Lupin III - Il castello di Cagliostro1979

SCHEDA FILM

Lupin III - Il castello di Cagliostro

Anno: 1979 Durata: 100 Origine: GIAPPONE Colore: C

Genere:ANIMAZIONE

Regia:Hayao Miyazaki

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:ispirato ai personaggi della graphic novel di Monkey Punch [Kazuhiko Kato]

Produzione:STUDIO TELECOM DELLA TOKIO MOVIE SHINSHA

Distribuzione:YAMATO VIDEO, DVD STORM - MIKADO (2007), DOLMEN HOME VIDEO

TRAMA

Lupin e il fedele Jigen, hanno scoperto l'esatta provenienza delle banconote false che stanno mettendo in crisi l'economia mondiale: il piccolo paese di Cagliostro, governato da un misterioso conte. Nel castello del conte Cagliostro, un'inespugnabile fortezza di pietra, è rinchiusa anche la bellissima principessa Clarissa. Il perfido conte vuole che la ragazza gli riveli il luogo in cui è custodita la chiave di accesso a un un misterioso tesoro che risale al quindicesimo secolo. Lupin ha deciso di liberare Clarissa, punire Cagliostro e impossessarsi di quelle inestimabili ricchezze. Ma dove c'è lui, c'è sempre l'ispettore Zenigata e dove ci sono soldi, c'è sempre l'ombra di Fujiko. Questa volta, poi, l'Interpol e una banda di ninja dalle unghie a sciabola, si sono dati appuntamento per fermarlo. Ce la farà?

CRITICA

"Se l'elaborato Lupin dal vivo con Romain Duris del 2004 fu un flop nemmeno distribuito nelle sale italiane, che dire di un cartone animato giapponese con Lupin oggi nei nostri cinema dal lontano 1979? Siamo contenti. 'Lupin III - Il castello di Cagliostro' è il primo lungo di Hayao Miyazaki, da anni considerato il nuovo Walt Disney grazie a capolavori come 'Princess Mononoke' e 'La città incantata'. (...) Un plauso all'afflato filologico della casa di distribuzione Mikado che riaffida la voci al cast storico della serie capitanato da Roberto del Giudice. Il ladro gentiluomo a bordo della portentosa Fiat 500 accompagnato dagli inseparabili Jigen (pistolero alla Callaghan) e Goemon (lame zen alla Sonny Chiba) era l'eroe di una generazione di futuri precari a cui qualche ladro italiano avrebbe nel tempo rubato futuro e speranze. Bello riabbracciare con gli occhi il nostro Lupin." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 06 luglio 2007) "Anche se ostili per principio all'animazione, non toglietevi il piacere di recuperare il primo film restaurato di Hayao Miyazaki, un Oscar per 'La città incantata' nel 2002 e un Leone d'oro (alla carriera) nel 2005. (...) La trama conta poco, peraltro, al cospetto dei colpi di scena, dei picchi emotivi, delle acrobazie grafiche con cui il venerabile Hayao dissemina la marcia di Lupin III, riuscendo a calibrare l'ottimale fusione dell'azione mozzafiato e, in fondo, violenta con le tenerezze e i brividi sentimentali ugualmente graditi, in particolare, dai ragazzi. A voler essere pignoli, il film sfuma soltanto il versante «erotico» del bel caratterino del protagonista, ma si tratta di un peccato veniale, ampiamente riscattato dalle presenze pirotecniche che incrementano la magia e sottolineano il fascino dell'insieme: dall'esercito di ninja al servizio del subdolo conte al samurai buono Goemon, dalla ladruncola amica, fiamma e concorrente Fujiiko, all'ispettore Zenigata, coinvolto solo in quanto perennemente ossessionato dal desiderio di catturare l'inafferrabile Lupin." (Valerio Caprara, 'Il Mattino, 7 luglio 2007) "Ma più che i caratteri o le abilità marziali e militari dei vari personaggi, il film finisce per esaltare il gusto puro e semplice dell' avventura, il piacere di credere a quello che si sta vedendo sullo schermo e di lasciarsi prendere dal flusso delle invenzioni e delle trovate fino a diventare noi stessi - gli spettatori - coprotagonisti del film. In quest' opera di coinvolgimento e divertimento insieme l' arte di Miyazaki dimostra già i talenti che esploderanno appieno nei film successivi, a cominciare dalla seduzione per il volo e dal fascino che emanano gli amori incompiuti, come è quello di Lupin per Clarisse ma anche quello, più «represso», per Fujiko. Senza dimenticare la vena di romanticismo che attraversa tutto il film, regalando allo spettatore piccoli squarci di dolcezza in una storia che in fondo parla di ladri, rapimenti e assassini. O, ancora, ricordare le invenzioni visive che intrecciano rimandi cinefili e gusto pittorico. E tutto contribuisce a formare quell' atmosfera fatata e straordinaria capace di ricreare il fascino e la meraviglia dell' avventura. Certo, l' animazione non ha ancora raggiunto quel livello di sapienza e di maestria che Miyazaki toccherà dirigendo i film successivi, dove si sentirà più libero di inventare e di creare. Ma i caratteri fondanti della sua arte ci sono già tutti. E soprattutto il piacere dello spettatore non viene mai meno." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 6 luglio 2007)

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