Anno: 1995 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Giuseppe Tornatore
Specifiche tecniche:35 MM (1:2.35), PANAVISION
Tratto da:-
Produzione:VITTORIO E RITA CECCHI GORI PER CECCHI GORI GROUP - TIGER CIN.CA, RAI-RADIO TELEVISIONE ITALIANA
Distribuzione:CECCHI GORI GROUP - CECCHI GORI HOME VIDEO
Sergio Castellitto | nel ruolo di | Joe Morelli/Giuseppe Romolo |
Tiziana Lodato | nel ruolo di | Beata |
Leopoldo Trieste | nel ruolo di | Il muto |
Leo Gullotta | nel ruolo di | Vito |
Franco Scaldati | nel ruolo di | Brigadiere Mastropaolo |
Nicola Di Pinto | nel ruolo di | Funzionario comunale |
Tony Sperandeo | nel ruolo di | Primo Badalamenti |
Tano Cimarosa | nel ruolo di | Nonno Bordanaro |
Simona Merito | nel ruolo di | Anna |
Clelia Rondinella | nel ruolo di | Madre di Anna |
Jane Alexander (II) | nel ruolo di | Principessa |
Salvatore Billa | nel ruolo di | Principe |
Costantino Carrozza | nel ruolo di | Esattore |
Tony Palazzo | nel ruolo di | Pio Li Fusi |
Luigi Maria Burruano | nel ruolo di | Cliente donnaiolo |
Carmelo Di Mazzarelli | nel ruolo di | Vecchio paralitico |
Antonella Attili | nel ruolo di | Infermiera |
Domenico Dolce | nel ruolo di | Contadino |
Stefano Gabbana | nel ruolo di | Fotografo |
Pino Calabrese | nel ruolo di | Carabiniere |
Rita Lia | nel ruolo di | Pinuccia |
Antonio Miceli | nel ruolo di | Cosimo Millelire |
Paolo Noto | nel ruolo di | Zù Leonardo |
Marzio Onorato | nel ruolo di | Architetto Panebianco |
Pippo Provvidenti | nel ruolo di | Don Lucio |
Massimo Pupella | nel ruolo di | Bordonaro Jr. |
Peppino Tornatore | nel ruolo di | Dottore Mistretta |
Spiro Scimone | nel ruolo di | Fratello Nasca |
Francesco Sframeli | nel ruolo di | Fratello Nasca |
Maria Rosa Parrelo | nel ruolo di | Santina |
Giorgio Li Bassi | nel ruolo di | Locandiere |
Filippo Tarantino | nel ruolo di | Badalamenti |
Antonello Puglisi | nel ruolo di | Seguace di Mussolini |
Aurora Quattrocchi | nel ruolo di | Prostituta Rori Quatrocchi |
In Sicilia nel 1953, Joe Morelli, un modesto truffatore, gira col suo furgone e la sua cinepresa a nome della Universalia Cinematografica a far provini alla gente dei pittoreschi borghi che inganna con la speranza di un futuro di gloria e ricchezza. Tutti sono contagiati e il più disparato campionario di umanità si presenta al "talent scout": una madre gli offre i suoi intimi servigi per sponsorizzare la figlia diciottenne; un omosessuale, Vito, si confida sul suo dramma; un brigadiere dei carabinieri, Mastropaolo, lo ferma di nascosto per recitare la Divina Commedia tradotta da lui in siciliano; un reduce della guerra di Spagna, che non parla da anni, accetta di recitare; un mafioso, Primo Badalamenti, si confessa davanti alla cinepresa. Tutto si complica quando una trovatella, Beata, desiderosa di fare cinema e diventare la donna di Joe, si introduce nel furgone. Truffato da due sedicenti nobili, Morelli ritrova il furgone grazie a Beata, che si finge sua fidanzata. Poi Joe seduce la giovane e la porta con sé, ma il brigadiere, ora maresciallo, lo arresta per truffa: non solo non ha nulla a che fare con la Universalia, ma usa persino pellicola scaduta per le riprese. La camionetta che lo scorta in galera fa una sosta, e i carabinieri lo lasciano temporaneamente nelle mani di alcuni mafiosi ad un funerale, che lo pestano a sangue, prima che vada in prigione. Uscito dopo due anni ritrova il suo furgone e cerca Beata: dopo affannose ricerche, finalmente la ritrova, folle, in un manicomio. Nel viaggio di ritorno a Roma Joe è assillato dal ricordo delle gente comune che ha affidato a lui i suoi sogni e che lui ha ingannato.
"(...) E' l'opera nel suo insieme, orchestrata da una magistrale regia, a suscitare dentro lo spettatore quell'emozione vera, profonda, che tanto spesso invano si chiede al cinema. Per un'ora ne siamo stati rapiti e poco importa se volgendo alla fine, quando il protagonista finisce a sua volta turlupinato, l'impianto perde un po' di compattezza e di tensione (...)". (Paolo Scandaletti, da: 'Rivista del Cinematografo') "Anche quest'ultimo Tornatore é controverso, discutibile. Lo é verso la conclusione e non si parla soltanto del didattico e riassuntivo finale che può sembrare un "trailer" di coda, ma anche di quell'approdo alla follia di Beata, piuttosto artificioso perché non giustificato dai connotati del personaggio. Lo è negli sviluppi dell'ingegnosa idea di partenza, quella dei siciliani che si confessano e si rivelano davanti alla cinepresa: l'incongruenza realistica dell'invenzione (negli anni '50!) non è abbastanza riscattata e risolta a livello metaforico. Ma sulla colonna dell'attivo i meriti non sono pochi: direzione degli attori, disegno dei personaggi di contorno (quelli di Trieste, Gullotta, Sperandeo, per esempio), sapienza concisa del narrare e del togliere, ricchezza di invenzioni tra cui, memorabile, la sequenza dell'occupazione delle terre". (Morando Morandini, 'Il Giorno', 26 settembre 1995) "Incoronato a Venezia col Gran Premio della Giuria, "L'uomo delle stelle" è un film sulle miserie della realtà e sul narcisismo che può lenirle. E' un film sulla potenza terapeutica della fantasia che, unica, giunge in soccorso dei più deboli. E' un film sulla geografia sentimentale di un popolo, i Siciliani, dimenticato o mortificato dalla Storia. Cosicché vagheggiare Hollywood o Cinecittà può riscattare dal vivere a Bagheria, o magari a Matera, dove è stata girata gran parte delle riprese". (Oscar Iarussi, 'Gazzetta del Mezzogiorno', 23 settembre 1995) "Giuseppe Tornatore ha il dono della metafora. Nessuno come lui sa prendere un personaggio, una situazione, un conflitto, per farne un concentrato di sensi virtuali, l'emblema di qualcosa che pulsa oltre e attraverso le immagini. Da Pirandello in già, è un dono squisitamente siciliano, ma come tutti i doni ha il suo bravo rovescio. Trascinato dai risvolti metaforici, Tornatore rischia infatti di smarrire i suoi personaggi per via. Succedeva in "Nuovo cinema Paradiso". Accade ne "L'uomo delle stelle", che come quello soffre lo squilibrio fra una partenza travolgente, brulicante di invenzioni, e un epilogo brusco, dimostrativo, col fiato corto. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 ottobre 1995)
Incasso in euro