Anno: 2008 Durata: 85 Origine: SPAGNA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Fernando Eimbcke
Specifiche tecniche:35 MM, CINEMASCOPE
Tratto da:-
Produzione:CINEPANTERA, FIDECINE, INSTITUTO MEXICANO DE CINEMATOGRAFÍA (IMCINE), EFICINE 226
Distribuzione:ARCHIBALD FILM
Diego Cataño | nel ruolo di | Juan |
Héctor Herrera | nel ruolo di | Don Heber |
Daniela Valentine | nel ruolo di | Lucía |
Juan Carlos Lara | nel ruolo di | David |
Yemil Sefami | nel ruolo di | Joaquín |
Enrique Albor | ||
Raquel Araujo |
Il sedicenne Juan, esasperato dai problemi familiari, decide di scappare a bordo dell'auto dei suoi. La fuga, però, termina velocemente contro un palo del telegrafo poco distante dalla sua abitazione. Costretto a riparare la macchina, Juan si imbarca in un'odissea cittadina alla ricerca di qualcuno che possa aiutarlo. Si imbatte quindi in un anziano meccanico con il suo intelligente cane boxer Sica, poi in Lucía, una ragazza punk che ben poco si intende di auto e motori che lavora presso la 'Refaccionaria Oriente', una bottega di ricambi auto, e infine in David, un apprendista meccanico con la passione per il kung-fu che finalmente può risolvere il guasto. Le esperienze vissute nel corso della giornata aiuteranno Juan a comprendere quale sarà da ora in poi il suo ruolo all'interno della famiglia.
"Piccolo grande film rivelazione del concorso del 38enne Fernando Eimbcke. Altra storia di un lutto, guarda caso, ma così obliqua e quasi nascosta in immagini meravigliose che il tema centrale si scopre solo poco prima della fine (...) E sono l'occhio e il rigore ammirevoli del regista, che usa solo non professionisti a parte un vecchio attore strepitoso, e battezza Sica il suo cane in omaggio al De Sica di 'Umberto D', a fare di 'Lake Tahoe' un vero gioiello, sofisticato e insieme diretto, sapiente e comunicativo, come capita di rado."(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 febbraio 2008) "Il silenzio gioca un ruolo fondamentale in 'Lake Tahoe', film messicano. Il regista Fernando Eimbcke emoziona per il suo linguaggio semplice, per l'uso continuo della camera fissa che dilata il tempo in cui si muove il protagonista." (Vincenzo Savignano, 'Avvenire', 10 febbraio 2008) "Costruito così attraverso una serie di confronti anche il personaggio di Juan prende forma e consistenza, evitando le trappole dello psicologismo ma anche le tentazioni di certo stereotipato cinema giovanilista. Eimbcke si inventa un modo di raccontare fatto di brevi scene dove le parole spesso non servono, collegate tra loro da 'code' completamente nere, dove a volte si ascolta in colonna sonora qualche rumore o qualche parola. E l'effetto, piuttosto che spezzettare la storia, finisce per essere quello di sottolineare la forza delle immagini che si vedono, come se dell'avventura di tutto un giorno il regista volesse farci vede solo quello che ritiene davvero importante. Così il risultato finale è una specie di 'diario' improvvisato e divertente, raccontato all'insegna di una leggerezza contagiosa e affascinante, che grazie a un gruppo di attori sconosciuti ma indimenticabili si candida seriamente ai premi finali." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 10 febbraio 2008)
Incasso in euro