Momenti di Trascurabile Felicit?2018

SCHEDA FILM

Momenti di Trascurabile Felicità

Anno: 2018 Durata: 93 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Daniele Luchetti

Specifiche tecniche:DCP

Tratto da:liberamente dai libri "Momenti di trascurabile felicità" e "Momenti di trascurabile infelicità" di Francesco Piccolo (Ed. Einaudi)

Produzione:BEPPE CASCHETTO PER IBC MOVIE, RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION (2019)

ATTORI

Pierfrancesco Diliberto nel ruolo di Paolo Pif
Thony nel ruolo di Agata
Renato Carpentieri nel ruolo di Impiegato Paradiso
Angelica Alleruzzo nel ruolo di Aurora
Francesco Giammanco nel ruolo di Filippo
Vincenzo Ferrera nel ruolo di Carmine
Franz Santo Cantalupo nel ruolo di Giuseppe
Manfredi Pannizzo nel ruolo di Filippo
 
 

SCENEGGIATORE

Luchetti, Daniele
 
 

MONTAGGIO

Di Mauro, Claudio
 

SCENOGRAFIA

Maffucci, Marta
 

TRAMA

Lo yoga e l'Autan non sono in contraddizione? La luce del frigorifero si spegne veramente quando lo chiudiamo? Perché il primo taxi della fila non è mai davvero il primo? Perché il martello frangi vetro è chiuso spesso dentro una bacheca di vetro? E la frase: ti penso sempre, ma non tutti i giorni, che sembra bella, è davvero bella? A queste, e ad altre questioni fondamentali, cerca di dare una risposta Paolo (Pif), cui rimangono solo 1 ora e 32 minuti per fare i conti con i punti salienti della sua vita.

CRITICA

"'Momenti di trascurabile felicità' e 'Momenti di trascurabile infelicità' sono due libri gemelli di Francesco Piccolo, raccolte di piccoli frammenti di vita quotidiana sui quali l'autore si sofferma con attenzione affettuosa. Piccolo e Luchetti hanno messo su un filo di trama da punteggiare con brani dei due libri (...) Le osservazioni e gli episodi vengono cuciti insieme dalla voce narrante di Pif, sullo sfondo di una Palermo anodina (piccola curiosità: è una delle poche commedie romantiche girate nella città, le cui location sembrano ispirare piuttosto la tragedia o il grottesco). Messi in immagini, il flash narrativi di Piccolo, che sulla pagina sono spesso acuti, fanno un effetto di accumulo e svelano una curiosa somiglianza con gli sketch degli youtuber, che spesso sono proprio sketch sulle piccole noie e bizzarrie quotidiane: potrebbero intitolarsi "Cosa succede quando monti un soppalco in casa", "Perché le donne restano sempre senza assorbenti?", e così via. E quando l' apologia delle piccole gioie e idiosincrasie si chiude, sfocia nello stucchevole, con montaggi di vita di famiglia sulle quali ci si aspetta di vedere comparire da un momento all' altro il logo di una compagnia di assicurazioni. Ma soprattutto il film svela un versante ideologico significativo: punta all' auto-riconoscimento di un ceto medio-alto, in crisi e un po' spaurito, con esplicita volontà di consolazione: "va bene così", sembra dirci, "siamo tutti sulla stessa barca", in un' apologia del mondo così com' è. Le piccole cose della vita ci fanno tutti uguali, e sono anzi la vita stessa. La borghesia colta che qualche tempo fa si proclamava "ceto medio riflessivo", si vede come il centro del mondo. Il tono dolceamaro finisce paradossalmente per diventare soffocante, chiuso in un privato tutto sentimentale, senza inquietudini che non sembrino già risolte in partenza; in fondo senza sorprese." ('La Repubblica', 14 marzo 2019) "Chi ha letto i due brillanti trattatelli esistenzial-filosofici di Francesco Piccolo (Einaudi), sa che i momenti di trascurabile felicità e infelicità dei titoli rappresentano metaforicamente il tessuto di cui è imbastita la vita. A quattro mani con l' autore stesso, che del resto è un noto sceneggiatore ( Il caimano, Il capitale umano ), Daniele Luchetti ha tradotto sullo schermo questo divertente catalogo di frammenti rifacendosi a un espediente alla base di certi classici del cinema americano quali Il cielo può attendere , o meglio ancora L' inafferrabile Signor Jordan , dove un defunto torna sulla terra per via di un errore di calcolo lassù in Paradiso. (...) L' idea di un effimero teatrino umano messo in rapporto al suo ineluttabile atto conclusivo, ovvero la morte, poteva risolversi in farsa o in melodramma, ma Luchetti con sicuro talento di regia realizza una commedia al contempo lieve e densa. Nella cifra intimista a lui congeniale, e a dispetto del finale di maniera, il cineasta romano provvede a sottrarre la banalità del quotidiano alla sua insignificanza provocando l' onda lunga della nostalgia. Sul contrappunto musicale di Franco Piersanti e lo sfondo di una scenografica cornice palermitana esaltata dalla fotografia di Tommaso Fiorilli, il filmconiuga felicemente l' ironico straniamento del Paolo di Pif con la femminile intensità dell' Agata di Thony." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 14 marzo 2019) "Gara di buonismo tra il film di Veltroni e questo di Luchetti che potrebbero scambiarsi il titolo. (...) La vita è meravigliosa , nell' alveo dell' italiano medio, passato dal cinismo di Sordi al crepuscolarismo di Pif, che fa quattro passi tra le nuvole, dà un tocco surreale al film e gli toglie la banalità del quotidiano, materia dell' ambizioso dittico di Francesco Piccolo. Luchetti gira bene, non sbaglia i tempi, gioca a Bergman facendo una commedia italiana in cui non si capisce se sorridere o immalinconirsi. Ma la calcolata middle class letteraria (pensieri, battutine, ricordi, amoretti) si spande fino a coprire il film stesso e lo rende piacevole ma prevedibile." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 marzo 2019) "Che piacevole sorpresa: una Palermo senza mafia. Nel senso che non se ne parla neanche per sbaglio. E sì che il protagonista del bel film di Daniele Luchetti ha per protagonista Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto, che nelle sue due opere da regista si è puntualmente battuto con temeraria veemenza contro la fin troppo onorata società. Ma questa è una commedia, tratta, piuttosto liberamente, da due libri di Francesco Piccolo (Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità), e Luchetti, che l' ha sceneggiata con lo stesso Piccolo, ha preferito privilegiare gli aspetti surreali della buffa, e per certi versi toccante storia. (...)Un po' come succedeva settantacinque anni fa a Don Ameche nel celebre 'Il cielo può attendere' di Lubitsch. Qui, invece di Belzebù, l'accoglie un solerte burocrate celeste (Renato Carpentieri). Due rapidi calcoli e l'impiegato si accorge che al poveretto sono stati indebitamente sottratti novantadue minuti di vita. Quanto basta per rispedirlo sulla Terra per riaggiustare le pendenze con l' amata, pur se pluritradita, moglie Agata (la sempre più brava Thony) e i due bambini. Ebbene Paolo, riannodando i fili del passato, si rende conto che la sua esistenza è stata costellata, appunto, da piccoli, trascurabili, attimi di felicità. Un film tenero e garbato, pieno di sottile umorismo, guidato dalla voce narrante del misuratissimo Pif." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 marzo 2019) "(...) Buone le intenzioni da uno dei nostri registi più sofisticati, meno il film soprattutto per colpa di un protagonista insopportabile perché indifferente a tutto e recitato con pigrizia da un Pif in ammorbante voice-over tra l' arrogante, il maschilista («Io se fossi una donna ordinerei un tir di assorbenti») e il lamentoso («Ce l hai con me?», chiede di continuo alla compagna che tradisce con nonchalance). La quiete (nel senso di nulla cosmico) dopo l'ottimo 'Io sono Tempesta' (2018) realizzato a 30 anni dal folgorante esordio 'Domani accadrà' (1988). L'incidente è trascurabile. Luchetti si rifarà." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 14 marzo 2019) "Momenti di trascurabile felicità di Daniele Luchetti, attraversa per un'ora e mezzo la vita di un uomo con tanti piccoli difetti. Un uomo medio, pieno di pensieri e sentimenti medi, egoismi, trascuratezze e tradimenti. È un racconto anomalo (dalla penna di Francesco Piccolo), una commedia stralunata con una sua leggerezza malinconica (...)." (Valerio Cappelli, 'Corriere della Sera Sette', 14 marzo 2019)

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