MEN IN BLACK1997

SCHEDA FILM

MEN IN BLACK

Anno: 1997 Durata: 98 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA, FANTASY

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:TRATTO DAI FUMETTI "MALIBU" DI LOWELL CUNNINGHAM

Produzione:WALTER F. PARKES E LAURIE MACDONALD PER AMBLIN ENTERTAINEMENT E SONY PICTURES

Distribuzione:COLUMBIA PICTURES - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO.

TRAMA

Al servizio di un'agenzia governativa non ufficiale ma molto potente, l'agente K si occupa di tutto ciò che riguarda l'immigrazione e regola l'attività di tutto ciò che è alieno sulla terra. Lavora in segreto ed è sempre vestito di nero. C'è molto da fare, e l'organizzazione decide di dare un aiuto a K. Vengono convocati alcuni giovani in servizio alla polizia di New York e sottoposti ad una serie di prove attitudinali. Ad essere scelto è James Edwards, chiamato J, che all'inizio non capisce in che consista il lavoro e poi capisce che la Terra è infestata da un traffico nascosto di alieni che costituisce una minaccia per l'umanità. Le indagini sulla misteriosa morte di parecchi di questi alieni conducono K e J al laboratorio della dottoressa Laurel Weaver, del dipartimento medico di New York, che, occupandosi dell' autopsia sui cadaveri, fa alcune strane scoperte. Il pericolo aumenta, quando gli alieni riacquistano le fattezze di tremendi mostri. K e J riescono a sconfiggerli, ma alla fine K, stanco, decide di ritirarsi e tornare dalla sua donna. Il suo posto a fianco di J è preso da Laurel.

CRITICA

"Il jolly di 'Men in black', a parità di furberia tecnologica con altri titoli similari, è proprio quello di invertire i generi, premettendo che nella realtà di oggi tutto può accadere, per cui queste viscide creature, che preparano la presa del potere sotto spoglie umane, abitano in realtà, e non a caso, a Manhattan, regno del problema dell'immigrazione. Perché non quella degli alieni, tornati oltretutto cattivi e prepotenti come negli anni '50? Pensare che perfino Stallone e il miliardario conservatore Newt Gingrich potrebbero essere dei loro potrebbero rivelarsi combinazioni di riprese dal vivo pupazzi animati ed effetti computerizzati. Mescolate con la promozione multinazionale e avrete un divertimento all'americana puro, da consumare senza complessi di colpa europei". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 4 ottobre 1997) "Lo strano 'blockbuster' di Sonnenfeld rivolta tutto con il suo humour sovversivo, il suo gusto derisorio, la capacità di creare un mondo allucinatorio in una New York futurista e high-tech. Malgrado l'enorme successo di cassetta ottenuto in America, 'Men in Black' non è il 'pop corn movie' per un pubblico di bocca buona. La sceneggiatura non si preoccupa più di tanto della coerenza narrativa, questo è vero: però schiera una quantità di trovate e di gag sufficienti per tre film diversi. Apprendiamo, ad esempio, che alcuni degli alieni infiltrati tra noi sono Sylvester Stallone, Michael Jackson e Elvis, che però adesso è tornato nelle galassie. Oppure che le microonde e la liposuzione sono brevetti alieni. E anche che la verità, nella carta stampata, si trova soltanto sui tabloid scandalistici. Quasi inutile commentare la qualità superiore degli effetti speciali, va spesa una parola, invece, per l'ottimo assortimento dei protagonisti: Tommy Lee Jones freddo e compassato, esuberante Will Smith che ricordano da vicino la vecchia coppia Nick Nolte - Eddie Murphy. Quanto a Linda Fiorentino, qui nella parte della patologa che seziona extraterrestri sul tavolo anatomico ha un sex-appeal che fa di ogni sua sortita sullo schermo una partecipazione straordinaria". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 ottobre 1997) "Ispirato a una fortunata serie di fumetti, con alle spalle un produttore esecutivo che si chiama Steven Spielberg, 'MIB - Men in black' fa dell'ironia e della caricatura la sua arma vincente, e la sua satira nei confronti della vita americana trova l'elemento di fusione nell'accostamento di un umorismo sferzante all'ostentazione di effetti speciali. Come se i cartoni animati fossero travasati in un film con attori in carne e ossa. Formula indovinata. Come quando il 'western-spaghetti' si tinse di rosa. Sopravvivendo a sé stesso e imboccando la strada giusta". (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 19 novembre 1997) "Singolare, vivace, a tratti spiritoso fumetto fantastico, prodotto da mastro Spielberg, frizzante nella prima parte e in verità un po' corto di trovate nella seconda, che si lascia gustare sia per l'intelligente ironia sia per gli straordinari effetti speciali. I due simpatici protagonisti giocano a fare i Blues Brothers, perdendo inevitabilmente il confronto con gli irresistibili originali". (Massimo Bertarelli, 'Il giornale', 23 febbraio 2001)

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