Nico,19882017

SCHEDA FILM

Nico,1988

Anno: 2017 Durata: 93 Origine: BELGIO Colore: C

Genere:BIOGRAFICO

Regia:Susanna Nicchiarelli

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:MARTA DONZELLI, GREGORIO PAONESSA, JOSEPH ROUSCHOP, VALÉRIE BOURNONVILLE PER VIVO FILM, CON RAI CINEMA E TARANTULA, IN CO-PRODUZIONE CON VOO, BE TV

Distribuzione:I WONDER PICTURES (2018)

ATTORI

Trine Dyrholm nel ruolo di Nico
John Gordon Sinclair nel ruolo di Richard
Anamaria Marinca nel ruolo di Sylvia
Sandor Funtek nel ruolo di Ari
Thomas Trabacchi nel ruolo di Domenico
Karina Fernandez nel ruolo di Laura
Francesco Colella nel ruolo di Francesco
Calvin Demba
 

SCENEGGIATORE

Nicchiarelli, Susanna
 

MUSICHE

Gatto Ciliegia
 

MONTAGGIO

Cravero, Stefano

TRAMA

Christa Päffgen, in arte Nico, è stata una delle più importanti icone pop del secolo scorso. Famosa modella negli anni Sessanta, habituée della Factory di Andy Warhol, cantante del gruppo musicale Velvet Underground e musa di Lou Reed, che nell'ultima parte della sua vita intraprende la carriera di solista girando per l'Europa e interpretando i suoi brani con una band inglese. Il film, ambientato tra Parigi, Praga, Norimberga, Manchester, nella campagna polacca e il litorale romano, racconta gli ultimi tour di Nico e della band negli anni Ottanta: anni in cui la "sacerdotessa delle tenebre", così veniva chiamata, ritrova sé stessa, liberandosi del peso della sua bellezza e ricostruendo un rapporto con il suo unico figlio dimenticato. È la storia di una rinascita, di un'artista, di una madre, di una donna oltre la sua icona.

CRITICA

"Il film di Susanna Nicchiarelli sorprende fin dalla scelta di un soggetto così antiretorico (la tournée raccontata nel film è disseminata di macerie autentiche e metaforiche) e sa emozionare grazie alla straordinaria interpretazione della danese Trine Dyrholm, che non solo canta in prima persona ma sa far emergere la tormentata complessità di una donna che non rimpiangeva il passato ma cercava un diverso futuro." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 31 agosto 2017) "(...) un film italiano, pienamente europeo e non solo perché parlato in inglese e perché attraversa vari paesi. (...) non si tratta di un biopic tradizionale, e viene subito smontata anche la mitologia del rock. Senza essere mai troppo insistito, a tratti immergendosi nel personaggio, a tratti allontanandosene in maniera critica, 'Nico, 1988' racconta in realtà l'Europa del dopoguerra al tramonto. È proprio questo il cuore del film, ciò che lo rende appassionante anche per chi non sa molto delle vicende narrate: il ritratto di una banda di relitti, che porta con sé il fallimento di una generazione, e attraversa il grigiore dell'Europa dell'Est e dell'Ovest un attimo prima che tutto cambi. (...) E se in lontananza riemergono i fantasmi di una nascita già tragica di quest'Europa, coi flashback di Nico bambina che osserva Berlino bombardata, i decenni appena trascorsi della creatività, della libertà e dell'utopia sono evocati invece solo nei lampi delle immagini d'epoca girate da Jonas Mekas, grande filmmaker underground lituano-newyorchese. Con una crescita sbalorditiva rispetto ai primi due film ('Cosmonauta' e 'La scoperta dell'alba'), Nicchiarelli mostra un controllo impeccabile della messinscena (inquadrature mai troppo composte, pochi movimenti di macchina che spiccano per intensità, riprese sempre intelligenti dei concerti), offre una ricostruzione d'ambiente convincentissima, per piccoli tocchi, e gestisce un ottimo cast di attori, tra cui spicca ovviamente la protagonista Trine Dyrholm (... ), che canta le canzoni di Nico, ri-arrangiate dalla band Gatto ciliegia contro il Grande Freddo." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 31 agosto 2017) "Nicchiarelli (...) mescola con sapienza le ricerche, anni di documentazione - con ringraziamento per l'aiuto prezioso a Ari Paflgen - a una dimensione narrativa molto fluida: cosa è reale e cosa è romanzesco poco importa (...) perché l'immagine di questa donna, guerriera anche quando vomita la «rota» sul ciglio della strada, è densa e forte, capace di capovolgere anche le rappresentazioni di «genere», con cui si ripercorrono le grandi figure dei musicisti. Nicchiarelli entra nelle crepe, laddove si consumano le tensioni di una figura pubblica, il rapporto con la propria immagine, la memoria, le etichette. Ma anche le più «normali» paure quotidiane, specie per una donna, invecchiare, il corpo, la bellezza. E la leggenda diventa quotidiano, il sentimento emozionante di un cinema che sa essere libero e seguire il proprio desiderio." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 31 agosto 2017) "Il cuore di 'Nico, 1988' è nella performance straordinaria della protagonista Trine Dyrholm, scarmigliata, tormentata, dispotica, ma anche carica di un'energia creativa (...). Impresa pienamente riuscita. 'Nico, 1988' non ha niente a che fare con il classico biopic. Eppure, fotografando solo uno spezzone dell'esistenza della protagonista, regista e protagonista riescono a offrirne il ritratto più fedele." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 31 agosto 2017) "Dopo lo sciagurato 'La scoperta dell'alba' (...) ritrova la vena dell'esordio 'Cosmonauta' e si migliora, filmando un road movie sulle orme dell'artista-cantante Nico (...) interpretata alla grande da Trine Dyrholm. (...) Nicchiarelli non ricalca la storia, reinventa, si riappropria di Christa/Nico, come Trine fa - splendidamente - dei suoi pezzi. Servirebbe più sporcizia, più dolore, ma c'è misura, perfino sentimento." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 31 agosto 2017) "Immensa la prova attoriale della danese Trine Dyrholm, attrice feticcio di Susanne Bier e Thomas Vinterberg. (...) un'altra cineasta di cui essere orgogliosi al secolo Susanna Nicchiarelli. La regista che ha trovato l'anima di Nico e l'ha filmata in tutto il suo struggente squallore." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 31 agosto 2017) "Un film sul diventare vecchi e accettare il tempo che passa, ciò che resta con noi e ciò che resta indietro, sull'essere un simbolo e insieme una donna normale. Anche se sembra più una successione di episodi, «Nico 1988» ha una sua anima, soprattutto grazie alla bravissima protagonista Trine Dyrholm (...)." (Nicola Falcinella, 'L'Eco di Bergamo', 31 agosto 2017) "(...) più che un bio pic tipo 'The Rose' (Joplin), è un'analisi della vita contro il rock, della musica contro la realtà, un omaggio incredibile evitando stereotipi. Accanto al manager (John Gordon Sinclair), domina il racconto dalla prima all'ultima sequenza Trine Dyrnholm, attrice danese di vera, febbrile, inquietudine." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 12 ottobre 2017) "(...) pellicola biografica, ottimamente diretta dalla nostra talentuosa Susanna Nicchiarelli (...). Film intenso, grazie anche allo spessore e alla bravura della protagonista Tryne Dyrholm." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 12 ottobre 2017) "Tryne Dyrholm è una sconvolgente protagonista e Susanna Nicchiarelli è certamente degna di budget da serie A." ('Libero', 12 ottobre 2017)

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