody vive nel Michigan con la piccola Mahtob ed il marito Moody. Questi è un medico iraniano che da venti anni si è integrato negli Stati Uniti, anche se a volte i colleghi ironizzano sulla sua pelle molto scura e le sue capacità professionali. Poichè lui, dopo dieci anni di assenza da Teheran, insiste per andare a visitare i suoi e far loro conoscere moglie e figlia - sebbene l'Iran sia in piena guerra - Betty acconsente. Un nugolo di congiunti li attende all'aeroporto con fiori e feste, ma il clima fa presto a cambiare. Betty e la piccola devono, come d'uso, prendere i pasti con le donne di casa; c'è la grossa difficoltà della lingua; l'americana deve portare lo chador. Ma ecco improvvisa la trasformazione di Moody: da padre e marito affettuoso, appena rimesso piede in famiglia egli diventa un altro, per Betty quasi uno sconosciuto, che le impone umiliazioni, diventando despota e manesco e, qualche giorno dopo l'arrivo, l'uomo finisce con il rivelare le proprie vere intenzioni: tutti e tre resteranno in Iran per sempre. Betty è atterrita da un progetto del genere, che presenta tragiche prospettive per lei e per Mahtob, ma Moody non intende ragioni. La donna, alla quale è estremamente difficile di uscire, controllata com'è dal parentado, riesce a contattare l'ambasciata Svizzera (che si occupa anche dei cittadini americani), ma qui apprende che, secondo la legislazione iraniana, mai potrà ripartire insieme alla bambina, che intanto il malfido e invasato genitore ha iscritto ad una scuola islamica. Di Betty e Mahtob si occuperà un oppositore del regime dell'ayatollah, in modo che, grazie a gente fidata e pagata ed ai Curdi delle montagne, esse potranno infine raggiungere con un avventuroso viaggio, l'ambasciata Americana in Turchia e da qui rientrare nel Michigan.

CRITICA

Melodramma avventuroso, simpaticamente propagandista. Nulla di scandaloso. Né meglio né peggio di altre (meno dichiarate) produzioni d'oltreoceano. (Fabio Bo, Il Messaggero) Non ci sono sfumature, tutto è proposto con aspri accenti manichei ed anche se la storia, realmente accaduta, molti, punti con la realtà e il verosimile li ha mantenuti. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)

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