La corrispondenza2016

SCHEDA FILM

La corrispondenza

Anno: 2016 Durata: 116 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Giuseppe Tornatore

Specifiche tecniche:ARRI ALEXA XT PLUS/ARRI ALEXA XT STUDIO, ARRIRAW (2.8K)/(2K), D-CINEMA (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:ISABELLA COCUZZA E ARTURO PAGLIA PER PACO CINEMATOGRAFICA CON RAI CINEMA

Distribuzione:01 DISTRIBUTION

ATTORI

Jeremy Irons nel ruolo di Ed Phoerum
Blake Lively
Olga Kurylenko nel ruolo di Amy Ryan
Simon Johns nel ruolo di Jason
James Warren (II) nel ruolo di Rick
Shauna MacDonald nel ruolo di Victoria
Anna Savva
Oscar Sanders nel ruolo di Nicholas
Paolo Calabresi nel ruolo di Pescatore Ottavio
Simon Meacock nel ruolo di Artista
Florian Schwienbacher nel ruolo di Tommy
Craig Oxley
Irina Karatcheva nel ruolo di Madre di Amy
Darren Whitfield nel ruolo di Custode
Patricia Winker nel ruolo di Proprietaria teatro
Marc Forde nel ruolo di Ristoratore
Ian Cairns nel ruolo di George
Daphne Mereu nel ruolo di Madeline
 
 

SCENEGGIATORE

Tornatore, Giuseppe
 
 

MONTAGGIO

Quaglia, Massimo
 

SCENOGRAFIA

Sabatini, Maurizio
 

COSTUMISTA

Mascagni, Gemma

TRAMA

Amy è una giovane studentessa universitaria che impiega il tempo libero facendo la controfigura per la televisione e il cinema. La sua specialità sono le scene d'azione, le acrobazie cariche di suspense, le situazioni di pericolo che nelle storie di finzione si concludono fatalmente con la morte del suo doppio. Le piace riaprire gli occhi dopo ogni morte. La rende invincibile, o forse l'aiuta a esorcizzare un antico senso di colpa. Ma un giorno il professore di astrofisica di cui è profondamente innamorata sembra svanire nel nulla. È fuggito? Per quale ragione? E perché lui continua a inviarle messaggi in ogni istante della giornata? Queste domande conducono la ragazza lungo la strada di un'indagine molto personale...

CRITICA

"Tornatore (...) riflette sui rapporti sempre più pervasivi fra la tecnologia e la nostra sfera più intima. Siamo dalle parti di 'Lei/Her', o di 'Ex Machina', per citare altri due film recenti centrati su 'fantasmi' (avatar) senza corpo, anche se lontanissimi nello stile da 'La corrispondenza'. Tornatore infatti resta ben piantato dentro il realismo. Non ci porta in un vicino futuro, non ipotizza tecnologie ancora più perfezionate, ma esplora il modo con cui i mezzi di comunicazione attuali ci consentono (ci illudono) di prolungare le nostre esperienze, spesso sostituendosi alla vita stessa. Accentuando per giunta una dimensione di controllo forse più vicina al potere che all'amore. Il problema è che questo impianto 'teorico', per quanto affascinante, non si incarna in personaggi e sentimenti abbastanza complessi da sostenere il racconto. (...) tutto resta troppo astratto perché questo mystery sentimentale prenda davvero vita (né l'edizione italiana migliora dialoghi già improbabili). Così, tolte le scene più suggestive, in cui l'intuizione di partenza genera momenti di vera emozione (...), il resto scorre senza grandi sorprese addosso a un'attrice in crescita ma ancora troppo esile per reggere praticamente il peso di tutto un film." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 18 gennaio 2016) "È una sfida difficilissima quella di «La corrispondenza» a causa del meccanismo prolungato e insistito dello script, delle recitazioni diseguali tra il sinuoso e avvolgente Irons e la più rigida neo diva ucraina, del portato metaforico fortissimo e quindi esposto ai pericoli del dialogo impostato e della ridondanza metaforica. Non sfuggirà, peraltro, al pubblico come il film usi la tecnologia come stratagemma romantico e quindi, caso rarissimo nel panorama mondiale(fatto salvo un capolavoro come «Lei»), non si limiti a denigrare o demonizzare la modernità col tic automatico autoriale. Insomma la qualità della regia conserva sino all'acme del finale quello slancio e quella sensibilità che distinguono Tornatore dai comuni gestori di storie per lo schermo." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 14 gennaio 2016) "Giuseppe Tornatore è sempre una sorpresa. La sua appartenenza al cinema si esprime ogni volta all'insegna della scommessa audace e senza mezze misure (kamikaze pure lui ): vero comunque, che il risultato finale sia o non sia all'altezza dell'ambizione e delle aspettative. Il labirinto, il rompicapo di questo film conferma tutto. Peccato non ascoltare le vere voci dei due interpreti." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 14 gennaio 2016) "Per quasi tutto il film, Irons recita sullo schermo di un computer, confermando la forza inossidabile dell'attrazione che, dai tempi di «Mission», ha saputo esercitare su platee femminili di ogni luogo e ogni età. Solo grazie a lui, in virtù di quel suo consapevole sex appeal, si può accettare l'arroganza di un amante assente che impone con tenacia la propria presenza. Solo con lui si può riuscire a immergersi nel mistero del film, arrivando perfino a convincersi che l'amore senza fine possa esistere. (...) se si è attratti dalla fiaba tecnologica di Tornatore, non si può fare a meno di ammettere che una parte del merito è nel fascino sempre verde del protagonista." (Fulvia Caprara, 'La Stampa', 14 gennaio 2016) "(...) un melodramma con gocce di mistero - genere ultimamente frequentato dal regista siciliano, ricordando 'La sconosciuta' e 'La migliore offerta'- e molti, eccessivi espedienti narrativi, che intorbidano il racconto di un amore proiettato oltre i confini della vita e del tempo. (...) E' questo eccesso di materia sentimentale e questa ripetitività dei tentativi di Ed di tenere avvinghiata a lui Amy fino al limite massimo del possibile e del verosimile, che appesantiscono il film di Tornatore, prosciugando gli aspetti propri di un romanticismo che vorrebbe uguagliare e ammodernare altri mitici e tragici amori della letteratura." (Luca Pellegrini, 'Avvenire', 14 gennaio 2016) "La sorpresa, anzi la sorpresissima, arriva prima di mezz'ora. Ma non si può rivelare. Quel che si può invece anticipare è che il film è uno sbadiglio continuo. (...) Mai sentite tante melensaggini, manco in 'C'è posta per te' della De Filippi. Insomma la «peggiore offerta» di Tornatore." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 gennaio 2016) "(...) un'altra storia d'amore tormentata e piena di misteri, come in 'La migliore offerta'... (...) Il film è bello, come era bello 'La migliore offerta': raccontando storie internazionali, girate in inglese e ambientate in giro per l'Europa, Tornatore sta facendo i suoi film forse più personali. Irons trasuda carisma e la Kurylenko è fin troppo bella per essere vera. 'La corrispondenza' è la vera love-story di questo inizio di millennio." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 12 gennaio 2016)

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