La pelle dell'orso2016

SCHEDA FILM

La pelle dell'orso

Anno: 2016 Durata: 92 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Marco Segato

Specifiche tecniche:DCP (1:2.39)

Tratto da:romanzo "La pelle dell'orso" di Matteo Righetto (Ugo Guanda Editore)

Produzione:FRANCESCO BONSEMBIANTE PER JOLEFILM CON RAI CINEMA

Distribuzione:PARTHÉNOS

ATTORI

Marco Paolini nel ruolo di Pietro Sieff
Leonardo Mason nel ruolo di Domenico Sieff
Lucia Mascino nel ruolo di Sara
Paolo Pierobon nel ruolo di Crepaz
Maria Paiato nel ruolo di Sig.ra Dal Mas
Mirko Artuso nel ruolo di Franco
Valerio Mazzucato nel ruolo di Bruno
Massimo Totola nel ruolo di Toni Dal Mas
Silvio Comis nel ruolo di Santin
 

MUSICHE

Felli, Andrea
 

SCENOGRAFIA

Scarpa, Leonardo
 

COSTUMISTA

Nebiolo, Silvia

TRAMA

Anni Cinquanta. In un villaggio nel cuore delle Dolomiti vivono Domenico, un ragazzino sveglio ma introverso, e il padre Pietro, un uomo consumato dalla solitudine e dal vino, che per campare lavora alle dipendenze di Crepaz. Il rapporto tra padre e figlio è aspro e difficile, i lunghi silenzi li hanno trasformati in due estranei. Una notte la tranquillità della valle viene minacciata dal "diaol", il diavolo, un orso vecchio e feroce che ammazza una vacca dentro una stalla. La comunità è in preda a un terrore superstizioso e non ha la forza di reagire. Una sera all'osteria in uno scatto d'orgoglio, Pietro lancia una sfida a Crepaz: ammazzerà l'orso in cambio di denaro. La sfida viene raccolta tra le risate e lo scetticismo generale. È l'occasione che Pietro aspettava da tempo, il mattino dopo, senza dir nulla a nessuno parte per la caccia. Domenico lo viene a sapere e decide di seguirlo. A sua volta abbandonerà la sicurezza del paese per avventurarsi verso l'ignoto. Padre e figlio si immergono nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati. A poco a poco si riavvicinano, si riconoscono e il muro che li separava si sgretola nell'immensità della natura.

CRITICA

"Ecco un esempio di esordiente, Marco Segato, capace di calibrare bene le sue forze: scegliendo un'ambientazione a lui congeniale; facendo buon uso della sua esperienza di documentarista; pescando un adolescente molto giusto per la parte protagonista, e affiancandogli un interprete di carisma e autorevolezza quale Marco Paolini. (...) Segato impagina la storia con limpidezza, seppur con un eccesso di diligenza, in una linea di cinema che guarda all'ispirata lezione di Ermanno Olmi." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 3 novembre 2016) "Occasione di riscatto per l'uomo alla deriva, ingresso nella vita per Domenico. Prova che un piccolo film - in definitiva un western dolomitico - può essere un film bello." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 3 novembre 2016) "Film di ascolto e meditazione nella suspense, con una bella sequenza fucile/animale in memoria del 'Cacciatore' di Cimino. Alla direzione di una fotografia di contrasti, oscurità e spazi, Daria D'Antonio." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 3 novembre 2016) "Passabile dramma, ambientato negli anni Cinquanta, che si aggira, con eccessiva lentezza, tra le magnifiche Dolomiti venete. (...) Una storia amara, che lascia qualche ombra nella trama, non sul talento di Marco Paolini." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 3 novembre 2016)

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