Anno: 1962 Durata: 105 Origine: FRANCIA Colore: B/N
Genere:COMMEDIA, DRAMMATICO
Regia:Jean Renoir
Specifiche tecniche:(1:1.66)
Tratto da:romanzo "Le caporal épinglé" di Jacques Perret
Produzione:LES FILMS DU CYCLOPE, OMNIA FILMS
Distribuzione:REGIONALE
Jean-Pierre Cassel | nel ruolo di | Il caporale |
Claude Brasseur | nel ruolo di | Pater |
O.E. Hasse | nel ruolo di | Viaggiatore ubriaco |
Claude Rich | nel ruolo di | Ballochet |
Jacques Jouanneau | nel ruolo di | Penche-à-gauche |
Sacha Briquet | nel ruolo di | Evaso |
Raymond Jourdan | nel ruolo di | Hippolyte Dupieu |
Guy Bedos | nel ruolo di | Balbuziente |
Philippe Costelli | nel ruolo di | Elettricista |
Gérard Darrieu | nel ruolo di | Strabico |
Lucien Raimbourg | nel ruolo di | Ferroviere |
François Darbon | nel ruolo di | Paesano |
Cornelia Froboess | nel ruolo di | Erica Schmidt Conny Froboess |
Mario David | nel ruolo di | Caruso |
Jean Carmet | nel ruolo di | Guillaume |
Nel giugno 1940, in un campo di prigionieri francesi, il caporale Dupont con l'inseparabile Dedé e l'amico Ballochet decidono di fuggire, ma il progetto fallisce perché Ballochet è costretto a fermarsi per cercare gli occhiali smarriti. Il caporale non si rassegna e sempre col fido Dedé, inizia una serie di tentativi, purtroppo sfortunatissimi. Evasi dal vagone che trasporta i prigionieri in Germania, vengono ripresi; poi, nascostisi in un camion ribaltabile finiscono ai piedi di una sentinella; meditano quindi una evasione 'scientifica', tingendo in nero i loro indumenti, ma una spia li tradisce. Una volta, finalmente, riescono a salire sul treno per la Francia ma, sorpresi, vengono condotti al campo di disciplina. Rientrati allo Stalag, ritrovano Ballochet che, confessata la propria vigliaccheria, si fa uccidere dalle guardie. Intanto Dupont ha modo di conoscere Erica, la figlia di un dentista. Da lei ottiene abiti civili e stavolta la fuga pare debba riuscire. Ancora una volta stanno per essere scoperti sul treno, ma prima un bombardamento e poi l'aiuto di un compatriota che lavora presso una fattoria, permettono a Dupont e a Dedé di guadagnare l'agognata libertà e di ritrovarsi a Parigi.
"Il regista, assai noto per un precedente film su un gruppo di prigionieri di guerra, 'La grande illusione', tenta di ritrovare qui i temi che più gli sono congeniali: quello cioè di un malinconico ottimismo circa la vita e la libertà e quello di una tenera simpatia verso personaggi che incarnano tale ottimismo. Pur essendo gli interpreti diretti con mano leggera, buona la fotografia e la musica, e il ritmo quasi sempre sostenuto e brioso, tuttavia il lavoro non dice nulla di nuovo poiché ripete schemi già noti e lascia intravedere la sua composizione un po' frammentaria, né riesce a raggiungere il lirismo epico del film citato." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 54, 1963)
Incasso in euro