Anno: 2009 Durata: 152 Origine: DANIMARCA Colore: C
Genere:THRILLER
Regia:Niels Arden Oplev
Specifiche tecniche:-
Tratto da:romanzo omonimo di Stieg Larsson
Produzione:YELLOW BIRD FILMS, NORDISK FILM, SWEDISH TELEVISION, ZDF ENTERPRISES
Distribuzione:BIM - DVD: BIM/01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2010) - BLU-RAY: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO (2010)
Michael Nyqvist | nel ruolo di | Mikael Blomkvist |
Noomi Rapace | nel ruolo di | Lisbeth Salander |
Lena Endre | nel ruolo di | Erika Berger |
Sven-Bertil Taube | nel ruolo di | Henrik Vanger |
Peter Haber | nel ruolo di | Martin Vanger |
Peter Andersson | nel ruolo di | Avvocato Nils Bjurman |
Marika Lagercrantz | nel ruolo di | Cecilia Vanger |
Ingvar Hirdwall | nel ruolo di | Dirch Frode |
Björn Granath | nel ruolo di | Gustav Morell |
Ewa Fröling | nel ruolo di | Harriet Vanger |
Per Oscarsson | nel ruolo di | Holger Palmgren |
Michalis Koutsogiannakis | nel ruolo di | Dragan Armanskij |
Annika Hallin | nel ruolo di | Annika Giannini |
Sofia Ledarp | nel ruolo di | Malin Erikson |
Thomas Köhler | nel ruolo di | Plauge |
Christian Fiedler | nel ruolo di | Otto Falk |
David Dencik | nel ruolo di | Janne Dahlman |
Fredrik Ohlsson | nel ruolo di | Gunnar Brännlund |
Gösta Bredefeldt | nel ruolo di | Harald Vanger |
Georgi Staykov | nel ruolo di | Alexander Zalachenko |
Gunnel Lindblom | nel ruolo di | Isabella Vanger |
Jacob Ericksson | nel ruolo di | Christer Malm |
Margareta Stone | nel ruolo di | Birgit Falk |
Nina Norén | nel ruolo di | Agneta Salander |
Reuben Sallmander | nel ruolo di | Enrico Giannini |
Sofia Brattwall | nel ruolo di | Marie |
Stefan Sauk | nel ruolo di | Hans-Erik Wennerström |
Willie Andreason | nel ruolo di | Birger Vanger |
Yasmine Garbi | nel ruolo di | Mimmi Wu |
Il giornalista economico in crisi Mikael Blomkvist, accetta la proposta di un ricchissimo industriale che gli chiede di indagare sulla sparizione, avvenuta diversi anni prima, di sua nipote Harriet Vanger. Le indagini di Blomkvist, condotte con l'aiuto della hacker tatuata e senza scrupoli Lisbeth Salander, porteranno alla luce una sconvolgente e oscura storia, zeppa di segreti che i componenti della famiglia Vanger cercheranno di difendere ad ogni costo.
"Il montaggio, serrato senza isterismi, riesce a bilanciare la mancanza di iper-tecnologie. 'Uomini che odiano le donne' è un film d'azione biologico, privo cioè di finte scene, ricostruzioni al computer e via di seguito. Una crime-story un po' d'altri tempi, di quelle dove ci sono i cattivi veri, e dietro i cattivi veri una società che fa acqua, anche se non si vede." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 29 maggio 2009) "La narrativa poliziesca di Larsson è perfetta e affascinante, il film lo è molto meno: manca il ritmo, il lavoro di sceneggiatura è inesistente come lo charme, nel contesto conservatore e pacato la ragazza Noomi rapace, nervosissima e piena di piercing, fa l'effetto d'una macchia, d'uno strappo." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 29 maggio 2009) "Si dice che dai buoni libri nascano brutti film e viceversa. Da un (triplice) romanzo svedese meno che mediocre affidato a un ultrapiatto regista danese, nasce un piatto antikolossal mediocre: filmIkea in cui cercare l'appiglio più maneggevole per accomodarsi senza spendere troppo (di sé) e pisolare con rari sobbalzi di attenzione. (...) Sullo schermo è un fiacco detective improvvisato che mette in fila gli indizi improbabili e le sorprese riciclate assemblate da uno scrittore che ammirava Marlowe, ma dal 'noir dei duri' ha preso solo l'idea facilona che, trovata una fotografia dopo 40 anni, sia proprio quella in cui la vittima bionda guarda il suo assassino. Il libro ha venduto molto? Lo esaltano critici e copertine? Brutti segnali culturali. Le uniche scene che funzionano del tetro film extralarge sono quelle di sesso sadico. Segno pessimo." (Alessio Guzzano, 'City', 29 maggio 2009) "All'inizio lo spettatore si trova davanti il solito investigatore improprio, quarantenne ma idealista, dalla vita disordinata ma dagli amici devoti. La più connotata aiutante appare gradualmente nella storia, viene violentata, esacerbando l'odio per un certo tipo di uomini, ma dà egualmente il suo contributo di deviante alla 'legalità democratica'. La sua omosessualità resta in ombra, benché le spalle possenti della Parace facciano pensare a un travestito. La connotazione antifascista si risolve in una connotazione antiborghese, dove borghese è chiunque abbia i soldi e metta la cravatta. Quanto a psicologia, quella di Larsson si taglia con l'ascia: quella di Oplev, col coltello." (Maurizio Cabona, 'Il giornale', 29 maggio 2009) "Altro merito di Plev, il colpo di scena finale, la soluzione del mystery. Giusta, puntuale, fulminante, mentre in genere in questi film troppo lunghi, troppo affollati di personaggi e scene madri, lo scioglimento è sempre deludente. Last but not least, una morale che non dispiacerà ai vetero-comunisti. I cattivi son quasi tutti affaristi danarosi. La morale brechtiana è che è più criminale fondare una banca che sfondarla ritrova qui un inaspettato revival." (Giorgio Carbone, 'Libero', 29 maggio 2009) "La tela di fondo su cui agiscono funge da condensato dei mali dell'epoca (in versione svedese): capitalismo e crisi economica, sessismo e fascismo di ritorno. La buona notizia è che il primo film ricavato dalla trilogia Millennium (altri due seguiranno) riesce a preservare l'atmosfera del romanzo, il clima funesto e sinistro in cui il Male trova il suo terreno di coltura. Buona premessa per un tipo di racconto dove l'interesse principale è che i personaggi grattino la superficie delle cose, rivelandone le verità nascoste. Peccato che, poi, la sceneggiatura si accontenti di soluzioni spesso prevedibili, dove nuovi indizi arrivano a intervalli regolari per avvicinare gli investigatori alla soluzione. Il tutto intervallato da episodi di violenza e da scene ad effetto, studiate per non perdere l'attenzione dello spettatore non 'iniziato' alla saga. Niente di male; quanto basta, però, a fare del film di Oplev un prodotto efficiente ma un po' anodino, formattato per l'esportazione." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 maggio 2009) "Ormai sapete tutto: uomini che odiano le donne è il primo romanzo della cosiddetta trilogia di Millennium, nonché il primo dei tre film ispirati ai libroni di Stieg Larsson; Che una storia così profondamente svedese (vedrete cosa succede nel secondo e nel terzo film!) sia prodotta e diretta da danesi è un dettaglio che lasciamo al gossip scandinavo: ciò che vorremmo ribadirvi oggi è che il film funziona soprattutto se non avete letto i libri. Se invece siete fans della trilogia dovrete rassegnarvi a robusti tagli nella trama del resto inevitabili. Se invece siete vergini eccovi un bel giallo di 2 ore e mezza in cui un giornalista integerrimo viene assunto da un magnate per indagare sul torbido passato della sua famiglia. C'è di mezzo una serie di omicidi, ma il giornalista non ne verrebbe mai a capo senza l'aiuto di una geniale hacker capace di infilarsi con il computer nei segreti di chiunque. C'è anche un po' di sesso, e gli uomini non fanno una bella figura. Dirige Niels Arden Oplev (efficace), i protagonisti sono Michael Nyqvist (corretto) e Noomi Rapace (incredibile). Buon divertimento." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 29 maggio 2009)
Incasso in euro