SCHEDA FILM

Non c'è pace tra gli ulivi

Anno: 1950 Durata: 100 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO, SOCIALE

Regia:Giuseppe De Santis

Specifiche tecniche:FERRANIA PANCRO C7

Tratto da:Testo di Gianni Puccini

Produzione:DOMENICO FORGES DAVANZATI PER LUX FILM

Distribuzione:LUX - PANARECORD (CLASSICI DEL CINEMA ITALIANO)

ATTORI

Raf Vallone nel ruolo di Francesco Dominici
Lucia Bosé nel ruolo di Lucia Silvestri
Folco Lulli nel ruolo di Agostino Bonfiglio
Maria Grazia Francia nel ruolo di Maria Grazia Dominici
Dante Maggio nel ruolo di Salvatore Capuano
Michele Riccardini nel ruolo di Maresciallo
Vincenzo Talarico nel ruolo di Avvocato difensore di Francesco
Piero Tordi nel ruolo di Don Gaetano Bertarelli
Angelina Chiusano nel ruolo di Madre di Agostino
Attilio Torelli
Giacomo Sticca
Giovanni Paparella
Giuseppina Corona
Maddalena Di Trocchio
Tommaso Di Gregorio
Vincenzo Jannone
Vincenzo Vaticone
 
 

MONTAGGIO

Varriale, Gabriele
 

SCENOGRAFIA

Egidi, Carlo
 

COSTUMISTA

Gobbi, Anna

TRAMA

Francesco Dominici, tornato dalla guerra, cerca invano lavoro. Una notte, aiutato dalla sua innamorata, Lucia e dalla sorella, Maria Grazia, ruba delle pecore ad Agostino Bonfiglio, un pastore arricchitosi durante la guerra, che si dice abbia rubato, tempo prima, le pecore di Francesca. Francesco viene denunciato ed arrestato. I testimoni, chiamati in causa, vengono sopraffatti o comprati da Agostino e Francesco viene condannato a quattro anni. Agostino vorrebbe sposare Lucia, ma il matrimonio va a monte per l'intromissione di Maria Grazia, alla quale Agostino ha usato violenza. Francesco evade dalla prigione con un compagno. Inseguito dai carabinieri, viene salvato da Lucia, della quale diviene l'amante. Mentre i carabinieri danno la caccia a Francesco, questi va in traccia d'Agostino, che temendone la vendetta ha cercato di farlo assassinare. Agostino fugge, trascinandosi dietro Maria Grazia e le pecore. Maria Grazia viene brutalmente strangolata da Agostino, che accecato dalla paura, precipita in un burrone. Francesco si consegna ai carabinieri, fidando nella revisione del processo e nell'assoluzione.

CRITICA

"Dopo 'Riso amaro', opera decisamente sbagliata nonostante i suoi aspetti positivi, si attendeva 'Non c'è pace tra gli ulivi' come una riparazione. De Santis ha superato solo in parte la sua prova d'ottobre [...]. [...] Nella prima parte del film l'ambiente aspro e primitivo della pianura ciociara è descritto con misura e con tocchi fortemente realistici. Risulta chiaro che mentre 'Riso amaro' falliva del tutto nella rappresentazione dei suoi temi, 'Non c'è pace tra gli ulivi' raggiunge, in questo senso, una maggiore consistenza, pur dovendo registrare [...] alcuni gravi difetti di struttura che in definitiva ne appesantiscono lo stile e ne rendono meno immediato l'assunto: un assunto di solidarietà umana e di comprensione per i problemi degli abitanti di quella regione ancora arretrata e impervia [...]. In alcuni punti si ha addirittura la sensazione che i personaggi agiscano più come fantocci che come uomini animato da sentimenti autentici e da passioni reali". (Vice, "Cinema", 49, 1° novembre 1950).

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