Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi2004

SCHEDA FILM

Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi

Anno: 2004 Durata: 108 Origine: USA Colore: C

Genere:AVVENTURA, COMMEDIA, FAMILY, FANTASY

Regia:Brad Silberling

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzi per ragazzi "Un infausto inizio", "La stanza delle serpi" e "La funesta finestra" della saga "Una serie di sfortunati eventi" di Lemony Snicket (pseudonimo di Daniel Handler) ediz. Salani

Produzione:NICKELODEON MOVIES, PARKES/MACDONALD, PARAMOUNT PICTURES, DREAMWORKS SKG

Distribuzione:UIP (2005)

ATTORI

Jim Carrey nel ruolo di Conte Olaf
Meryl Streep nel ruolo di Zia Josephine
Emily Browning nel ruolo di Violet Baudelaire
Liam Aiken nel ruolo di Klaus Baudelaire
Kara Hoffman nel ruolo di Sunny
Shelby Hoffman nel ruolo di Sunny
Timothy Spall nel ruolo di Sig. Poe
Billy Connolly nel ruolo di Zio Monty
Luis Guzmán nel ruolo di Uomo calvo
Cedric The Entertainer nel ruolo di Constable
Deborah Theaker nel ruolo di Sig.ra Poe
Catherine O'Hara nel ruolo di Justice Strauss
Jennifer Coolidge nel ruolo di Donna dal volto bianco
Alan Heitz nel ruolo di Fotografo della Polizia
Craig Ferguson
Jamie Harris nel ruolo di Hook
Jane Adams (II) nel ruolo di Donna dal volto bianco
Rosemary Garris nel ruolo di Ospite al matrimonio
 

SOGGETTO

Handler, Daniel
 

SCENEGGIATORE

Gordon, Robert
 

MUSICHE

Newman, Thomas
 

SCENOGRAFIA

Heinrichs, Rick

TRAMA

Le disavventure di Emily, Klaus e Sunny Baudelaire hanno inizio quando, a causa di un incendio, perdono i loro genitori e la loro casa. Vengono così affidati a una serie di abominevoli tutori decisi a mettere le mani sulla loro eredità. Primo tra tutti il malvagio Conte Olaf...

CRITICA

"Tratto da una serie per bambini di pervasivo e smodato successo, 'Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi' viene lanciato come una specie di anti- Harry Potter , e si capisce perché: tutto in questa tumultuosa saga giunta al nono volume (Salani) sembra rovesciare lo spirito positivo del maghetto inglese. Con tutti i loro misteri e riti di passaggio, i romanzi festosi e cupi della Rowling sono infatti un'abile quanto colorita allegoria dell'infanzia e della crescita. Lo statunitense Daniel Handler, in arte Lemony Snicket, allestisce invece intorno ai tre piccoli orfani Baudelaire, nome che è tutto un programma, un mondo ironicamente desolato che sta fra Roald Dahl e i fratelli Grimm, con echi sarcastici di Dickens e un occhio puntato sulle illustrazioni macabre del grande Edward Gorey. (...) Come animare un universo così bizzarro, monolitico e intimamente letterario? Un buon regista avrebbe cominciato col porsi due o tre domandine: chi sono davvero i tre piccoli Baudelaire e i loro sciagurati parenti? Cosa definisce le loro personalità e quella del perfido zio Olaf, l'attore fallito con pastrano alla Nosferatu cui vengono affidati dopo la morte accidentale dei genitori? E soprattutto: da quale punto di vista raccontare la loro storia? Nessuno però chiede tanto agli yesmen di Hollywood, così Silberling si contenta di giocare sull'accumulo. Di trucchi, di costumi, di scenografie, di numeri d'attore. Ma il tutto, fatto salvo il divertimento per l'ironico sussiego della voce narrante e l'ammirazione per il repertorio di un irriconoscibile Jim Carrey (che qui peraltro gira a vuoto), genera presto saturazione e soffocamento. Anche perché il film affastella toni e spunti contraddittori. Paure e disgusto infantile, strizzate d'occhio destinate a un pubblico non solo adulto ma colto; dialoghi incerti fra nonsense e doppi sensi osceni. E via dissipando risorse, scenografie, attori (non basta Jim Carrey, c'è anche la zia fobica Meryl Streep e una comparsata a sorpresa di Dustin Hoffman). I nuovi film d'animazione hanno fatto fortuna catturando insieme adulti e bambini. Lemony Snicket gioca la stessa carta. Ma rischia di non sedurre né gli uni né gli altri. (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 marzo 2005) "Lemony Snicket Una serie di sfortunati eventi adatta i primi tre episodi immergendoli in un universo gotico espressionista dall'atmosfera visiva e totalmente fuori dal comune: forse - è l'unica obiezione - fin tropo nera per un film destinato anche ai bambini più piccoli. Meno visionaria la regia di Brad Silberling ('Casper'). Imperdibile, nella parte del ripugnante Olaf, Jim Carrey: palesemente estasiato di poter dare sfogo al proprio istinto trasformistico come ai tempo di 'Mask', dell'Esorcista e del Grinch." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 25 marzo 2005) "Il tuttofare e molto variopinto Jim Carrey si diverte un sacco a fare il viscido, perfido conte Olaf che raggira en travesti tre danarosi orfanelli: buio, salti nel buio, incendi, serpenti, sanguisughe: ogni riferimento freudiano non è puramente casuale. Gotico, tenebroso, sadico, visivamente fascinoso racconto per bambini (!) abituati agli incubi, con zia Meryl Streep che sembra Loretta Goggi. Esempio della classica crudele letteratura per l'infanzia che il cinema amplifica con effetti specialissimi e una cinica voce off (in originale di Jude Law, che non si nega nulla). Finisce bene, gloria teatrale della pantomima e pena del contrappasso, ma chissà. Qualche sbadiglio ma anche bei titoli di coda da lanterna magica." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 marzo 2005)

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