LANTANA2001

SCHEDA FILM

LANTANA

Anno: 2001 Durata: 121 Origine: AUSTRALIA Colore: C

Genere:THRILLER

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:PIECE TEATRALE "SPEAKING IN TONGUES" DI ANDREW BOVELL

Produzione:JAN CHAPMAN PRODUCTIONS, MEDIENBETEILIGUNGS UND PRODUKTIONSGESELLSCHAFT MBH & CO. KG, NEW SOUTH WALES FILM AND TELEVISION OFFICE, THE AUSTRALIAN FILM FINANCE CORPORATION

Distribuzione:FANDANGO, DVD FANDANGO/DNC VISUALMIND (2002)

TRAMA

Una donna scompare. Incaricato di risolvere il mistero legato alla scomparsa della donna, il detective Leon Zat si muove in un variegato universo di rapporti umani. Mano a mano che l'indagine prosegue, quattro famiglie, quattro matrimoni vengono trascinati in un gorgo fatto di amore, inganno, sesso e morte.

CRITICA

"Si chiama 'Lantana', dal nome di un'erba aromatica e nociva. Arriva, premiatissimo, dall'Australia. Lo ha diretto un certo Ray Lawrence, da una sceneggiatura perfetta di Andrew Bovell. Ed è uno dei più bei gialli della stagione. Anche perché è un giallo dell'anima, costruito a cerchi concentrici, senza spari, azione o ritmi frenetici. La scena più violenta è l'urto frontale fra due uomini di mezz'età che fanno jogging. L'unico cadavere appare nella prima inquadratura. Per il resto toccherà a noi scoprire il come e il perché di quella morte, aggirandoci fra coppie suburbane variamente ma tenacemente infelici. Un poliziotto che tradisce la moglie e finisce per fare amicizia col marito della sua amante. Una psicoanalista che ha perso una figlia di 11 anni. Un marito che non la capisce più. Un paziente che si vanta delle sue imprese gay con uomini sposati. Dei vicini di casa che sanno (quasi) tutto ma non capiscono (quasi) niente. Proprio come noi, persi in questa congiura delle apparenze, dove ogni immagine ha il suo rovescio, ogni sospetto ne cela un altro. Fermo, dolente, sorretto da un magnifico cast. Magistrale". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 aprile 2002) "Il film australiano molto premiato vuol essere un thriller psicologico sull'amore. (...) Il film si ispira a una commedia andata in scena a Sydney nel 1996, scritta dallo sceneggiatore Andrew Bovell, intitolata significativamente 'Speeking in tongues'". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 aprile 2002) "Il regista e lo sceneggiatore riescono, con l'ottima interpretazione di tutti gli attori, a plasmare la struttura a più livelli del film, a valorizzare le diverse identità e a tessere i vari fili di una storia, viscosa e tracimante, nella quale la persistenza del cinema resiste". (Enrico Magrelli, 'Film Tv', 28 aprile 2002) "La regia resta guardinga, quasi sempre fedele ai teoremi della geometria catodica e si spinge a osare solo tra gli spazi angusti dove con lenti e sospesi movimenti di macchina scopre indiscrete porzioni di fuoricampo. Sono probabilmente questi i momenti migliori del film in cui emerge la sensazione di un'inevitabile violazione degli spazi e delle parole, una forma di virulenza sottile connaturata nelle dinamiche di tutti i rapporti interpersonali. Una sorta di violenza di gruppo in cui i personaggi, al contempo vittime e carnefici, restano invischiati fino al giro(in)tondo del video clip finale, forse consolatorio, ma senz'altro segnato dallo spettro cupo di un interminabile falso movimento". ( Fabrizio Jevolella, 'Duel', 1 aprile 2002) "Thriller di coppie a pezzi e sale da ballo di periferia, ma non è 'Ultimo tango a Parigi'... (...) Né da prendere, Né da lasciare, ma toccante per il colore tenue, nel quale fonde suspense e psicologia". (Silvio Danese, 'Il Giorno', 26 aprile 2002) "'Lantana' è tratto da un testo teatrale e diretto da Ray Lawrence, regista pubblicitario australiano che pone particolare cura nella fotografia, nella scelta delle luci, nella creazione di un'atmosfera claustrofobica e chiusa. I risultati sono assai deprimenti; e non tanto dal punto di vista della qualità cinematografica, più che accettabile, quanto per il tono programmaticamente lugubre con cui vengono messi in scena i rapporti di alcune coppie, quelli interpersonali in generale e una Sidney da suicidio, dove a nessuno verrebbe mai in mente di andare a vivere". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 28 aprile 2002

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