L'amore molesto1995

SCHEDA FILM

L'amore molesto

Anno: 1995 Durata: 104 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Mario Martone

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI, EASTMANCOLOR

Tratto da:liberamente tratto dal romanzo omonimo di Elena Ferrante

Produzione:ANGELO CURTI, ANDREA OCCHIPINTI, KERMIT SMITH PER LUCKY RED, TEATRI UNITI, IN COLLABORAZIONE CON RAI TRE

Distribuzione:LUCKY RED - DELTAVIDEO, BMG VIDEO

ATTORI

Anna Bonaiuto nel ruolo di Delia
Angela Luce nel ruolo di Amalia
Gianni Cajafa nel ruolo di Zio Filippo
Lina Polito nel ruolo di Rosaria, sorella di Delia
Marita D'Elia nel ruolo di Wanda, sorella di Delia
Piero Tassitano nel ruolo di Medico legale
Giovanni Viglietti nel ruolo di Nicola Polledro, detto "Caserta"
Peppe Lanzetta nel ruolo di Antonio Polledro, figlio di "Caserta"
Anna Calato nel ruolo di Sig.ra De Riso, la vicina di casa
Italo Celoro nel ruolo di Padre di Delia
Carmela Pecoraro nel ruolo di Delia da bambina
Licia Maglietta nel ruolo di Amalia da giovane
Carlo Carotenuto nel ruolo di Padre di Delia da giovane
Enzo Decaro nel ruolo di "Caserta" da giovane
Tyler Martini nel ruolo di Antonio da giovane
Francesco Paolantoni nel ruolo di Zio Filippo da giovane
Alice Massa nel ruolo di Rosaria da giovane
Armando Pirozzi nel ruolo di Soldato in licenza
Beniamino Femiano nel ruolo di Guardarobiere
Fabrizio Martone nel ruolo di Candidato
Ferdinando Sirignano nel ruolo di Uomo con il sigaro
Luciana Zazzera nel ruolo di Sarta
Nicola Laieta nel ruolo di Soldato in licenza
Raffaele Viola nel ruolo di Signore anziano
Sabina Cangiano nel ruolo di Commessa
Teresa Cibelli nel ruolo di Sarta
Vincenzo Saggese nel ruolo di Soldato in licenza
 

SOGGETTO

Ferrante, Elena
 

SCENEGGIATORE

Martone, Mario
 

MONTAGGIO

Quadri, Jacopo
 

SCENOGRAFIA

Muselli, Giancarlo
 

COSTUMISTA

Raboni, Metella

TRAMA

Delia vive e lavora come disegnatrice di fumetti a Bologna. La morte per annegamento dell'anziana madre Amalia la costringe a tornare a Napoli per i funerali. Delia non è d'accordo sulla tesi del suicidio e dopo aver ricevuto una misteriosa telefonata inizia a indagare sugli ultimi mesi di vita della madre. Le scoperte si intrecciano con i ricordi del suo passato che a poco a poco le tornano alla mente. Ricorda quando accusò la madre di avere una relazione con "Caserta", un individuo misterioso che suo padre minacciò con la pistola. Quando il padre accoglie Delia nel suo studio lei gli rivela di aver mentito sull'infedeltà materna. Recatasi nel vecchio quartiere della sua infanzia, riaffiora alla sua mente l'episodio che ha determinato la fine della sua infanzia. Sul treno per Bologna, capisce che, anche se il tragico decesso della madre rimane oscuro, il suo ricordo la porta ad identificarsi e ad assomigliare sempre di più a lei.

CRITICA

"Ammirazione e perplessità, a fasi alterne e con progressiva tendenza al peggioramento, mi hanno accompagnato durante l'intera visione di 'L'amore molesto' di Mario Martone. Ammirazione per il vibrante ritratto di donna in crisi che ci dà la fiera e scontrosa Anna Bonaiuto, per il concertato antropologicamente allarmante dei personaggi che la circondano, per gli scorci catastrofici della Napoli postmoderna evocati con raffinata sensibilità dall'operatore Luca Bigazzi sul ritmo di una 'Tarantella del Gargano' arrangiata da Daniele Sepe. Perplessità per l'ostinazione nel seguire i passi perduti della protagonista, gli indugi, le divagazioni coloristiche e altri inutili retaggi dei remoti anni Sessanta. (...) 'L'amore molesto' si può considerare una specie di ibridazione dell'antonionismo sulla sceneggiata, proprio come il jazz moderno è stato volentieri sposato a!la nuova musica napoletana: il tutto in un'impaginazione di geometrico rigore simile a quella comics che disegna Delia: e immerso nel calore freddo di una tensione continua, dove a ogni istante sembra che al sole martellante debba subentrare (e succede pure) una di quelle piogge da fine del mondo." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 20 aprile 1995) "Raramente, o forse mai, si era vista una Napoli così vera e nello stesso tempo anche frutto di rivisitazioni quasi arcane, raramente l'accento realista era riuscito a scontrarsi ed a fondersi con gli spettri di un inconscio riletto spesso come un incubo, raramente un groviglio di fatti concreti fino allo spasimo era arrivato a vestirsi senza strappi di invenzioni e forse persino di sogni; per merito anche della splendida fotografia di Luca Bigazzi, magicamente in equilibrio fra l'allucinato e il cronistico. Altrettanto esemplari gli interpreti, intenti ad un tipo di recitazione che, secondo la misura stessa del film, rilegge sempre il reale attraverso l'immaginato: non solo la protagonista, Anna Bonaiuto, con una mimica finissima dai toni, però, sempre devastati e lacerati, ma tutti quelli che l'attorniano, scelti soprattutto fra le schiere, di un valido teatro napoletano di oggi (Angela Luce, Gianni Cajafa, Peppe Lanzetta, Enzo De Caro, Licia Maglietta) e pronti a proporsi con incisivi." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 26 aprile 1995) "Il film bello e imperfetto, denso fotografato benissimo da Luca Bigazzi e interpretato magnificamente, oltre che da Anna Bonaiuto, da un gruppo di eccellenti attori teatrali, è uno dei più interessanti del momento ed è fitto di misteri. Il primo mistero è la scrittrice Elena Perrante, autrice del romanzo 'L'amore molesto' (editore e/o) da cui il film è tratto: di lei non si conosce la faccia e non si hanno notizie, si dice soltanto che è debuttante, è vissuta a Napoli, abita in Grecia e forse il suo nome è un altro, si sa che è molto brava. (...) Mario Martone, 36 anni, napoletano, teatrante, cofondatore delle compagnie Falso Movimento e Teatri Uniti, autore di ammirati cortometraggi e video, debuttante al cinema nel 1992 con 'Morte di un matematico napoletano' e subito vincitore del premio speciale della giuria alla Mostra di Venezia, ottimo direttore d'attori, e un regista italiano speciale: uno dei pochi dotato di stile personale, interessato alla ricerca di linguaggio, originale e creativo nella narrazione per immagini. Storia di passioni e di misteri, per quanto imperfetto 'L'amore molesto' è riuscito, aspro, affascinante." (Lietta Tornabuoni, "La Stampa", 21 aprile 1995)

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