Anno: 2010 Durata: 85 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DOCUMENTARIO, MUSICALE
Regia:Piergiorgio Gay
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:-
Produzione:LIONELLO CERRI, VALERIO DE PAOLIS, NICO COLONNA E CLAUDIO MAIOLI PER LUMIERE & CO, BIM DISTRIBUZIONE IN COLLABORAZIONE CON FONDAZIONE SMEMORANDA E RISERVAROSSA
Distribuzione:BIM
Luciano Ligabue | nel ruolo di | Se stesso |
Giovanni Soldini | nel ruolo di | Se stesso |
Stefano Rodotà | nel ruolo di | Se stesso |
Carlo Verdone | nel ruolo di | Se stesso |
Paolo Rossi | nel ruolo di | Se stesso |
Margherita Hack | nel ruolo di | Se stessa |
Fabio Volo | nel ruolo di | Se stesso |
Beppino Englaro | nel ruolo di | Se stesso |
Umberto Veronesi | nel ruolo di | Se stesso |
Javier Zanetti | nel ruolo di | Se stesso |
Don Luigi Ciotti | nel ruolo di | Se stesso |
Sabina Rossa | nel ruolo di | Se stessa |
Luciana Castellina | nel ruolo di | Se stessa |
Annalisa Casartelli | nel ruolo di | Se stessa |
Giulia Ranzani | nel ruolo di | Se stessa |
Daisy Spoldi | nel ruolo di | Se stessa |
Luca Morabito | nel ruolo di | Se stesso |
Gemmi Sufali | nel ruolo di | Se stessa |
Giuliana Valentino | nel ruolo di | Se stessa |
Silvia Andreetta | nel ruolo di | Se stessa |
Roberta Maggio | nel ruolo di | Se stessa |
Mattia Muratore | nel ruolo di | Se stesso |
Daniela Cammarella | nel ruolo di | Se stesso |
Valeria Rimoldi | nel ruolo di | Se stessa |
Marianna Di Pietro | nel ruolo di | Se stessa |
Film sull'identità nazionale nell'epoca delle 'passioni spente', della crisi radicale della politica, in senso lato. In modo non ideologico, ma attraverso le storie personali di uomini e donne comuni, di personaggi noti e dello stesso Ligabue, il film offre una panoramica su come siamo e come eravamo, da dove veniamo e quale Paese siamo diventati oggi.
"Da zero a dieci. Da regista inventato, e mai definitivamente nato, a colonna sonora portante di un docu sul come eravamo noi italiani prima che diventassimo tutti Io. Luciano Ligabue ce le canta e ce le suona diretto da Piergiorgio Gay, tornato ottimo documentarista (si sente che è stato svezzato da Olmi) in pausa di riflessione lunga otto anni dall'ultimo film 'La forza del passato'. E' 'Niente paura', presentato a Venezia Fuori Concorso insieme ad altri ricordi di una nazione. (...) Tema di fondo: la proprietà del paese. Di chi è? Dei cittadini o dei governanti? Di una collettività rappresentata o del singolo egoista? Così, il garbato doc di Gay sarà ricordato come l'ennesima testimonianza di un momento di disgusto, socialmente trasversale, nei confronti dell'attuale classe politica. La paura fa 2010. Anche se Ligabue prova a tirarci su il morale."(Francesco Alò, 'Il Messaggero', 17 settembre 2010) "Un film politicamente corretto, fin troppo, che pratica la via del documentario in modo originale anche se non sempre gli equilibri in campo sono parimenti in sintonia e di egual peso: da un lato il filo sincero ma esile delle canzoni, dall'altro la strage alla stazione di Bologna, l'assassinio di Falcone e Borsellino, la morte di Eluana Engiaro. Non sempre c'è un rapporto di causa effetto che a volte sembra forzato. (...) Il film ipotizza ed indica senza reticenze nel senso vietato della circolazione delle idee oggi affidata alla virtualità sempre più servile della tv, la crisi di democrazia che si porta dietro la crisi di valori e l'amoralità diffusa. Basterà un hit? Certo non manca a Gay, cineasta di rigore, quel certo ottimismo della volontà a correzione del pessimismo della ragione che sentiamo tutti nel momento della politica del dito medio e che la simpatia musical-umana di Ligabue aiuta a sciogliere in un documento che teniamo a futura memoria." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 17 settembre 2010) "'Niente paura' di Piergiorgio Gay, regista convinto che 'la musica popolare può raccontare l'Italia'. D'altronde, il Liga è quello che chiude i concerti con la buona notte a tutti quelli che vivono in questo Paese ma che non si sentono in affitto, perché questo paese è di chi lo abita e non di chi lo governa'. Dal Fuori concorso veneziano alla sala, un doc poco rock che interroga la meglio Italia da don Ciotti a Stefano Rodotà, da Giovanni Soldini a Carlo Verdone e la lega alle canzoni e memoria, memoria personale e memoria collettiva. Fin qui tutto bene, o quasi - non sono solo canzonette? Ma il problema di questo messaggio positivo è il messaggero: quelle del rocker di Correggio sono in realtà note a margine, di un ospite inatteso se non, addirittura, inviso alla drammaturgia del film. Se non manca genuina e civile emozione da Falcone e Borsellino agli albanesi della Vlora, passando per i 'campi di concentramento culturale' di Paolo Rossi il Liga è l'anello che non tiene, la guest star che non brilla." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 settembre 2010)
Incasso in euro