Mortdecai2015

SCHEDA FILM

Mortdecai

Anno: 2015 Durata: 107 Origine: USA Colore: C

Genere:AVVENTURA

Regia:David Koepp

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA XT/RED EPIC, ARRIRAW (2.8K)/REDCODE RAW (5K), 2K/PANAVISION, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:romanzo omonimo di Kyril Bonfiglioli (ed. Piemme)

Produzione:CHRISTI DEMBROWSKI, JOHNNY DEPP, ANDREW LAZAR, PATRICK MCCORMICK, GIGI PRITZKER PER INFINITUM NIHIL, MAD CHANCE PRODUCTIONS, ODDLOT ENTERTAINMENT

Distribuzione:ADLER ENTERTAINMENT

ATTORI

Johnny Depp nel ruolo di Charlie Mortdecai
Gwyneth Paltrow nel ruolo di Johanna Mortdecai
Ewan McGregor nel ruolo di Alistair Martland
Olivia Munn nel ruolo di Georgina Krampf
Paul Bettany nel ruolo di Jock Strapp
Aubrey Plaza
Jeff Goldblum nel ruolo di Milton Krampf
Jonny Pasvolsky nel ruolo di Emil Strago
Michael Culkin nel ruolo di Sir Graham
Oliver Platt
Ulrich Thomsen nel ruolo di Romanov
Alec Utgoff nel ruolo di Dmitri
Carly Steel
Rob de Groot nel ruolo di Vladimir
Guy Burnet nel ruolo di Maurice
Paul Whitehouse nel ruolo di Spinoza
Norma Atallah nel ruolo di Bronwen
Michael Byrne nel ruolo di Il Duca
Ricky Champ nel ruolo di Sergei
Colette O'Neil nel ruolo di La Duchessa
 
 

SCENEGGIATORE

Aronson, Eric
Koepp, David
 

SCENOGRAFIA

Merifield, James
 

COSTUMISTA

Myers, Ruth

TRAMA

Il signor Charlie Mortdecai è un brillante e carismatico aristocratico inglese sull'orlo del lastrico - occasionalmente mercante d'arte - innamorato della sua incantevole moglie, ma anche del lusso più sfrenato, del brandy e dei suoi baffi. Mortdecai non si ferma di fronte a nulla pur di ottenere quello che vuole; ed è per questo che, armato solo del suo fascino e della sua bellezza, si recherà in giro per il mondo cercando di gestire un branco di russi inferociti e i servizi segreti inglesi, in una corsa contro il tempo per recuperare un dipinto rubato che dovrebbe contenere il codice di accesso a un conto bancario in cui è stato depositato l'oro dei Nazisti...

CRITICA

"Tutto impregnato di humour britannico, ma come lo immaginano gli americani, il film è un petardo bagnato, assai poco divertente. Il vero problema, però, è Johnny Depp, ormai definitivamente sotto la maledizione di Jack Sparrow ('Pirati dei Caraibi'), personaggio che lo ha reso una superstar, ma ha anche innescato in lui un processo di metamorfosi che ¿ da Willy Wonka a Sweeney Todd, al Cappellaio Matto ¿ sembra premettergli di impersonare solo caricature. Qui gesticola, si pettinai baffi e fa smorfie senza concedere un attimo di tregua." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 17 febbraio 2015) "Portando sullo schermo il personaggio della serie di romanzi di Bonfiglioli (ed. Piemme), con 'Mortdecai' il regista David Koepp si assume la responsabilità di dare una mazzata alla carriera di Johnny Depp. Qui è negli imbarazzanti panni di un trafficante d'arte (...), ma il tono è a mezzo tra la Pantera Rosa e James Bond e l'attore si limita a una serie di gag insopportabili sui suoi decorativi baffi (...). Ma tutto è prevedibile, instabile, alla ricerca di quella scomparsa leggerezza di tempo, sostituita da una serie di battute e situazioni dozzinali, in decor e viaggi di un lungo inutile tour." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 19 febbraio 2015) "No, non ci siamo. Johnny Depp sa essere un attore eccellente e in quanto a personalità fuori standard ne ha da vendere. Però non si contano più le sue performance sbracate in reiterati one-man-show stucchevoli e rimpinzati di istrionismi e smorfiacce alla Jack Sparrow, talvolta spacciati per cinema d'autore come in «The Lone Ranger». Nel caso di «Mortdecai» non crediamo che la suddetta qualifica possa risultare spendibile, anche se all'origine ci sono i romanzi (in Italia edizioni Piemme) di Kyril Bonfiglioli (...). Pur con l'occhio rivolto alle commedie giallo-rosa anni Trenta e Quaranta, regista e mattatore mancano il bersaglio, sprecano l'arruolamento nel cast del bravo McGregor, abbozzano un duello a distanza con le gag e i dialoghi delle sublimi disavventure dell'ispettore Clouseau di Sellers e ovviamente finiscono ko a scapito del pubblico." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 19 febbraio 2015) "Nella personificazione di Johnny Depp, Mortdecai vanta un paio di baffi a manubrio cui non intende rinunciare anche se la moglie Johanna (Gwyneth Paltrow), personaggio aggiunto per assicurare un vago risvolto rosa, non li gradisce affatto. Ogni volta che il marito le sfiora il viso con le labbra irsute a lei viene da vomitare, e lui ha un conato di riflesso: una stilizzata scenetta che si ripete a mo' di tormentone, producendo un effetto comico fra i pochi messi davvero a segno dal film. In realtà, questi baffi ostentati e ottocenteschi sono in linea con il gusto retrò di una pellicola che si rifà al modello delle commedie britanniche Anni '50/'60, tipo quelle con Terry Thomas o Peter Seller/ Ispettore Cluzot, senza riuscire a ritrovarne la fresca voglia di divertimento. Un poco memore del suo fascinoso quanto infido Pirata dei Caraibi - ma anche, secondo gli informati giornali inglesi, imitando i manierismi del comico tv Paul Whitehouse - Depp interpreta un Mortdecai da fumetto (...). Rimbalzando da Londra a Mosca agli Usa, l'avventura termina in un fuoco incrociato di doppi giochi che il regista David Koepp impagina con un certo smalto ma scarsa effervescenza. Non è tanto un problema che nel film vada perduto il tessuto di citazioni, da Robert Browning a Baudelaire, che costellano umoristicamente il libro. Il problema è un protagonista che resta unidimensionale, un divo affettato e come dimentico dell'importanza del fattore umano." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 19 febbraio 2015) "Dalla saga di Kiryl Bonfiglioli, ecco 'Mortdecai', che nelle intenzioni di Depp avrebbe dovuto aggiungere un altro ruolo iconico e 'larger than life' alla galleria dei Jack Sparrow, Edward Mani di forbice, Ed Wood e Willy Wonka? Ebbene, scordatevelo: Johnny è abulico, il personaggio eponimo un po' hipster, un po' dandy e tanto fastidioso, la storia esanime, viceversa, lo stile è tanto istrionico quanto inconsulto. Per finire, David Koepp giochicchia tra la Pantera Rosa e il Wes Anderson dei poveri: serve altro?" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 19 febbraio 2015) "Piacerà. Anzi divertirà francamente a patto che vi scordiate il motivo principale per cui 'Mortdecai' è stato messo in cantiere: fornire a Johnny Depp un'altra occasione di buffoneria dopo 'I pirati dei Caraibi' e 'The Lone Ranger'. Beh, in 'Mortdecai' Depp è insistito e stucchevole come nei peggiori Sparrow. L'unica ragione per cui a Johnny potrebbe essere evitato un ulteriore flop è la presenza in cabina di regia (e naturalmente di sceneggiatura) di David Koepp. David ('Mission Impossible') alle prese con non indifferenti handicap (Depp e romanzi non facilmente traducibili sullo schermo) ha saggiamente dato alla vicenda una pedalata alla 'Pantera rosa' (un eroe imbecille in grado proprio per l'imbecillità di sconvolgere ogni congiura). E quindi tante gag, tanti colpi di scena (se ci fosse ancora Blake Edwards buonanima direbbe «bravo» a Koepp). E poi molto spazio, e giusto colore ai personaggi di contorno. Paul Bettany nei panni del muscolare Jeeves è per la prima volta simpatico in vita sua. Gwyneth Paltrow riesce (era ora) a non essere leziosa perché il monopolio del lezio se lo prende Depp. E soprattutto Johnny Pasvolsky owero Strago, lo psicotico terrorista (forse la prima volta in assoluto che un bombarolo è spassoso su uno schermo)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 19 febbraio 2015) "Dalle pagine punk di Kyril Bonfiglioli alle immagini scialbe di David Koepp. Mortdecai (...) diventa in questo sconclusionato 'spy movie' più scemetto che effervescente il solito guascone interpretato da Johny Depp quando è in vena di frizzi e lazzi. (...) Paul Bettany; la cosa migliore del film (...) Ewan McGregor ben più moscio rispetto alla nemesi su carta dell'eroe. Depp vorrebbe citare quel tipo di personaggio sciocco ma indistruttibile alla Peter Sellers de 'La pantera rosa' con un omaggio esplicito anche all'altezzoso Terry-Thomas di 'Mani sulla luna' (il divo sfoggia un bel buco in mezzo ai denti proprio in onore del celebre caratterista inglese), ma non c'è niente da fare: nelle sue mossette e faccine c'è sempre lo spettro del pirata dei Caraibi Jack Sparrow. Il tono del film poi è sbagliato (l'azione è inverosimile e la comicità sgradevole) così come manca totalmente chimica tra Depp e Paltrow. (...) Il peggiore tra i sei film diretti dal bravo sceneggiatore di 'Carlito's Way', 'Jurassic Park' e 'Spider-Man'. Di solito Koepp è anche un pagatissimo 'script doctor' chiamato non accreditato ad aggiustare copioni difettosi altrui. Stavolta quell'aiuto sarebbe servito a lui." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 19 febbraio 2015) "Qualcuno salvi Johnny Depp da se stesso, dalla sua incapacità di slegarsi da quel repertorio irritante di smorfiette e faccette che gli sta facendo collezionare un flop dietro l'altro. Con 'Mortdecai' (...) siamo al quinto patatrac consecutivo e, quel che è peggio, mai con numeri così negativi. Costata sessanta milioni di dollari, la pellicola ha incassato, al suo debutto negli Usa, solo 4,1 milioni rispetto ai dieci attesi, con la critica che ci ha messo del suo assegnandole, in anticipo, il «premio» di peggior film del 2015. Del resto, il Mortdecai protagonista dei romanzi di Kyril Bonfiglioli (...) è uno spregiudicato e affascinante truffatore, ben lontano dal similidiota tratteggiato nel film. (...) una serie di gag infantili, costruite troppo artificialmente, che alla lunga stancano, non possedendo, ad esempio, la stessa cattiveria di un film dei Farrelly. Si salva il solo Paul Bettany, nei panni dell'assistente stoico e senza paura. Il problema di fondo, però, è Johnny Depp. Bastano cinque minuti di pellicola per aver la sensazione di vedere Jack Sparrow, catapultato con un viaggio del tempo ai giorni nostri, vestire i panni di questo dandy vigliacco e provocatore. Fermatelo." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 19 febbraio 2015) "Bond, 007 ex post: si torna agli anni sessanta british di vecchie Rolls e battute di caccia, ma siamo tra grattacieli inglesi e americani oggi, fotografia lucida e un po' retro. (...) Si gira un po' a vuoto tra improbabili intrighi, satiriche visioni pittoriche e battute fiacche. Difficile capire perché sta disperdendo talento e personalità Johnny Depp in un ruolo che, pur dedicato e scritto su misura (...), lo costringe a fissarsi sulla macchietta invece che su un vero personaggio, a meno che non credano, lui e il regista, che per fare sfumature e congegno postmoderno basta atteggiarsi." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 20 febbraio 2015)

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