L'artista2008

SCHEDA FILM

L'artista

Anno: 2008 Durata: 110 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Gastón Duprat|Mariano Cohn

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:EDUARDO COSTANTINI E ALFREDO FEDERICO PER COSTA FILMS, FERNANDO SOKOLOWICZ PER ALEPH MEDIA IN ASSOCIAZIONE CON LEON FERRARI, GIANLUIGI GARDANI E TORE SANSONETTI PER BARTER IN ASSOCIAZIONE CON ISTITUTO LUCE

Distribuzione:ISTITUTO LUCE

ATTORI

Sergio Pangaro nel ruolo di Jorge Ramírez
Alberto Laiseca nel ruolo di Romano
Enrique Gagliese nel ruolo di Losada
Ana Laura Loza nel ruolo di Ana
Marcello Prayer nel ruolo di Segretario della galleria italiana
Andres Duprat nel ruolo di Emiliano
 

MUSICHE

Bliffeld, Diego
 

MONTAGGIO

Ricco, Santiago
 

SCENOGRAFIA

Llaneza, Lorena
 

COSTUMISTA

Llaneza, Lorena

TRAMA

Un infermiere che lavora in un ospizio scopre che uno dei pazienti è un geniale pittore. Approfittando della situazione si appropria delle opere dell'anziano e, spacciandole come proprie, diventa un celebre artista. Anche se non ha cultura e non è quasi in grado di esprimersi, riesce a essere credibile e a diventare famoso.

CRITICA

"Sorpresa: un piccolo film diretto da due registi argentini, Mariano Cohn e Gaston Duprat, che passa in concorso quasi inosservato, è uno dei più belli e divertenti della sezione ufficiale del Festival di Roma. (...) Satira feroce sulla società contemporanea, ben recitata e scritta, che coinvolge quasi tutti gli addetti ai lavori, dai critici ai galleristi. Andrès Duprat, lo sceneggiatore, ha un passato di curatore d'arte e di programmi culturali e come coproduttore c'è un famoso artista argentino: Leon Ferrari, Leone d'Oro 2007 alla Biennale d'Arte di Venezia." (Marina Sanna, 'cinematografo.it', 29 ottobre 2008) "Concettuale e modernissimo invece 'El artista', degli argentini Mariano Cohn e Gaston Duprat. (...) L'arte esiste, sembrano dire i registi, è solo ostaggio di un sistema malato. E per ricordarcelo, mentre tengono fuori campo le opere, fanno di ogni inquadratura un'opera d'arte moderna giocando non solo sulla bellissima luce ma su volumi, superfici prospettive, riempiture, in un contrappunto ironico-appassionato al tema del film. Una festa per gli occhi. Anche se alla lunga, come in ogni opera concettuale, il gioco si fa fin troppo scoperto." (Fabio Ferzetti, 'il Messaggero', 29 agosto 2008) "Commedia graffiante, dove parlano solo (e a vanvera) i critici, che ironizza sull'arte. Con un rigore formale invidiabile." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 31 ottobre 2008)

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