Libera, amore mio!...1973

SCHEDA FILM

Libera, amore mio!...

Anno: 1973 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, POLITICO

Regia:Mauro Bolognini

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:ROBERTO LOYOLA PER R. LOYOLA CINEMATOGRAFICA

Distribuzione:INC (1975)- GOLDEN VIDEO, DELTAVIDEO, VIDEO CLUB LUCE

ATTORI

Adolfo Celi nel ruolo di Padre di Libera
Bekim Fehmiu nel ruolo di Sandro Poggi
Bruno Cirino nel ruolo di Matteo Zanoni
Claudia Cardinale nel ruolo di Libera Valente
Luigi Diberti nel ruolo di Tassista
Philippe Leroy nel ruolo di Franco Testa
Rosalba Neri nel ruolo di Wanda
Tullio Altamura
 
 
 

MONTAGGIO

Baragli, Nino
 

SCENOGRAFIA

Josia, Guido

TRAMA

Zanoni Matteo vive a Roma insieme a Libera-Anarchia Valente, dalla quale ha avuto due figli: Carlo e Anna. La donna, figlia di un anarchico esiliato a Ustica dal fascismo, non è capace di tacere e, prima di finire a sua volta al confino per 5 anni, si fa spedire con la famigliola a Livorno e poi a Modena, ove viene presa di mira dal commissario politico Franco Testa. Scoppiata la guerra, Matteo cerca di tirare avanti in qualche modo trasferendosi a Padova. Carlo fattosi giovincello, milita nella Resistenza; Libera fornisce armi ai partigiani. Diversi compagni muoiono nelle rappresaglie o nelle sommarie e brutali esecuzioni dei nazifascisti. Finita la guerra, Carlo stesso libera la mamma dalla prigione padovana ove è finita. Ricostruita la famigliola, Libera scopre che il Testa siede nuovamente nell'ufficio alloggi del municipio. Sollevate inutili proteste, ella cade per strada sotto i colpi di un cecchino fascista.

CRITICA

"Giunto com molto ritardo sugli schermi (non sappiamo bene perchè), il film cerca una sua originalità nell'aggiornare il consueto tema resistenziale alla luce delle nuove istanze del femminismo, puntando sul ritratto di una donna che si batte per i propri diritti oltre che per i valori della libertà. Ma è mancata, agli sceneggiatori prima ancora che al regista, la capacità di equilibrare e fondere insieme i toni del dramma e della commedia, le vicende individuali e l'analisi di un più largo contesto sociale". (A. Bernardini, "Rivista del Cinematografo", 5, 1975).

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