La donna che visse due volte1958

SCHEDA FILM

La donna che visse due volte

Anno: 1958 Durata: 128 Origine: USA Colore: C

Genere:DRAMMATICO, GIALLO, THRILLER

Regia:Alfred Hitchcock

Specifiche tecniche:MITCHELL VISTAVISION CAMERAS, VISTAVISION/SUPER VISTAVISION (VERSIONE 1996), 35 MM/70 MM (VERSIONE 1996) (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da:romanzo omonimo di Pierre Boileau e Thomas Narcejac (ed. Sellerio)

Produzione:ALFRED J. HITCHCOCK PRODUCTIONS, PARAMOUNT PICTURES

Distribuzione:PARAMOUNT; QMI-THE ART OF ENTERTAINMENT (2013) - CIC VIDEO, DE AGOSTINI; DVD E BLU-RAY: UNIVERSAL PICTURES HOME ENTERTAINMENT; DVD E BLU-RAY (HITCHCOCK BOXSET): UNIVERSAL PICTURES HOME ENTERTAINMENT (2013); CINETECA DI BOLOGNA (2019)

ATTORI

James Stewart nel ruolo di Detective John 'Scottie' Ferguson
Kim Novak nel ruolo di Madeleine Elster/Judy Barton
Barbara Bel Geddes nel ruolo di Midge Wood
Tom Helmore nel ruolo di Gavin Elster
Henry Jones nel ruolo di Coroner
Raymond Bailey nel ruolo di Medico di Scott
Ellen Corby nel ruolo di Manager dell'albergo McKittrick
Konstantin Shayne nel ruolo di Pop Leibel
Lee Patrick nel ruolo di Proprietario dell'automobile
Paul Bryar nel ruolo di Capitano Hanson (non accreditato)
Alfred Hitchcock nel ruolo di Passante vicino ufficio Elster
 
 

MONTAGGIO

Tomasini, George
 
 

COSTUMISTA

Head, Edith

TRAMA

L'agente di polizia John Ferguson ha una certa predisposizione alle vertigini, e tale sua particolarità è causa di un incidente che provoca la morte di un suo collega: in seguito a questo fatto Johnny dà le dimissioni. Un suo amico, Galvin Elster, lo incarica di vigilare sulla propria moglie Madeleine, la quale da qualche tempo si comporta in modo strano. I suoi atteggiamenti sembrano dar credito ad un'incredibile supposizione: che in Madeleine riviva lo spirito di una sua bisnonna morta suicida in tragiche circostanze. Johnny si rifiuta di credere a tale assurdità, ma non riesce a trovare una spiegazione logica di quanto ha modo di accertare. John salva una prima volta Madeleine che, in preda a un'allucinazione, si getta in mare; ma non riesce a salvarla una seconda volta quando la donna, sfuggitagli, sale su di un campanile e si getta nel vuoto. Johnny non ha potuto trattenerla perché, colto dalle vertigini, ha dovuto fermarsi. Inoltre, si era innamorato di Madeleine e nel suo intimo si sente responsabile della sua morte. Il ricordo di Madeleine diventa per Johnny un'ossessione: gli sembra di vederla in ogni donna e, soprattutto, in una commessa di nome Judy, che assomiglia in modo incredibile alla scomparsa...

CRITICA

"Il film non ha intenti artistici, ma tiene avvinto lo spettatore con un racconto strano ed emozionante. L'interesse del lavoro è dovuto soprattutto all'ottima regia che ha saputo creare un'atmosfera densa di mistero, curare tutte le sfumature, dosare sapientemente la 'suspense'. Impegnata ed attenta la recitazione, ottimi il colore e la fotografia." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 45, 1959) "Il "miglior film di tutti i tempi" per la rivista Sight and Sound che, per conto del British Film Institute, nel 2012 tolse il primato a 'Quarto Potere' di Orson Welles, detenuto sin dal 1962. Il capolavoro del maestro del brivido (liberamente tratto dal romanzo 'D'entre les morts' - 1954 - degli scrittori francesi Pierre Louis Boileau e Thomas Narcejac), a differenza delle altre opere di Hitchcock, rappresenta la descrizione coinvolgente di una ossessione d'amore che diventa patologia psichiatrica. (...) In 'Vertigo', il maestro sceglie uno dei suoi attori prediletti, James Stewart, per il ruolo di Scottie Ferguson, protagonista di questo thriller psicologico in cui il regista tocca i temi a lui più cari: la paura dell'altezza, un trauma insanabile e l'ambiguità morale dei personaggi principali. Protagonista femminile è Kim Novak che, nel ruolo di Judy Barton, incarna l'archetipo hitchcockiano della bionda inafferrabile, in un film all'avanguardia per il suo tempo anche per le innovazioni della fotografia. Hitchcock gioca, infatti, con l'effetto vertigine utilizzando zoom simultanei in direzioni diverse creando, così, immagini visionarie, grazie anche alla maestria del grande disegnatore Saul Bass. (...) Il film, basato sul romanzo di Boileau e Narcejac, fu scritto con l'intento di piacere al regista al punto da invogliarlo a comprarne i diritti: il libro venne sottoposto a un primo trattamento da Alec Coppel, ma la sceneggiatura fu bocciata da Hitchcock. Una seconda stesura, la definitiva, venne elaborata da Samuel Taylor, incontrando l'approvazione del regista e Taylor si mise al lavoro senza conoscere il romanzo e senza aver letto il primo trattamento, basandosi solo sul racconto della trama, espostogli proprio da Hitchcock. Se l'azione del romanzo si svolgeva nella Francia degli anni Quaranta, il film è ambientato nella California del decennio successivo, ma la modifica più importante fatta da Hitchcock alla trama è la rivelazione anticipata (a un terzo dalla fine della storia) dell'effettiva identità tra Madeleine e Judy. Questa rivelazione consente al regista di spostare l'attenzione dello spettatore verso il tema del 'doppio', uno dei temi ricorrenti della filmografia di Hitchcock. «Intorno a me tutti erano contrari a questo cambiamento», confessò Hitchcock a Truffaut nella celebre intervista poi trasformata in un libro. Ma grazie alla perfetta cognizione che il regista aveva della differenza tra l'uso della sorpresa e la funzione della suspense, la scelta risultò vincente. La performance dei protagonisti è perfetta (anche se Hitchcock non sopportava Kim Novak e non perdeva occasione per parlare male di lei): la coppia rende il film ricco di quell'erotismo, spesso sotteso in altre pellicole del regista, ma qui giocato con grande maestria." (Dina D'Isa, 'Il Tempo', 22 ottobre 2013)

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