Una ragazza a Las Vegas2012

SCHEDA FILM

Una ragazza a Las Vegas

Anno: 2012 Durata: 94 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:Stephen Frears

Specifiche tecniche:SONY CINEALTA F35

Tratto da:memorie di Beth Raymer

Produzione:ANTHONY BREGMAN, D.V. DEVINCENTIS, RANDALL EMMETT, GEORGE FURLA, PAUL TRIJBITS PER EMMETT/FURLA FILMS, RANDOM HOUSE FILMS, LIKELY STORY, RUBY FILMS

Distribuzione:BIM (2013)

ATTORI

Rebecca Hall nel ruolo di Beth Raymer
Bruce Willis nel ruolo di Dink Heimowitz
Joshua Jackson nel ruolo di Jeremy
Catherine Zeta-Jones nel ruolo di Tulip Heimowitz
Vince Vaughn nel ruolo di Rosie
Laura Prepon nel ruolo di Holly
Frank Grillo nel ruolo di Frankie
Joel Murray nel ruolo di Darren
John Carroll Lynch nel ruolo di Dave Greenberg
Andrea Frankle nel ruolo di Marcia Greenberg
Wayne Pére nel ruolo di Scott
Corbin Bernsen
 

SOGGETTO

Raymer, Beth
 

SCENEGGIATORE

DeVincentis, D.V.
 
 

MONTAGGIO

Audsley, Mick
 

SCENOGRAFIA

Davis, Dan
 

TRAMA

Una spogliarellista della Florida si trasferisce a Las Vegas per cercare il successo. Qui incontrerà Dink, uno scommettitore che la introduce nel mondo dello sports betting.

CRITICA

"E' strano trovare il nome di Stephen Frears, cineasta di punta fino dagli anni 80 e autore di grandi film come 'The Queen', associato a una pellicola senza capo né coda come questa. Che spreca un cast di un certo rilievo comprendente Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones, Justin Timberlake, Vince Vaughn; tutti particolarmente distratti, come chi si rende conto di essere finito nel posto sbagliato. Non aiuta il fatto che il film sia tratto da una storia autentica, che la protagonista ha raccontato in un libro di memorie: l'ambiente delle scommesse non risulta mai né drammatico né eccitante e alcuni dialoghi sul funzionamento del gioco d'azzardo sono francamente noiosi." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica, 13 giugno 2013) "Piacerà a chi ha tanto amato Rebecca Hall sul set per Woody Allen e reclamava da anni un film che la contenesse tutta (al Bruce tocca fare la tinca). Per servirla come si deve doveva arrivare Stephen Frears, l'inglese che fa quasi bene tutto quello che fa ('Relazioni pericolose', 'The Queen', 'Rischiose abitudini')." (Giorgio Carbone, 'Libero', 13 giugno 2013) "Stupidissima commedia, che gira a vuoto per poco meno di un'ora e mezzo tra le più svariate scommesse sportive con l'aggiunta di un insulso pizzico di giallo. La cocciuta Beth riesce a farsi assumere come segretaria dalli irritabile, maturo bookmaker Dink, sposato alla gelosissima Tulip (Catherine Zeta-Jones(...). Sia Bruce Willis, in bermuda con agghiaccianti calzettoni bianchi, sia Rebecca Hall, in hot pants, mostrano in continuazione le gambe. Sta meglio lei." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 20 giugno 2013) "Cosa ci faccia la firma del regista inglese Stephen Frears, che abbiamo cominciato ad apprezzare alla metà degli anni Ottanta come uno degli artefici della rinascita del cinema inglese ('My Beautiful Laundrette', 'Prick Up - L'importanza di essere Joe', 'Sammy and Rosie vanno a letto', ecc.), resterà probabilmente un mistero. A meno di non considerare questa scombiccheratissima commedia come una vacanza premio nella città del titolo, da parte del regista di 'The Queen'. (...) Insomma, il film in sé è un pasticcio inenarrabile e però preso per quello che è, una commedia scombiccherata, come dicevamo, dove i pezzi non sempre combaciano tutti e si ha come l'impressione che nessuno dei personaggi creda veramente a quello che sta facendo, alla fine, detto tutto questo, un suo fascino il film finisce con l'averlo. Sarà che ci si appassiona un pochino al destino di quella svitata di Beth (Rebecca Hall compare praticamente in tutti i fotogrammi...), sarà che Bruce Willis, con quella sua aria perennemente spaesata, riesce comunque a farsi voler bene anche interpretando un personaggio un po' lesso come questo, sarà quello che volete ma dato il materiale forse questo era il massimo che ci si poteva cavare. Resta inspiegabile, se mai, come una storia così sia potuta accadere veramente, dato che il film è tratto dal libro di memorie della vera Beth Raymer. Ma, del resto, non per niente Las Vegas è la città del gioco, la città, come viene ripetuto, delle opportunità: Beth ha trovato la sua, ha rischiato ma, alla fine, è riuscita a rimettere a posto tutti i pezzi del puzzle scombinato della sua vita." (Andrea Frambosi, 'L'Eco di Bergamo', 20 giugno 2013)

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