Le verit? nascoste2000

SCHEDA FILM

Le verità nascoste

Anno: 2000 Durata: 126 Origine: USA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM. CINEMASCOPE

Tratto da:-

Produzione:STEVE STARKET, ROBERT ZEMECKIS, JACK RAPKE, TWENTIETH CENTURY FOX, DREAMWORKS, IMAGEMOVERS

Distribuzione:FOX - DVD TWENTIETH CENTURY FOX

TRAMA

New England, Stati Uniti. Il matrimonio del dottor Norman Spencer con la bellissima moglie Claire fila alla perfezione, nonostante una relazione extra coniugale consumata l'anno precedente all'insaputa della moglie. All'improvviso Claire nella loro casa comincia a sentire strane voci e a vedere l'immagine spettrale di una giovane donna. Norman all'inizio pensa che si tratti di paranoie poi si rende conto che la cosa non può essere sottovalutata. TRAMA LUNGA Norman Spencer e la moglie Claire sono una coppia felice e affiatata. Partita la figlia adolescente Caitlin, rimangono soli nella grande casa nel Vermont affacciata sul lago. Norman lavora nel campo della ricerca scientifica, dove è molto apprezzato e tuttavia non riesce a liberarsi dal complesso del padre, a suo tempo più famoso di lui. Per stargli vicino Claire ha rinunciato alla carriera di violoncellista ma si è creata momenti di solitudine. Ecco quindi che non può fare a meno di gettare l'attenzione sulla casa dei vicini, dalla quale arrivano gemiti e talvolta urla. Poiché anche vicino a lei le porte si aprono da sole e certi oggetti cambiano posto, Claire finisce per credere che il vicino sia un assassino che vuole uccidere la moglie. Quando lo incontra fuori lo accusa, ma subito si ritrae perché la moglie è lì con lui. Claire si sente strana e debilitata. Consigliata da Norman, va da uno psichiatra, e poi organizza alcune sedute spiritiche insieme all'amica Jodie. Al termine di un'altra serie di strani fenomeni, Claire scopre la foto di una studentessa scomparsa un anno prima: la ragazza ha la stessa catenina che lei aveva trovato in un cofanetto in fondo al lago. Collegando tutti gli indizi, Claire ricostruisce la relazione tra il marito e la ragazza. Messo alle strette, Norman confessa la relazione ma aggiunge di non averla uccisa. Claire però non gli crede e tra i due comincia un gioco di reciproci sospetti. Norman aggredisce la moglie mentre è nella vasca da bagno, vorrebbe ucciderla ma rimane fulminato dall'asciugacapelli. Claire scappa fuori di casa, Norman riprende i sensi, la insegue in macchina, entrambi finiscono nel lago. Mentre cerca di trattenere Claire, Norman viene colpito dal corpo della ragazza che lo trascina sul fondo. Claire riemerge salva.

CRITICA

I fantasmi di Alfred Hitchcock e di Bernard Herrmann fanno capolino dovunque, durante i 130 minuti di "Wath Lies Beneath": Zemeckis cita a man bassa, partendo da "La finestra sul cortile" e arrivando a "Rebecca"; Alan Silvestri dissemina stacchi orchestrali che colpiscono sotto la cintura. Tutto già visto, ma il film funziona magnificamente: fa una paura maledetta, e ti costringe a sobbalzare lungo tutti i perigliosi tornanti della sceneggiatura. Sarebbe criminale svelarvi la trama. (...) Hitchcock a parte, Zemeckis dimostra di aver letto, e digerito, "Giro di vite" di Henry James: il modo suadente in cui rende "stregata" la casa è magistrale. Almeno, per 100 minuti "What Lies Beneath" è puro gotico americano, a conferma che l'italo-lituano Zemeckis conosce bene i fantasmi del proprio grande paese. (Alberto Crespi, da Film Tv, 03/09/2000) "Robert Zemeckis è l'abile autore di film come 'Forrest Gump' e la serie 'Ritorno al futuro'; anche questo suo filmone è ben fatto, anche se eccessivamente zeppo di colpi di scena privi assolutamente di sorprese". (Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 3 settembre 2000) "In questa sorta di compilation intitolata 'Hitchcock dalla A alla Z', con tanta tecnica e poca anima, non manca quello snodo che il maestro considerava fondamentale ed emblematico, del film, del genere e addirittura della vita, e cioè l'inseguimento in macchina. Per non parlare della vasca da bagno, che è l'equivalente della doccia di 'Psycho'. Ma il finale è un tradimento: si piomba nel soprannaturale, il genere di soluzione che il terreno Hitchcock avrebbe disprezzato". (Marco Giovannini, 'Panorama', 24 agosto 2000) "Alfred Hitchcock e Roger Rabbit sono una strana coppia. Eppure Robert Zemeckis, l'uomo che unì umani e cartoon, non si stanca di ripetere che 'Le verità nascoste' è un thriller hitchcockiano irrobustito a colpi di computer. Dimenticando che Hitchcock non aveva nessun bisogno di effetti speciali. E che anche se il digitale consente una serie di sofisticate variazioni sul tema dell'acqua, un thriller può permettersi tutto fuorché la confusione. E qui Zemeckis non fa che imbrogliare le piste". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 15 dicembre 2000) "Un incidente per un regista bravo come Robert Zemeckis. Harrison Ford e Michelle Pfeiffer non arrivano a rendere neppure un poco credibile, neppure un poco appassionante, la storia dell'adulterio di lui, delle apparizioni terrorizzanti in casa, degli spaventi di lei inconsapevole. Il film non riesce a far accettare l'idea che il desiderio di celare una colpa non così grave, di non vedersi scoperti infedeli o la volontà di non venire abbandonata possano portare all'assassinio". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 15 dicembre 2000) "Non crediate troppo a chi dice che 'Le verità nascoste' è un film hitchcockiano. Se è vero che Robert Zemeckis non si fa mancare le referenze alla filmografia del maestro, per appassionare il suo pubblico Hitch non aveva alcun bisogno di ricorrere ai fantasmi. Il problema è la sceneggiatura di Clark Gregg, che parte come una storia di complotto, poi ti conduce su una falsa pista per sfruttare tutti gli stereotipi del film di paura, prima di parare nel puro grandguignol con tanto di finali multipli telefonati. Zemeckis si appella alla competenza tecnica e va dritto a bersaglio; quasi volesse distrarre la nostra attenzione dalle improbabilità di una sceneggiatura in cui sembra il primo a non credere (?) Michelle Pfeiffer è fragile e trepidante: vien voglia di proteggerla. Quanto a Ford, la conversione da uomo affidabile a bugiardo capace di tutto può anche funzionare; però lui vive di rendita, limitandosi a investire distrattamente il carisma acquisito". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 17 dicembre 2000)

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