Marianna Ucr?a1997

SCHEDA FILM

Marianna Ucrìa

Anno: 1997 Durata: 108 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICO A COLORI

Tratto da:liberamente tratto da romanzo "La lunga vita di Marianna Ucrìa" di Dacia Maraini

Produzione:VITTORIO E RITA CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP, TIGER CINEMATOGRAFICA (ITALIA), IN COLLABORAZIONE CON ARCTURUS PRODUCTION (FRANCIA), FABRICA DE IMAGES (PORTOGALLO)

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

In Sicilia, nella prima metà del Settecento, la dodicenne Marianna Ucrìa viene portata dal nonno ad assistere ad una impiccaggione, nella speranza che lo spettacolo possa farla guarire dal mutismo. Ma tutto risulta vano. Marianna non parla e non sente. Viene così indotta dalla madre a sposare lo zio Pietro e, quando arriva a sedici anni, ha già partorito tre figli. Diventata giovane donna, accoglie la visita di un istruttore francese che l'avvia al linguaggio dei segni e le fa conoscere le idee filosofiche che si muovono per l'Europa. Quando il marito muore, Marianna si trova a dover gestire la propria vita e i rapporti con gli altri. Dimostra così di aver acquisito una forte personalità che le permette di governare i rapporti con la servitù e una importante relazione sentimentale con il fratello della propria serva Fila. Ormai donna matura e consapevole, Marianna è in grado di capire il terribile segreto che le era stato nascosto: il suo mutismo è derivato dal trauma provocatole dalla violenza sessuale subita dallo zio Pietro.

CRITICA

"Uno splendore: costumi, esterni dal vero e interni ricostruiti in studio da Danilo Donati che ci restituiscono una Sicilia patrizia, opulenta e insieme moralmente bacata; una fotografia di Tonino Delli Colli bella e mai tentata da vezzi; attori capaci di cogliere i dati più segreti di complese figure narrative; un personaggio, Marianna Ucrìa, di straordinaria sottigliezza reso da due interpreti di diversa esperienza ma entrambe aderenti al ruolo: la giovanissima Eva Grieco ed Emmanuelle Laborit; un dialogo naturale pur accogliendo riflessioni di non poco conto. E il tutto messo al servizio della comprensione di una donna del '700 che, nonostante fosse sordo muta, riuscì a sottrarsi alla schiavitù imposta alle sue compagne che, in quel periodo, non parevano avere altra possibilità che 'farsi morte per non dover morire'. Il regista Roberto Faenza e il suo sceneggiatore, Sandro Petraglia, hanno lavorato con intelligenza sul romanzo 'La lunga vita di Marianna Ucrìa' di Dacia Maraini." (Francesco Bolzoni, 'Avvenire', 7 febbraio 97) "Alle prese con il Settecento siciliano, il cineasta rielabora con qualche libertà, specialmente nel finale, il romanzo: e se il messaggio - diciamo 'proto-femminista'? - risulta sostanzialmente rispettato con le sottolineature d'obbligo, l'elegante messa in scena fornisce al film quella qualità spettacolare che era mancata a 'Sostiene Pereira'. Poi uno potrebbe chiedersi perché Faenza, forte dei successi recenti, non abbia avuto il coraggio di cimentarsi con una storia originale, magari legata all'Italia dei nostri giorni, ma questo è un altro discorso." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 8 febbraio 1997)

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