Anno: 1982 Durata: 150 Origine: USA Colore: C
Genere:DRAMMATICO
Regia:Alan J. Pakula
Specifiche tecniche:35 MM, TECHNICOLOR
Tratto da:romanzo omonimo di William Styron
Produzione:KEITH BARISH E ALAN J. PAKULA PER INCORPORATED TELEVISION COMPANY (ITC), JADRAN FILM
Distribuzione:UNIVERSAL - CIC (1983) - PANARECORD, 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT, POLYGRAM FILMED ENTERTAINMENT VIDEO
Meryl Streep | nel ruolo di | Sophie Zawistowski |
Kevin Kline | nel ruolo di | Nathan Landau |
Peter MacNicol | nel ruolo di | Stingo |
Rita Karin | nel ruolo di | Yetta |
Stephen D. Newman | nel ruolo di | Larry Landau |
Greta Turken | nel ruolo di | Leslie Lapidus |
Josh Mostel | nel ruolo di | Morris Fink |
Marcell Rosenblatt | nel ruolo di | Astrid Weinstein |
Robin Barlette | nel ruolo di | Lilian Grossman |
Moishe Rosenfeld | nel ruolo di | Moishe Rosenblum |
John Rothamn | nel ruolo di | Bibliotecario |
Robin Bartlett | nel ruolo di | Lilian Grossman |
Eugene Lipinski | nel ruolo di | Professore polacco |
John Rothman | nel ruolo di | Bibliotecario |
Joseph Leon | nel ruolo di | Dr. Blackstock |
David Wohl | nel ruolo di | Professore di inglese |
Joseph Tobin | nel ruolo di | Reporter |
Cortez Nance | nel ruolo di | Fattorino |
Günther Maria Halmer | nel ruolo di | Rudolf Hoess |
Karlheinz Hackl | nel ruolo di | Dottore delle SS |
Ulli Fessl | nel ruolo di | Signora Hoess |
Melanie Pianka | nel ruolo di | Emmi Hoess |
Krystyna Karkowska | nel ruolo di | Prigioniera |
Katharina Thalbach | nel ruolo di | Wanda |
Nedim Prohic | nel ruolo di | Josef Neddim Prohic |
Ivo Pajer | nel ruolo di | Padre di Sophie |
Jennifer Lawn | nel ruolo di | Eva, la figlia di Sophie |
Adrian Kalitka | nel ruolo di | Jan, il figlio di Sophie |
Peter Wegenbreth | nel ruolo di | Attendente di Hoess |
Vida Jerman | nel ruolo di | Guardia SS |
Ivica Pajer | nel ruolo di | Padre di Sophie Ivo Pajer |
Michaela Karacic | nel ruolo di | Sophie bambina |
Siamo negli Stati Uniti NEL 1947. La seconda guerra mondiale è terminata. Stingo, un giovane della Virginia, aspirante scrittore, ha lasciato l'uniforme dei Marines e la fattoria paterna per cercare fortuna a New York. Si è installato a Brooklyn in una casa bizzarra, dipinta di rosa. La sua tranquilla e fervida vita di scrittore è turbata dai rapporti spesso tempestosi di una coppia che abita al piano superiore, composta da Sophie Zanistowski, una bella polacca immigrata dopo aver subito la terribile esperienza del campo di sterminio di Auschwitz, e Nathan Landau, un intellettuale ebreo, brillante, raffinato, ma con variazioni d'umore sconcertanti, ossessionato dall'olocausto nazista che ha sterminato sei milioni di ebrei. Fra i tre nasce un'amicizia profonda. Così Stingo è coinvolto e anche plagiato da ricordi, emozioni, fobie di un mondo che non conosce mentre cresce in lui e si rinvigorisce un legame amoroso che lo vincola a Sophie, anche perché, aumentando la confidenza, la donna gli racconta tutta la sua vita. Affiora così una triste e drammatica realtà. Il padre di Sophie, professore all'università di Cracovia, esaltato dalla figlia come uomo buono e giusto, era invece un amico dei nazisti e un sostenitore dello sterminio degli ebrei. Lei stessa è stata deportata con i due figli ad Auschwitz e, costretta a scegliere tra i suoi due figli, ha abbandonato la sua bimba alla morte e, pur di salvarsi e salvare il figlio Jan, ha collaborato, come segretaria, con Hoess, il boia di Auschwitz. E' una lunga confessione, che avviene a tratti, con impressionanti flashback, mentre il rapporto a tre continua a volte tranquillo a volte tempestoso, secondo il variare degli umori di Nathan che, come viene rivelato dal fratello medico a Stingo, è affetto da schizofrenia paranoide e, per di più, drogato. La vicenda sembra risolversi positivamente quando Sophie e Stingo partono per la Virginia e il giovane propone alla donna di sposarlo. Sophie si concede a Stingo, ma poi lo abbandona, attirata come in una voluttà di autodistruzione dal fatale amore di Nathan.
"E' una vicenda complessa che si svolge su diversi piani temporali e psicologici. La verità affiora a poco a poco da un insieme di pietose 'menzogne' che coprono un passato di tragedia e di morte. L'interpretazione dei tre protagonisti è superiore a ogni elogio, specialmente la prestazione di Meryl Streep, l'interprete di Sophie, nelle complesse vicende drammatiche della sua vita. Non è lei che cerca la morte, è la morte che cerca lei. Per questo rinuncerà all'amore di Stingo, rinuncerà alla vita, come ha fatto per la sua bambina, nel lager di Auschwitz. La scelta di Sophie è la scelta della morte, assecondata dalla voluttà di autodistruzione di Nathan, che fin dall'inizio dirà alla donna: 'Non lo capisci, Sophie, stiamo morendo'. La donna si difende disperatamente dal suo mostruoso passato, non ne vuol parlare, non vuole svelarlo: le è stato imposto, con scelte laceranti, e continua a subirlo, in una tragedia intima, quotidiana, tanto che in un momento di disperazione perde anche la fiducia in Dio: 'Gesù non ha alcun interesse per me. Vivo sola col tormento del mio peccato'. Tenta allora di suicidarsi, tagliandosi i polsi, ma la morte la rifiuta, la ricaccia nel tormento nel suo rimorso e nel fatale fascino dell'amore distruttivo di Nathan. E' un dramma terribile, rappresentato spesso fino all'esasperazione dello spasimo. Un merito del regista è di aver intuito che la ricostruzione in immagini degli infernali lagers nazisti deve essere fatta dalla parte del tedeschi, secondo la loro ordinata, scrupolosa, spietata amministrazione della morte, lasciando sussistere la loro lingua e la lingua delle loro vittime, il tedesco e il polacco, con sapiente discrezione, senza infierire, poiche le situazioni terribili sono già un urlo lacerante e un'accusa drammatica in se stesse. L'interpretazione dei personaggi nei vari ambienti e specialmente nell'allucinante casa rosa, che assurge a simbolo di un mondo anormale, è efficacemente espressa in linguaggio filmico dalla splendida fotografia di Néstor Almendros. Forse qualcuno può accusare il film di troppa letteratura, troppe citazioni di poeti, ma, a nostro avviso, non stancano in bocca ai personaggi della vicenda e si adeguano alla loro cultura. [...] Un elogio merita lo spendido doppiaggio specialmente di Sophie". ("Segnalazioni cinematografiche", vol. 95, 1983)
Incasso in euro