SOGGETTO

SCENEGGIATORE

MUSICHE

MONTAGGIO

SCENOGRAFIA

COSTUMISTA

EFFETTI

TRAMA

Yoghi e Bubu sono due orsi combina guai, grandi amici e sempre a caccia dei cestini da picnic dei visitatori del Jellystone Park. Furbi e veloci, i due sono la dannazione del Ranger Smith, incaricato della salvaguardia e della protezione del parco e dei suoi ospiti. Tuttavia, la pacchia per i due orsi e per i loro amici animali sta per finire: per ripianare i fondi cittadini l'amministrazione ha deciso di vendere il parco ai commercianti di legname. Yoghi, Bubu e il Ranger Smith dovranno trovare al più presto una soluzione e salvare Jellystone Park dalla chiusura definitiva.

CRITICA

"Sono solo i simpatici protagonisti animali - ovvero il golosissimo orso Yoghi, sempre pronto a rubare le merende ai visitatori del parco di Jellystone (vedi Yellowstone), e il suo dolce amico Bubu - a esser realizzati in computer graphic tuttavia gli umani hanno l'aria anche loro di appartenere al mondo dei cartoni e recitano di conseguenza. Ne risulta una storiellina a sfondo ecologico adatta per i più piccini, che vede impegnati i nostri eroi ed un buon ranger a salvare la riserva naturale dalle trame speculative di un odioso politico. L'ambientazione è Usa, ma in realtà la meravigliosa foresta del film si trova in Nuova Zelanda". (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 14 gennaio 2011) "Live action di uno dei personaggi più amati creati da Hanna e Barbera. (...) Non poteva mancare il 3D a fare da sfondo ai due personaggi da cartoon che, grazie alla computer grafica, interagiscono con attori in carne ed ossa. I bambini ridono spesso e di gusto; come gli adulti al seguito pur se celati dietro gli occhialini neri." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 14 gennaio 2011) "L'amato personaggio dei cartoon, nato nel '58, torna con inflazionate ed inutili 3D a movimentare un simpatico raccontino vecchio stile ma dal cuore verde. (...) Un gradito, semplice mix d'action volante, trucchi, bon ton e sospiri gestiti dal regista Eric Brevig." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 14 gennaio 2011)