Anno: 2017 Durata: 127 Origine: GERMANIA Colore: C
Genere:THRILLER
Regia:Donato Carrisi
Specifiche tecniche:ARRI ALEXA MINI, CFAST 2.0, ARRIRAW (2.8K)/(2K), DCP (1:2.35)
Tratto da:romanzo omonimo di Donato Carrisi (ed. Longanesi)
Produzione:MAURIZIO TOTTI, ALESSANDRO USAI PER COLORADO FILM, IN COLLABORAZIONE CON MEDUSA FILM
Distribuzione:MEDUSA
Toni Servillo | nel ruolo di | Agente Vogel |
Alessio Boni | nel ruolo di | Prof. Loris Martini |
Lorenzo Richelmy | nel ruolo di | Agente Borghi |
Galatea Ranzi | nel ruolo di | Stella Honer |
Michela Cescon | nel ruolo di | Agente Mayer |
Lucrezia Guidone | nel ruolo di | Clea |
Daniela Piazza | nel ruolo di | Maria Kastner |
Ekaterina Buscemi | nel ruolo di | Anna Lou Kastner |
Thierry Toscan | nel ruolo di | Bruno Kastner |
Jacopo Olmo Antinori | nel ruolo di | Mattia |
Marina Occhionero | nel ruolo di | Monica |
Sabrina Martina | nel ruolo di | Priscilla |
Antonio Gerardi | nel ruolo di | Avvocato Levi |
Greta Scacchi | nel ruolo di | Beatrice Leman |
Jean Reno | nel ruolo di | Augusto Flores |
Un piccolo paese di montagna, Avechot. Una notte di nebbia, uno strano incidente. L'uomo alla guida viaggiava da solo. È incolume. Allora perché i suoi abiti sono sporchi di sangue? L'uomo si chiama Vogel e fino a poco prima era un poliziotto famoso. E non dovrebbe essere lì. Un mite e paziente psichiatra cerca di fargli raccontare l'accaduto, ma sa di non avere molto tempo. Bisogna cominciare da alcuni mesi addietro. Quando, due giorni prima di Natale, proprio fra quelle montagne è scomparsa una ragazzina di sedici anni: Anna Lou aveva capelli rossi e lentiggini. Però il nulla che l'ha ingoiata per sempre nasconde un mistero più grande di lei. Un groviglio di segreti che viene dal passato, perché ad Avechot nulla è ciò che sembra e nessuno dice tutta la verità. Questa non è una scomparsa come le altre, in questa storia ogni inganno ne nasconde un altro più perverso. E forse Vogel ha finalmente trovato la soluzione del malvagio disegno: lui conosce il nome dell'ombra che si nasconde dentro la nebbia, perché "il peccato più sciocco del diavolo è la vanità"... Ma forse ormai è troppo tardi per Anna Lou. E anche per lui.
"Siamo tornati ai gialli del «whodunit», del chi è stato, secondo Hitchcock. (...) poiché nel film il prof. Martini (bravo Alessio Boni) giura che in letteratura si copia, lecito si faccia pure al cinema: solite sospette citazioni. Nella prima metà il racconto innevato e perverso funziona, affabula (...) per invitarci sull'ottovolante del flashback. Che mescola varie istanze (il bisogno della vittima, il business della colpa, la morbosità curiosa della folla). Poi si complica troppo, vuol mettere troppe sorprese e alla fine si litiga su chi ha capito come, cosa e perché." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 26 ottobre 2017) "Risulta lodevole (...) l'intenzione di Donato Carrisi (...) di dirigere personalmente «La ragazza della nebbia» operando, cioè, a ragion veduta i tagli e le modifiche imposte dallo scambio di linguaggi. Avvalendosi di un cast professionale impreziosito dal protagonismo di Toni Servillo, a suo agio in tutte le sfumature richieste da un personaggio fortemente ambiguo a cominciare dal disprezzo nutrito nei confronti di un gruppo di uomini e donne ispidi, rozzi o peggio fanatici, Carrisi adatta dunque se stesso non potendo o volendo peraltro fare ameno d'ispirarsi, talvolta platealmente, ad alcuni capisaldi del genere, da «Twin Peaks» a «Fargo», dai raggelati puzzle alla «Seven» ai torbidi intrighi simenoniani cari alla maniera francese degli Chabrol e dei Tavemier. Come il romanzo, innescato dalla sparizione di una ragazzina appartenente all'isolata comunità di una cittadina montana - impossibile non pensare alle cittadine, da Alleghe a Cogne, immortalate dal dopoguerra a oggi dalla cronaca italiana, il film serve con diversa incisività il doppio spunto della strumentalizzazione di una tragedia sia da parte di chi investiga su di essa (esaltato dal carisma insostituibile di Servillo), sia da parte di coloro che dovrebbero limitarsi a raccontarla (avvilito da un'overdose moralistica di anatemi contro le malefatte dei media). Peccato, inoltre, che il montaggio appaia talvolta confuso costringendo alcune diramazioni della suspense a finire su un binario morto e alcuni passaggi troppo didascalici a sovrapporsi al gusto dell'inserto visionario (i diorama che ricordano i plastici dei programmi TV), della sequenza movimentata o della bella inquadratura. L'incontro/scontro tra l'ispettore di Servillo e lo psichiatra di Reno sorregge bene, in definitiva, l'asse portante strettamente romanzesco, ma quello che risulta alquanto precario è il senso di mistero e sortilegio innescato dal sospetto che il Male venga generato dallo stesso finto-edenico paesino." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 26 ottobre 2017) "La cosa curiosa di 'La ragazza nella nebbia' è che, esordendo nella regia sulla base di un proprio thriller, lo scrittore Donato Carrisi abbia dato miglior prova come creatore di atmosfere che come sceneggiatore. L'inizio del film è promettente (...). Poi, però, (...) il racconto si disperde in troppi rivoli, fino a un prevedibile finale. Pur prestandogli il suo carisma, Servillo non riesce a risollevare le sorti del personaggio, e lo stesso dicasi di Boni alle prese con un carattere più complesso, ma pur sempre vago." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 26 ottobre 2017) "(...) Donato Carrisi, esordiente alla regia, espande al cinema il suo omonimo romanzo con una storia nera che pare spremuta dalla cronaca, invasa da nebbie metaforiche, sospesa tra realtà e echi arcani, sempre vitale nelle increspature di favola dark in un ensemble ossuto e petroso." (Claudio Trionfera, 'Il Messaggero', 26 ottobre 2017) "II racconto, un lungo flashback su sfondo montano con una sedicenne sparita, prima avvince, poi si contorce farcito di riferimenti ego citazioni di maestri. Buffi i cappelli alla Fargo dei poliziotti, banale l'Overlook hotel di Shining, oltre all'atmosfera alla 'Twin Peaks' e il giochino potrebbe continuare, ma quel che non convince è proprio il tentativo di stupire che si sovrappone al racconto filmico e lo sminuisce." (A.C., 'Il Manifesto', 26 ottobre 2017) "Tratto dal romanzo di Carrisi, qui presente nella doppia veste di sceneggiatore (meglio) e regista (qualche sbavatura) (...) è un thriller che sembra preso dalle pagine di cronaca nera, viste le molte assonanze con casi recenti. (...) Servillo, impeccabile (...). Tra giallo e ironia, un gran bel film." (A.S., 'Il Giornale', 26 ottobre 20107) "Donato Carrisi mette personalmente in immagini il suo best-seller giallo. Lo fa sorprendentemente bene eliminando cose belle sulla pagina, ma che in cinema non avrebbero funzionato." ('Libero', 26 ottobre 2017)
Incasso in euro