Leoni2014

SCHEDA FILM

Leoni

Anno: 2014 Durata: 90 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Pietro Parolin

Specifiche tecniche:HD (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:CSC - CENTRO SPERIMENTALE DI CINEMATOGRAFIA PRODUCTION, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA, DIGPIX, AMG UNIVERSAL CINE, ANNAMODE COSTUMES, 360 DEGREES FILM

Distribuzione:BOLERO FILM (2015)

ATTORI

Neri Marcorè nel ruolo di Gualtiero Cecchin
Piera Degli Esposti nel ruolo di Mara Cecchin
Stefano Pesce nel ruolo di Alessio Leopardi
Anna Dalton nel ruolo di Elisa Cecchin
Antonio Pennarella nel ruolo di Gennaro
Cristina D'Alberto nel ruolo di Emma
Paolo Bessegato nel ruolo di Tiziano Cecchin
Pierpaolo Spollon nel ruolo di Martino Cecchin
Michele De Marchi nel ruolo di Vescovo Carli
Helene Olivi Borghese nel ruolo di Irinca
Andrea Pennacchi nel ruolo di Sorelli
Luca Klobas nel ruolo di Preside
Pieraldo Girotto nel ruolo di Commissario
Roberto Gudese nel ruolo di Paolo Bortoli
Liyu Jin nel ruolo di Chun Mei
Enoch Marrella nel ruolo di Commercialista
Giancarlo Previati nel ruolo di Dottor Rossi
Daniele Griggio nel ruolo di Zorzi
Massimo Zordan nel ruolo di Funzionario
 

SOGGETTO

Parolin, Pietro
 

MUSICHE

Tomio, Lorenzo
 

MONTAGGIO

Vizzini, Davide
 

SCENOGRAFIA

Vanzati, Mauro
 

COSTUMISTA

Montalto, Mary

TRAMA

Il veneto Gualtiero Cecchin, vero figlio di papà, arrogante e viziato sebbene simpatico, non ha mai avuto problemi di soldi. O almeno finora ad ora. Con l'avvento della crisi, infatti, Gualtiero si trova costretto a scovare un'idea da mettere in atto nel minor tempo possibile e senza porsi troppi problemi, così da tornare ai vecchi fasti. Sua sorella Elisa è invece una professoressa di matematica, sposata con il sovrintendente di polizia Alessio Leopardi. I due sono una coppia piuttosto problematica: lei vive in un mondo tutto suo costruito sotto la campana di vetro in cui è cresciuta; lui è un insicuro cronico che nasconde le proprie debolezze dietro l'uniforme. Gualtiero e Alessio vanno tutt'altro che d'accordo e si sfidano sui qualsiasi cosa che possa andare dai temi del quotidiano, alle questioni di eredità, alla condivisione degli spazi comuni. E' su questo sfondo che Alessio cercherà di mettere in difficoltà Gualtiero in ogni modo, mentre Elisa si troverà ingiustamente coinvolta in uno scandalo a scuola...

CRITICA

"Si parte dal problema della disoccupazione, ma è solo un pretesto per introdurre personaggi-macchietta (...) che fanno rimpiangere la rappresentazione della provincia trevigiana nel grande 'Signore e signori' di Pietro Germi. Fatti salvi Neri Marcorè, che si ritaglia tre o quattro battute carine, e Piera Degli Esposti, una commedia scritta senza ispirazione e diretta con la mano sinistra, accompagnata da una musichetta ammiccante e un po' fastidiosa." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 5 febbraio 2015) "Comincia come un'innocua commediola di provincia, diventa un noir amorale e termina con un lieto fine da parabola religiosa. È 'Leoni', intrigante opera prima di Parolin il quale strizza l'occhio alla Treviso di 'Signore e signori' di Germi. Fantastico Pesce come poliziotto idiota e sessuomane (divertenti le scene sadomaso) e molto efficace Marcorè con la sua bella faccia da faina e uno spessore da antieroe credibile. Fosse stato più audace con sesso e violenza ed ecco che Parolin avrebbe realizzato un bell'omaggio ai noir cattivelli dei Fratelli Coen." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 5 febbraio 2015) "Piacerà a chi vuol vedere al cinema l'Italia oggi e non quella sospesa nel tempo delle commediole con Raoul Bova. Parolin al suo esordio non fa meraviglie ma ha almeno due meriti: sa come giostrare il coro di personaggi. E conosce quel che racconta (il Veneto delle ex grandi famiglie)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 5 febbraio 2015) "Ecco un buon esempio di commedia all' italiana più classica. (...) Piacevole ritratto di provincia, a volte un po' ingenuo, girato dall'esordiente e promettente Pietro Parolin, con ottimo cast di contorno." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 5 febbraio 2015) "Il Veneto di 'Signore e signori' di Pietro Germi. Sempre a Treviso, ma dopo più di cinquant'anni; dal boom, perciò, alla crisi di oggi. La patiscono anche i ricchi, se non proprio ridotti in miseria, certo costretti a vivere di espedienti. (...) L'esordiente Pietro Parolin, studi a Padova, specializzazioni a Venezia, ha di certo dimestichezza con il film di Germi, basterebbe la scelta di Treviso con le sue splendide architetture come cornice dell'azione, e ha cercato perciò di muoversi attorno a quegli stessi schemi di finto perbenismo, le tante ipocrisie, i difetti innumerevoli. La costruzione narrativa da cui si è fatto sorreggere (non solo come regista, ma anche come sceneggiatore) non è però molto caustica nella enunciazione di quella serie di magagne di provincia e rasenta spesso il facile, specie quando, avendo a suo sostegno dei personaggi numerosi, fatica un po' a seguirne gli incontri-scontri con la logica e l'estro necessari. La commedia comunque può piacere e forse anche divertire, senza che si facciano troppi confronti con il grandissimo 'Signore e signori', per di più scritto, con lo stesso Germi, da Luciano Vincenzoni, Age e Scarpelli. Gli interpreti fanno il possibile per muoversi in modo convincente senza che si debba rimpiangere troppo i loro predecessori che erano Alberto Lionello, Virna Lisi, Olga Villi, Franco Fabrizi. Posso perciò citare adesso, con simpatia, almeno Neri Marcorè, nei panni un po' smargiassi di Gualtiero e Piera degli Esposti, una matriarca enigmatica e sottile." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 febbraio 2015)

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