L'amante giovane1972

SCHEDA FILM

L'amante giovane

Anno: 1972 Durata: 107 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Maurice Pialat

Specifiche tecniche:PANORAMICA, KODAKCOLOR, EASTMANCOLOR

Tratto da:romanzo omonimo di Maurice Pialat

Produzione:EMPIRE FILMS, LIDO FILMS

Distribuzione:NUMBER ONE VIDEO

ATTORI

Marlène Jobert nel ruolo di Catherine
Jean Yanne nel ruolo di Jean
Macha Méril nel ruolo di Françoise
Christine Fabréga nel ruolo di La madre di Catherine
Jacques Galland nel ruolo di René, il padre di Catherine
Muse Dalbray nel ruolo di La nonna di Catherine
Patricia Pierangeli nel ruolo di Annie
Maurice Risch nel ruolo di Michel
Harry-Max nel ruolo di Il padre di Jean
 

SOGGETTO

Pialat, Maurice
 

TRAMA

Benché sia sposato con Françoise da undici anni, da sei Jean è l'amante di Catherine. Lui è un uomo egoista e brutale e ha un carattere impossibile. Catherine, invece, è piena di discreta abnegazione, e soltanto raramente il suo orgoglio fa capolino. Un giorno, Jean le chiede di accompagnarlo a Marsiglia per aiutarlo a realizzare delle riprese cinematografiche. Una volta lì, però, la rimprovera per la sua inettitudine e la caccia dal set, per poi però andare a cercarla. Episodi del genere si susseguono sempre più numerosi, sino a che Catherine, stanca di questa burrascosa relazione che i suoi genitori non vedono di buon occhio e che Françoise finge di tollerare, decide di sposare un altro. Jean scopre ogni giorno di più il vuoto lasciato in lui dalla ragazza, e tenta di riconquistarla con la promessa di matrimonio. Ma Catherine si è resa conto che il legame finirebbe per distruggerla. Nell'ultimo disperato incontro, a Jean non concede che una vaga promessa di rivedersi qualche volta.

CRITICA

"Acuta e delicata analisi di sentimenti, questo film trascura tutti gli episodi che potrebbero essere convenzionalmente cinematografici, puntando sull'autenticità delle situazioni e sulla efficacia dei dialoghi. Pur ingenerando, talvolta, un senso di stanchezza (dovuto all'iterazione di cui si serve come mezzo espressivo, peraltro inadeguato), il regista, anche nel rifiutare il tradizionale realismo descrittivo, trova un modo di penetrare nei meandri dell'animo umano, modo che ha il pregio di riflettere realtà spirituali ordinariamente trattate con falsificazioni proprie dell'astrazione o della tipizzazione; e, soprattutto, riesce a evidenziare la pericolosità di un rapporto in cui la donna, per debolezza e passionalità, accetta di essere oggetto e non persona. Ma il discorso, impostato forse con sincera intenzione, conserva ambiguo fascino alle rovine sulle quali vorrebbe costruire; adulterio romantico, unione libera, abbandono sensuale, linguaggio alquanto sboccato e un certo fatalismo esistenziale sono gli elementi che negativamente appaiono più evidenti". ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 74, 1973)

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