Anno: 2013 Durata: 85 Origine: FRANCIA Colore: C
Genere:AVVENTURA
Regia:Carlo Alberto Pinelli
Specifiche tecniche:35 MM
Tratto da:-
Produzione:LAURA CAFIERO, UGO ADILARDI, VALERIA ADILARDI, KARINE BLANC, MICHEL TAVARES PER PANEIKON, METAFILM, IN COPRODUZIONE CON TAKAMI PRODUCTIONS
Distribuzione:WHALE PICTURES (2014)
Giovanni Anzaldo | nel ruolo di | Acciugaio |
Stefano Marseglia | nel ruolo di | Cino |
Francesca Zara | nel ruolo di | Catlìn |
Marc Andréoni | nel ruolo di | Barrocciaio |
Jean-Louis Culloc'h | nel ruolo di | Malgaro francese |
Giada Laudicina | nel ruolo di | Acciugaia |
Luca Mercier | nel ruolo di | Vincent |
Philippe Nahon | nel ruolo di | Cercatore d'oro |
Joana Preiss | nel ruolo di | Malgara francese |
Liliane Rovère | nel ruolo di | Curatrice |
Donato Sbodio | nel ruolo di | Padre di Cino |
Luisa Marie Seravesi | nel ruolo di | Madre di Cino |
A causa della profonda miseria in cui versavano gli abitanti delle vallate della provincia di Cuneo, alla fine del 1800, una famiglia di montanari si trova costretta a cedere per pochi spiccioli il proprio figlio primogenito Cino, di soli dieci anni, a un rozzo barrocciaio. Quest'ultimo, all'inizio di ogni estate, trasporta a bordo di un grande carro una decina di poveri bambini da Saluzzo al mercato francese di Barcelonnette. I piccoli sono destinati come pastorelli stagionali in affitto ai malgari delle valli dell'Ubaye e del Mercantour. Questa volta il carro ospita anche una bambina dalla pelle ambrata e dagli occhi vivacissimi, che il barrocciaio spera di collocare come servetta presso il parroco di uno dei villaggi francesi. La bambina si chiama Catlìn ed è la figlia di una prostituta morta qualche tempo prima di tifo. Da qui prende le mosse la malinconica storia di Cino e Catlìn.
"Tra Dickens e De Amicis, tra l'avventura e la fiaba non priva di crudezza nel rappresentare le peggiori insidie cui i bambini indifesi sono esposti, tra paesaggi mozzafiato, nobili intenzioni di denuncia (lo sfruttamento dei minori, ora come allora), momenti di tenerezza poetica, un esperto conoscitore della montagna di chiara fama, Carlo Alberto Pinelli, ha realizzato un progetto antico (tanto da portare anche la firma di suo padre, il celebre sceneggiatore Tullio Pinelli morto ultracentenario nel 2009) con autentica passione e con una buona dose di ingenuità." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 11 dicembre 2014) "Un film che denuncia lo sfruttamento del lavoro minorile. (...) Una pellicola pensata per i ragazzi, con taglio da sceneggiato televisivo e due giovani disinvolti protagonisti." (A.S., 'Il Giornale', 11 dicembre 2014) "Figlio del grande Tullio, drammaturgo e sceneggiatore assai caro a Fellini, Carlo Alberto Pinelli firma con 'La storia di Cino' un film che nella suggestiva ambientazione nel Cuneese rispecchia sia la sua esperienza di documentarista, sia una sua profonda conoscenza della zona. E tuttavia il regista trova qui un registro fiabesco che sarebbe stato nelle corde di suo padre. Il racconto ha le sue radici nella microstoria di quell'area, dove sul finire dell'800 molte famiglie si risolvevano per miseria a mandare i figlioletti a lavorare negli alpeggi della confinante Francia. (...) Pinelli ricava dalla bellezza intatta della cornice naturale un'atmosfera arcana e i piccoli Stefano Marseglia e Francesca Zara, con il loro sguardo chiaro e la loro recitazione di straniata semplicità, fanno il resto." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 12 dicembre 2014)
Incasso in euro