La commedia del potere2006

SCHEDA FILM

La commedia del potere

Anno: 2006 Durata: 110 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:Claude Chabrol

Specifiche tecniche:35 MM (1:1.85)

Tratto da:-

Produzione:ALICELEO, FRANCE 2 CINEMA, AJOZ FILMS, INTEGRAL FILM, CANAL+, CINECINEMA, FILMFORDERUNGSANSTALT,

Distribuzione:BIM

ATTORI

Isabelle Huppert nel ruolo di Jeanne Charmant
François Berléand nel ruolo di Michel Humeau
Patrick Bruel nel ruolo di Jacques Sibaud
Robin Renucci nel ruolo di Philippe Charmant
Marilyne Canto nel ruolo di Erika
Thomas Chabrol nel ruolo di Félix
Jean-François Balmer nel ruolo di Boldi
Pierre Vernier nel ruolo di Presidente Martino
Jacques Boudet nel ruolo di Descarts
Philippe Duclos nel ruolo di Jean-Baptiste Holéo
Jean-Christophe Bouvet nel ruolo di Parlebas
Roger Dumas nel ruolo di René Lange
Yves Verhoeven nel ruolo di Benoît
Aïcha Kossoko nel ruolo di Infermiera Jeanne
Anthony Paliotti
Benoît Charpentier nel ruolo di Giornalista
Cyril Gueï nel ruolo di Diplomatico africano
Dominique Daguier nel ruolo di Sconosciuto
Emmanuel Noyant nel ruolo di Poliziotto
Eric Leguéret nel ruolo di Poliziotto Eric Sendra
Guy Perrot nel ruolo di Medico Philippe
Hubert Saint-Macary nel ruolo di Direttore prigione
Jacky Nercessian nel ruolo di Maître Club Hotel
Jacques Bouanich nel ruolo di Guardia prigione
Jean-Marie Juan nel ruolo di Marco
Jean-Marie Winling nel ruolo di Uomo di potere
Jean-Pierre Niobe nel ruolo di Jipé
John Arnold nel ruolo di Uomo nella Jaguar
Laurence Colussi nel ruolo di Segretaria in ascensore
Michel Scourneau nel ruolo di Uomo nella Jaguar
Michelle Goddet nel ruolo di Nicole Humeau Michèle Goddet
Nathalie Kousnetzoff nel ruolo di Michèle
Pascale Mariani
Pierre-François Dumeniaud nel ruolo di Leblanc
Pierre-Henri Gibert nel ruolo di Larbin
Raphaël Neal nel ruolo di Sconosciuto
Raphaëlle Farman nel ruolo di Cantante
Sophie Guiter nel ruolo di Evelyne
Stéphane Debac nel ruolo di Poliziotto
 
 
 

MONTAGGIO

Fardoulis, Monique

TRAMA

Il giudice inquirente Jeanne Charmant è chiamata ad investigare su un delicato e scandaloso caso di appropriazione indebita e malversazione di denaro pubblico da parte di un facoltoso industriale. Il procedere delle indagini e le scoperte fatte dalla donna la condurranno a prendere coscienza del proprio potere. Ma il suo eccessivo zelo nel lavoro metterà in discussione la sua vita privata e il suo matrimonio...

CRITICA

"Solo Claude Chabrol è capace di prendere uno scandalo vero come quello delle tangenti Elf e farne una commedia, 'L'ivresse du pouvoir' , ('L'ebbrezza del potere'). Solo Chabrol e Isabelle Huppert potevano dar vita a un personaggio come il giudice inquirente Jeanne Charmant-Killman (il gioco di parole ovviamente non è un caso) senza farne una caricatura. Una donnina con la pelle trasparente e le mascelle da bulldog. Un magistrato detto il piranha che degusta il sushi e gli interrogatori con pari voluttà. E la sera trascura il marito per irrobustire il suo castello accusatorio navigando su Internet. Non sarà che il potere guasta tutto, i corruttori, i corrotti e anche il giudice che indaga, dotato almeno per un po' di poteri illimitati?" (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 17 febbraio 2006) "'Ma davvero ricorda Ilda Boccassini?'. In conferenza stampa il quesito più gettonato tra i colleghi italiani riguarda la protagonista de 'L'ivresse du pouvoir' e non l'attrice Isabelle Huppert che si prepara alle risposte: l'ennesima pellicola firmata Claude Chabrol non è apparsa, per la verità, memorabile, ma la tematica del magistrato che abroga la propria femminilità e la propria vita privata per perseguire con accanimento missionario la punizione dei perfidi imprenditori e/o finanzieri non poteva che suscitare curiosità extra-cinéfile. 'L'ivresse du pouvoir' accompagna le indagini dell'intemerata Jeanne con la riconosciuta abilità compositiva del maestro: man mano che l'inchiesta progredisce, essa prende coscienza dell'immenso potere che si ritrova a gestire e insieme delle assillanti pressioni che è costretta a subire da parte di forze ancora più abnormi. Il difetto sta nel ritmo un po' troppo ambizioso, monotono e pedante e, soprattutto, nella sostanziale ovvietà dell'assunto pessimistico: più o meno un 'così vanno e andranno le cose, tutto il mondo è paese'." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 17 febbraio 2006) "Purtroppo Chabrol appare un po' sottotono nel raccontare i ricatti, le pressioni e peggio che subisce l'inflessibile Huppert. Il film non ci fa capire granché circa i termini dell'inchiesta, si smarrisce nei rivoli di storie secondarie che non vanno a buon fine e non riesce a creare l'auspicabile simpatia per una protagonista nevrotica e a tratti decisamente persecutoria nei riguardi degli inquisiti. Che alla sceneggiatura abbia dato una mano Berlusconi?" (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 febbraio 2006) "Coincidenze di calendario e comuni attrazioni tematiche che ieri hanno fatto sfilare insieme una coppia di vecchie volpi del cinema come Sidney Lumet e Claude Chabrol. Nobili artigiani, nel senso più alto del termine, tanto da far passare in secondo piano il fatto che i loro nuovi film seguano il più classico spartito con Lumet che fa Lumet e Chabrol che fa Chabrol. Niente di più, niente di meno: una 'tautologia di qualità' che se da un lato non spezza equilibri verso inedite deviazioni cinematografiche, dall'altro dà la certezza di pellicole ben fatte. Soprattutto se a trapuntare i racconti in questione interviene quel filo di ironia che si incunea come un virus nella serietà dell'argomento. (...) Una straordinaria Isabelle Huppert, perfettamente scolpita nella parte di un Michelangelo cattivo." (Lorenzo Buccella, 'L'Unità', 17 febbraio 2006) "Chabrol è il più grande esperto vivente di grovigli di vipere. Anche quando non riesce ad essere cinico e viscido come nelle migliori occasioni delle sue belle famiglie, lascia il segno e la Huppert con lui è la più brava attrice del mondo. (...) In originale era l'ubriacatura del potere, ma «commedia» apre allo stile magistrale del regista che rende un giallo ogni giorno della nostra vita. La soluzione non è data, ma non ci sono innocenti se non dalle mani sporche: il gioco psicologico pubblico e privato-sentimentale è come sempre una delizia di sadomasochismo francese." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 ottobre 2006)

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