L'amante in citt?1995

SCHEDA FILM

L'amante in città

Anno: 1995 Durata: 83 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:N. TENEMBAUM - S. SODERBERGH

Distribuzione:CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1998) - HOME VIDEO

TRAMA

Louis e Eliza, felicemente sposati, abitano nella zona di Long Island. Louis tutti i giorni va a New York per lavoro. Eliza rimane a casa e, una mattina, mentre mette in ordine la camera da letto, trova per caso una lettera d'amore che lei ritiene sia indirizzata a Louis. Assalita da mille dubbi e incapace di tenerseli dentro, va subito a confidarsi con la famiglia. Intorno ad un tavolo la madre Rita, dalla forte personalità, il padre Jim, mite e arrendevole, la sorella Joe, ribelle e sarcastica, e il suo ragazzo, un presuntuoso convinto di poter fare lo scrittore, si mettono a discutere dei possibili significati della lettera. Alla fine Rita convince la figlia che l'unica soluzione è andare a New York, nell'ufficio di Louis, e confrontarsi apertamente con lui. Tutti e cinque salgono sulla station-wagon familiare, arrivano a Manhattan ma, in ufficio, apprendono che Louis ha preso un giorno di permesso. Ormai decisi ad andare in fondo, i cinque cominciano una ricerca serrata, che li fa entrare a contatto con personaggi molto eccentrici. La ricerca del marito diventa così per i componenti della famiglia il pretesto per far venire alla luce rancori e difetti. Entrata ad una festa, Joe si lascia avvicinare e corteggiare da un ragazzo, rinfacciando poi al fidanzato di essere debole e inetto. Finalmente si vede Louis uscire per strada in compagnia di un amico. La verità viene così a galla: Louis ha da qualche tempo una relazione omosessuale. Grande sconforto in famiglia, rabbia e delusione. Joe però ne prende pretesto per lasciare il fidanzato e andarsene con un'amica.

CRITICA

"Certo, l'esordiente Greg Mottola, autore anche della sceneggiatura, si è forse un po' troppo compiaciuto nel riprendere, per far sorridere, certi schemi di ieri, ma la sua impresa ha, nonostante questo, cifre e sapori nuovi, specie nella descrizione di quella piccola borghesia di New York che quasi simbolicamente ha caricato su un'automobile con l'idea scoperta, e maliziosa, di esibirla li come in un museo di varia, colorita e pittoresca umanità. (...)E spinta avanti da ritmi allegri, in cifre e con colori in cui l'asprezza, l'amarezza e perfino le caricature che graffiano riescono sempre abilmente ad andare di pari passo con le cadenze della commedia e qua e là, forse, anche con quelle, meno vistose ma pur presenti, della tragicommedia. Ovviamente si tratta di un'opera prima e, specie nel testo, qualche snodo narrativo esita e qualche soluzione scricchiola, ma i ritmi sono quasi sempre giusti e il ritratto di New York in prospettive piccole, grazie a quel gruppetto è quasi sempre efficace. Fino a una cronaca del vero che sconfina nella beffa. Gli interpreti, poco noti, vengono soprattutto dal teatro. Lei è Hope Davis, lui Stanley Tucci." (Gian Luigi Rondi, "Il Tempo", 25 Giugno 1998) "Ma Mottola la sua storiella la sa raccontare bene, procura qualche brivido e quella sensazione di nudità che si avverte quando si viene spiazzati da frammenti di verità acuminate. In più, dirige bene, asciutto, diretto, senza compiacimento e con tempi calibrati - tranne che nella scena dell'agnizione, allorché semisoggettive sbilenche e ralenti improbabili incorniciano l'outing di Stanley Tucci in un trionfo del kitsch - mettendo a suo agio un manipolo di attori discreti che qui rendono al di sopra delle proprie possibilità, offrendo interpretazioni sottili, responsabili di quell'aria rohmeriana che, di tanto in tanto, impreziosisce il film." (Giacomo Manzoli, 'Cineforum') "Realizzato in sedici giorni con un budget di quattro soldi, 'L'amante in città' è una tragicommedia sugli egoismi della piccola borghesia newyorkese (ma non soltanto). Tramite il reagente dell'infedeltà coniugale i malintesi, le repressioni e gli equivoci della vita famigliare affiorano come in una terapia di gruppo. Il film è brillante, divertente, amaro nel fondo; solo un po' troppo parlato, come accade regolarmente nelle produzioni indipendenti made-in-Usa." (Roberto Nepoti, "la Repubblica", 20 Giugno 1998)

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