La nonna Sabella1957

SCHEDA FILM

La nonna Sabella

Anno: 1957 Durata: 95 Origine: ITALIA Colore: B/N

Genere:COMMEDIA

Regia:Dino Risi

Specifiche tecniche:-

Tratto da:romanzo omonimo di Pasquale Festa Campanile

Produzione:SILVIO CLEMENTELLI PER TITANUS

Distribuzione:TITANUS

ATTORI

Tina Pica nel ruolo di Nonna Sabella
Peppino De Filippo nel ruolo di Emilio
Renato Salvatori nel ruolo di Raffaele
Sylva Koscina nel ruolo di Lucia
Dolores Palumbo nel ruolo di Carmelina
Paolo Stoppa nel ruolo di Avvocato Mancuso
Renato Rascel nel ruolo di Don Gregorio
Rossella Como nel ruolo di Evelina
Agnese De Angelis
Eduardo Guerrera
Eugenio Galadini
Fausto Guerzoni
Gina Mascetti
Gorella Gori
Lina Ferri
Mara Marilli
Mara Ombra
Mario Ambrosino
Mimmo Poli
Mimo Billi
Nino Vingelli
Rita Toscano
 
 

MONTAGGIO

Serandrei, Mario
 

SCENOGRAFIA

Filippone, Piero
 

COSTUMISTA

Montresor, Beni

TRAMA

Raffaele vive da molti anni a Napoli per motivi di studio, ma un giorno gli viene comunicata una terribile notizia: dovrà tornare al più presto al paese natio poiché nonna Sabella, la donna che lo ha cresciuto, è in fin di vita. Arrivato a casa, Raffaele stenta a riconoscere volti e luoghi e persino la sua amica d'infanzia, accorsa a salutarlo. Tutti in paese sono sconvolti per la malattia della donna, energica e autoritaria; però, mentre sono in molti ad esserne addolorati, c'è chi attende trepidante la sua morte. Si tratta di sua sorella, che aspetta da vent'anni di coronare il suo sogno d'amore con l'ufficiale postale Salvatore. All'arrivo di Raffaele, però, nonna Sabella guarisce miracolosamente. La sua malattia era solo un trucco per rivedere il nipote e convincerlo a sposare Lucia, la figlia di un ricco possidente locale. Il ragazzo, però, non ne ha alcuna intenzione: ha finalmente riconosciuto la sua compagna di giochi di un tempo e se ne è perdutamente innamorato. Raffaele dovrà lottare e avrà un unico alleato, Salvatore...

CRITICA

"(...) Il film riesce infatti a sostenersi per tutto il primo tempo, grazie soprattutto a una sceneggiatura che (pur essendo meno svelta di quella di 'Poveri ma belli'), non manca di trovate gustose e di scenette indovinate (...)". (Anonimo, 'Cinema Nuovo', 15 settembre 1957). "Il film vorrebbe essere un ameno quadretto di provincia e prospettare in chiave umoristica certe situazioni colte nella realtà. Sceneggiatori e regista hanno peraltro calcato la mano, imbottendo il racconto di luoghi comuni. La recitazione, specialmente quella di Rascel in una particina di parroco, risente di questa pesantezza di mano. Buona la fotografia." ('Segnalazioni cinematograficheì, vol. 42, 1957).

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