La valle di pietra1992

SCHEDA FILM

La valle di pietra

Anno: 1992 Durata: 104 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Maurizio Zaccaro

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:racconto "Kalkstein" di Adalbert Stifter

Produzione:MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER PENTA FILM, ROBERTO CICUTTO E VINCENZO DE LEO PER AURA FILM, MARCELLO SIENA PER PRODUZIONI SIRE

Distribuzione:PENTA DISTRIBUZIONE - MEDUSA VIDEO (PEPITE), PENTAVIDEO

ATTORI

Charles Dance nel ruolo di Agrimensore
Fabio Bussotti nel ruolo di L'assistente
Aleksander Bardini nel ruolo di Il parroco della Conca
Klara Neroldova nel ruolo di Johanna
Miroslav Kadic nel ruolo di Il parroco da bambino
Rudolf Hrusínský nel ruolo di Uno
Milos Kopecky nel ruolo di Giudice Escher
Ladislav Chudík nel ruolo di Dottor Reisen
Miroslav Donutil nel ruolo di Stipetic
Steva Marsalek nel ruolo di Keller
Vaclav Vodak nel ruolo di Handorf
Keos Sucharipa nel ruolo di Waffel
Vávra Bohumil nel ruolo di Prof. Bauer
Miroslav Knoz nel ruolo di Il parroco di Shauendorf
Stefano Cangioli nel ruolo di Un operaio
Stefano Comandini nel ruolo di Lorenzo Catani
Alessandro Fabbri nel ruolo di Andrea Cortesi
Andrea Tosarelli nel ruolo di Luigi Rimondini
Pietro Bertaggia nel ruolo di Paolo Traversini
Bruno Mancini nel ruolo di Antonio Caminati
Valentina Gnemi nel ruolo di Camilla Giovanetti
Gabriele Caiconti nel ruolo di Christian Ambrogetti da bambino
Lorenzo Guerra nel ruolo di Bambino
Paolo Pennacchi nel ruolo di Bambino
 
 

SCENOGRAFIA

Simi, Carlo
 

COSTUMISTA

Leoncini, Simonetta

TRAMA

Nell'Ottocento, in Boemia, durante un pranzo in casa di un prete, un agrimensore che lavora per l'impero austro-ungarico conosce l'anziano parroco di una contrada non lontana, e nota che, nonostante i poveri abiti, indossa eleganti polsini di merletto che cerca sempre di nascondere. Passano 8 anni, e all'agrimensore viene dato dal governo un nuovo incarico, per cui, allontanatosi dalla famiglia, raggiunge in carrozza la "Conca di pietra", fatta di grige rocce brulle, che si sfaldano giù nel fiume. Accolto dall'efficiente assistente, l'agrimensore, iniziati i rilievi necessari fra le colline franose, incontra quell'anziano parroco che aveva conosciuto tanti anni prima, che ammira il paesaggio, pur così privo di alberi, perché "le rocce raccolgono la luce". Da allora i due si vedono spesso, anche nella canonica, povera ma pulitissima. Una sera d'estate, l'agrimensore, sospeso il lavoro, viene invitato dal prete. Scoppia però un temporale fortissimo e i due uomini, al solo lume di una candela, restano a lungo in silenzio, poi cenano, dopo la preghiera, con poco cibo frugale. Più tardi il parroco offre all'ospite un letto per la notte, e questi scopre che il prete abitualmente dorme sopra una cassapanca, col capo appoggiato su di una Bibbia. L'agrimensore, stupito, ripensa al bianchi polsini di pizzo del sacerdote. Al mattino, quando parte, vede il prete immerso nell'acqua della Conca per aiutare i bambini del paese a passare un ponticello semisommerso, e si unisce all'opera di soccorso. Preso dal lavoro, l'agrimensore dimentica il parroco per qualche tempo, poi viene a sapere che è malato ma non vuole medico, né medicine, guarirà se Dio vorrà. In una delle sue visite al malato, questi gli affida la copia del proprio testamento, poi gli racconta di essere figlio, insieme a un fratello gemello, dell'agiato e onesto proprietario di una conceria di pelli, e lo rende partecipe del suo più grande segreto...

CRITICA

"Questo lavoro di Maurizio Zaccaro è pieno di profonda spiritualità, ed offre motivo di meditazione, presentando la vita di un povero sacerdote dell'800, in una località inospitale, nella quale egli sa trovare ugualmente motivo di ammirazione per la varia bellezza del creato. Si tratta di un personaggio originale, e ricco di fine psicologia, che si rivela con pudore all'agrimensore stupido, ma subito interessato dalla particolare personalità del prete. Non una parola, nè una situazione, nè un personaggio della vicenda appaiono violenti o comunque malvagi, ma tutto è espresso con una tale sobrietà da evitare sia la leziosità che il tono patetico. L'episodio dell'incontro purissimo dell'adolescente con la mai dimenticata Johanna, da cui deriva poi nel sacerdote l'amore per i merletti e la bella biancheria, è trattato con molta finezza. Un film d'atmosfera, evocativo e non descrittivo: notevoli appaiono la scena della preghiera in canonica, prima della cena, e il silenzio dei due uomini, mentre infuria il temporale e la candela si consuma lentamente, e significativo è il furtivo gesto del parroco, che cerca sempre di nascondere i polsini di pizzo, sotto le maniche della povera giacca. Ricca di contenuti, e sicuramente influenzata dalla tematica di Olmi, quest'opera si avvale di una splendida fotografia e delle ottime interpretazioni di Charles Dance (l'agrimensore) e di Aleksander Bardini (il parroco)." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 114, 1992) "In questi nostri anni di crisi delle ideologie, il ritorno a una letteratura di cristallini sentimenti (non di sentimentalismo) e di amore per gli umili ha un suo indubbio significato. Certo, portare sullo schermo 'Kalkstein' (cioè 'La pietra calcarea') era impresa rischiosa. In questa novella accade molto poco, mentre ciò che conta è lo stato d'animo dei personaggi, il mondo in cui si cala la loro vita e il valore che essi le danno. (...) Il film ha il respiro lieve della novella di Stifter rielaborata cinematograficamente senza tradirla, e anzi facendone occasione per esprimere attraverso di essa l'intero mondo poetico e spirituale dello scrittore. Zaccaro conduce il film con rara delicatezza, attento alle piccole cose, ai piccoli gesti, e con la capacità di dare un'anima al paesaggio che non è mai soltanto scenografia, occasione decorativa, ma diventa anch'esso personaggio. In tempi di banalità televisiva o di effettistica spettacolarità cinematografica, film come quello di Zaccaro ci ricordano quanto il film possa essere poesia e aiutarci a ritrovare la giusta direzione del vivere." (Ernesto G. Laura, 'La Discussione', 19 ottobre 1992)

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