L'Accabadora2016

SCHEDA FILM

L'Accabadora

Anno: 2016 Durata: 86 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Enrico Pau

Specifiche tecniche:-

Tratto da:-

Produzione:FRANCESCO PAMPHILI PER FILM KAIRÒS, IN COPRODUZIONE CON JANE DOOLAN PER MAMMOTH FILMS, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA

Distribuzione:KOCH MEDIA (2017)

ATTORI

Donatella Finocchiaro nel ruolo di Annetta
Barry Ward nel ruolo di Albert
Sara Serraiocco nel ruolo di Tecla
Carolina Crescentini nel ruolo di Alba
Anita Kravos nel ruolo di Madre di Annetta
Piero Marcialis nel ruolo di Frate
Camilla Soru nel ruolo di Benedetta
Federico Noli nel ruolo di Bastiano
Caterina Medici nel ruolo di Tenutaria
Maria Grazia Sughi nel ruolo di Padrona di casa
Emilia Agnesa nel ruolo di Nipote padrona di casa
Nunzio Caponio nel ruolo di Ambulante
Riccardo Cau nel ruolo di Bambino anemico
Enia Carboni nel ruolo di Annetta a 12 anni
Saverio Abis nel ruolo di Ragazzo ambulante
Maria Roberta Locci nel ruolo di Donna borsa nera
Mario Faticoni nel ruolo di Vecchio latteria
Matilde Soro nel ruolo di Benedetta a 12 anni
Carla Orrù nel ruolo di Moglie uomo ammalato
Giuseppe Boy nel ruolo di Uomo ammalato
 
 
 

SCENOGRAFIA

Dentici, Marco
 

COSTUMISTA

Grilli, Stefania

TRAMA

Cagliari negli anni Quaranta è già una grande città per chi giunge da un piccolo villaggio. Annetta vi arriva nei giorni in cui l'Italia sta entrando in guerra e gli Alleati iniziano a bombardarla. È una donna di circa trentacinque anni, sempre vestita di nero, solitaria e silenziosa, d'una bellezza di pietra tipica delle zone più arse della Sardegna. A Cagliari nessuno sa nulla di questa donna che sembra custodire nel suo passato un terribile segreto. Dice di essere in cerca della nipote Tecla e trova lavoro e alloggio presso una famiglia altolocata che le lascia in custodia una grande villa e abbandona la città per sfuggire alla guerra. Proprio durante un bombardamento, nella concitazione della fuga verso il rifugio, Annetta intravede Tecla uscire dal portone di una casa di tolleranza. Le offre aiuto ma la ragazza sembra preferire quella vita umiliante piuttosto che accettare qualcosa da lei. La frattura tra loro risiede nel passato di Annetta: un passato fatto di solitudine, dolore e morte perché lei, per tutti, era l'Accabadora, colei che dà la "buona morte" ai moribondi che la richiedano, un ruolo tramandatole un tempo dalla madre. La sua nuova vita nella grande città, sgravata ormai dell'antico ruolo, la porta a scoprire di essere una donna capace di avere curiosità per la vita, di vivere il sentimento dell'amicizia e forse dell'amore. Ma la guerra e la distruzione porteranno Annetta davanti a una difficile scelta: riprendere i suoi antichi abiti di Accabadora o concedersi di vivere la vita?

CRITICA

"Ricercato nella composizione cromatica di scene e costumi che sottraggono l'isola alla sua immagine più risaputa, di stile severo e solenne, talora metafisico, rischia di risentire di un andamento troppo monocorde." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 20 aprile 2017) "Il nuovo film di Enrico Pau si pone una scommessa ambiziosa, che poi ricorre nei film di un regista eccentrico rispetto agli stili e alle mode del cinema italiano; e cioè il racconto di un tempo, e di un mondo, attraverso personaggi messi davanti a una scelta che è insieme una sfida alla loro realtà a cui Pau cerca una corrispondenza visiva nella composizione pittorica delle inquadrature, nei colori delle stoffe (gli abiti di Antonio Marras) che qui sembrano intrecciarsi agli stati d'animo del personaggio. (...) 'L'accabadora' è anche, o forse soprattutto un film «femminile». Nella scrittura - la sceneggiatura è del regista insieme a Anna Iaccarino e al graphic novelist Igort - è come se il regista provasse, esasperandone i contorni, a scompigliarne la dimensione letteraria che solitamente vi si accompagna: quella che imprigiona l'accabadora e quella che punteggia le figure di quel paesaggio di rovine, di un matriarcato millenario in cui il destino veniva accettato con rassegnazione. Annetta diviene una ribelle, e con sé, tra le paure e l'emozione di un amore «estraneo» al suo mondo che le permette di reinventarsi, porta il sentimento della sua terra con le sue ricchezze nascoste e le speranze appese a un filo (molto bello l'inserto di un filmato d'epoca che mostra la processione di Sant'Efisio attraverso le macerie), col peso di un passato pesante e dei suoi spettri." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 20 aprile 2017) "Film ricco di suggestioni in un chiaro/scuro imponente, il terzo lungometraggio del talentuoso cagliaritano Pau si offre in tutta la sua forma, non di rado sconfinante nel formalismo. Dalle canne ventose di deleddiana memoria agli scenari apocalittici delle rovine umane: nulla si fa mancare nel ritratto della propria straordinaria Terra oltraggiata dal furore bellico, dimenticando - purtroppo - un elemento essenziale per la riuscita di un'opera cinematografica, ovvero il ritmo drammaturgico." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 20 aprile 2017) "Originale melodramma di un regista sardo, girato a Cagliari. (...) Molto brava Donatella Finocchiaro, che attraversa tutto il film senza l'ombra di un sorriso." (Massimo Bertarellli, 'Il Giornale', 20 aprile 2017)

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