La strada lunga un anno1957

SCHEDA FILM

La strada lunga un anno

Anno: 1957 Durata: 138 Origine: JUGOSLAVIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO, SOCIALE

Regia:Giuseppe De Santis

Specifiche tecniche:ULTRASCOPE

Tratto da:-

Produzione:IVO VRHOVEC PER JARDAN FILM (ZAGABRIA)

Distribuzione:CINO DEL DUCA (1958)

 

MONTAGGIO

Tesija, Boris
 

SCENOGRAFIA

Zagota, Zelimir

TRAMA

In un piccolo e poverissimo paese di montagna sembrano non esserci speranze per il futuro. Manca il lavoro e non ci sono soldi per alcun tipo di impresa. Un giorno, però, uno degli abitanti del villaggio, Guglielmo, che ha moglie e figli ma non ha un lavoro per provvedere loro, ha un'idea: dare comunque inizio alla costruzione di una strada che colleghi il paese al mare. In poco tempo tutto gli abitanti del paese sono in fermento e molti altri accorrono per partecipare al lavoro, ritenendolo autorizzato dal Comune. Quando però scoprono che la strada è un'iniziativa di Guglielmo, all'entusiasmo subentra la delusione. Uno strano vagabondo, soprannominato "Chiacchiera" però rasserena gli animi e convince tutti che ha ragione Guglielmo: quando la strada sarà finita, qualcuno pagherà. Ma gli ostacoli da superare sono molti. I contadini protestano per l'espropriazione della terra e il sindaco minaccia di far interrompere i lavori con la forza. Quando interviene la polizia e arresta gli uomini per uso improprio di esplosivi, sono le donne a dare inizio alla protesta. Gli uomini vengono scarcerati e il sindaco, visto che il Governo non è disposto a sovvenzionare i lavori, è costretto a dimettersi. Il nuovo sindaco, che era il vecchio maestro elementare, dopo molte indecisioni si schiera a favore dei suoi concittadini e si trova il modo di ottenere i soldi per costruire la strada. Si devono far pagare le tasse a quanti, appellandosi a privilegi feudali, non le hanno mai versate. Per il paese inizia un'epoca nuova.

CRITICA

"Il film, prolisso e verboso, s'ispira a quella retorica che caratterizzò in altri tempi alcune opere con pretese di carattere sociale. Vicende e personaggi rivelano il tono convenzionale di una tesi precostituita, fondata sulla ricerca demagogica di un certo tipo di giustizia sociale. La regia s'attarda in lungaggini inutili e la recitazione s'adegua agli atteggiamenti enfatici dei personaggi." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 45, 1959)

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