King Kong2005

SCHEDA FILM

King Kong

Anno: 2005 Durata: 180 Origine: NUOVA ZELANDA Colore: B/N

Genere:AVVENTURA, FANTASY

Regia:Peter Jackson

Specifiche tecniche:ARRICAM LT / ARRICAM ST / ARRIFLEX 235 / ARRIFLEX 435 ADVANCED / MITCHELL CAMERAS, 2K, 35 MM (1:2.35)

Tratto da:-

Produzione:PETER JACKSON, FRANCES WALSH, CAROLYNNE CUNNINGHAM E JAN BLENKIN PER WINGNUT FILMS, UNIVERSAL PICTURES, BIG PRIMATE PICTURES, MFPV FILM

Distribuzione:UIP

ATTORI

Naomi Watts nel ruolo di Ann Darrow
Jack Black nel ruolo di Carl Denham, il regista
Adrien Brody nel ruolo di Jack Driscoll
Andy Serkis nel ruolo di Lumpy il cuoco
Jamie Bell nel ruolo di Jimmy
Kyle Chandler nel ruolo di Bruce Baxter
Lobo Chan nel ruolo di Choy
Thomas Kretschmann nel ruolo di Capitano Englehorn
Evan Parke nel ruolo di Hayes
Colin Hanks nel ruolo di Preston
John Sumner nel ruolo di Herb
Craig Hall nel ruolo di Mike
William Johnson nel ruolo di Manny
Mark Hadlow nel ruolo di Harry
Geraldine Brophy nel ruolo di Maude
David Dennis nel ruolo di Taps David Denis
David Pittu nel ruolo di Weston
Pip Mushin nel ruolo di Zelman
Crawford Thomson
David Dengelo
Jarl Benzon nel ruolo di Newyorkese
Jason Whyte
Jed Brophy
Joe Folau
John Clarke
Lorraine Ashbourne nel ruolo di Attrice nella piece teatrale di Jack Driscoll
Louis Sutherland
Ray Woolf
Richard Kavanagh
Sandro Kopp nel ruolo di Newyorkese
Stephen Hall
T.M. Bishop nel ruolo di V.I.P.
Todd Rippon
Troy O'Kane
William Wallace
 

MONTAGGIO

Selkirk, Jamie
 

SCENOGRAFIA

Major, Grant
 

COSTUMISTA

Ryan, Terry

TRAMA

Il regista indipendente Carl Denham ha in progetto di girare un documentario sulla sconosciuta Skull Island, al largo di Sumatra, e organizza una spedizione di cui fanno parte anche l'attrice di vaudeville Ann Darrow e il drammaturgo Jack Driscoll. La troupe viene imbarcata sulla nave 'Venture', comandata dal capitano Englehorn, che parte alla volta dell'isola. Giunti a destinazione, Denham e gli altri si imbattono in una serie di insidie e pericoli: tribù selvagge, animali preistorici e soprattutto un gigantesco gorilla, King Kong, che fraternizza con la bella Ann. L'affetto per la donna sarà nefasto per Kong, che, catturato e portato a New York per essere esibito come fenomeno da baraccone, andrà incontro ad un tragico destino...

CRITICA

"Il genio neozelandese di Peter Jackson salta a piè pari il remake del '76 voluto da Dino De Laurentiis per il debutto di Jessica Lange, e con qualche variazione restituisce la fiaba dello scimmione preistorico e dell'attricetta alla sua origine. Con una forte componente di citazione cinefila (il clima della Depressione in cui agiva la gente di cinema e di spettacolo) e, nella prima metà delle tre ore di pellicola, introducendo una felice allusione al Conradiano 'Cuore di tenebra' ma anche alla rilettura che ne ha fatto Coppola in 'Apocalypse Now': Kruz-Brando-Kong. Poi la fantasmagoria di effetti non speciali ma specialissimi prende il sopravvento. Veramente da capogiro la sequenza dell'inseguimento dei dinosauri. Ma diventa fiera, catalogo, esposizione, campionario dilatato a discapito delle belle intuizioni, del romanticismo straziante e dell'ossessione di conoscenza che il regista-mago aveva saputo cogliere riflettendosi nel ruolo del regista del film nel film e quindi anche nei panni del capostipite Cooper, a discapito della forza del racconto." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 16 dicembre 2005) "Jackson trova per gran parte del suo progetto l'ispirazione giusta collocando il kolossal in un mirabile contesto d'epoca e sviscerandone, appunto, la chiave doppiamente mitica e favolistica in termini storici e nostalgici. Un'opzione che rende fluido e avvincente il prologo, ambientato tra le folle newyorkesi flagellate dalla Grande Depressione e nevroticamente sorrette dall'eco del jazz e del lusso nel duro cammino verso la sopravvivenza; che indirizza credibilmente verso il cargo 'Venture' l'acrobata di vaudeville Anne, il febbrile regista Carl e l'idealista scrittore Jack; che raccorda abilmente i sogni d'avventura del mozzo, il cinismo del capitano e la disillusa perizia dei suoi secondi al catartico romanzo conradiano 'Cuore di tenebra' (e naturalmente alla reinvenzione coppoliana di 'Apocalypse Now'). Il nuovo 'King Kong' appare, così, divertente e appassionante per come sbozza i caratteri, esaspera i contrappunti, gioca con le prospettive fino a ricavarne veri e propri affreschi a tutto schermo tempestosi e gotici. Il gorilla che s'invaghisce della fanciulla e lotta per lei contro i mostri preistorici e le orrende creature che infestano l'Isola del Teschio è, in questo senso, antico e moderno, espressione della ferinità indomabile della natura e portatore di un bagliore di nuda e straziante verità nella proterva conquista del futuro operata dagli uomini. Peccato che tutto il movimento finale scada assurdamente, annullando l'aura erotica del prototipo e distruggendo l'ambiguità del connubio: stavolta non è la Bella che estenua la Bestia, ma la porca società che mitraglia la più banale e appagata delle love story." (Valerio Caprara, 'Il Mattino, 17 dicembre 2005) "Il regista neozelandese Peter Jackson non risparmia precisazioni per collocare la favola nel contesto d'epoca: lavorando mirabilmente di computer su vecchie foto, fa emergere nel prologo un suggestivo quadro della Depressione per le vie di New York. Le folle in movimento, il traffico già intenso delle macchine, le luminose a Times Square, gli hobos, le minestre della Salvation Army, folate di jazz, numeri di vaudeville. (...) La spedizione di salvataggio incappa in mostri di ogni sorta con un'insistenza controproducente. Per frenare l'esuberanza del regista, qualcuno avrebbe dovuto ricordargli che dalla copia del '32 fu tagliato un attacco di ragni giganti perché "toglievano a Kong il primato della terribilità". Altrettanto pleonastiche sono le vicende dei personaggi minori. Dal momento in cui la Bestia stordita dal cloroformio finisce in catene, la Bella dimenticando i rischi corsi diventa la sua sfegatata paladina in un trasporto che banalizza l'erotismo di Fay Wray nel film originale. Tutta la sequenza di New York, con Kong che fugge dal palcoscenico, gli sconquassi nella metropoli, il ricongiungimento con la bionda ispiratrice al suono di musiche soavi e la scalata al grattacielo fanno scadere la faccenda a livelli risibili. Dopo il finale abbraccio consolatorio in vetta all'Empire fra Brody e Watts, gli spettatori di questo film monumentale e stupidissimo sfollano rassicurati dalla prospettiva che l'eroe sposerà la vedova Kong." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 17 dicembre 2005) "Sono 80 le variazioni sul mito dello scimmione in amore, una fu proposta anche a Fellini. Dal film del '33 a questo, ci sono 199.328.000 dollari di differenza. Si vedono. Così è diversa l' ingenuità nella love story tra King, romantico come Mina, e la biondina nella New York depressa magnificamente ricostruita (stile digitale ma caldo) dal Signore Jackson degli anelli. Film spettacolo di tre ore con momenti intensi e belli, in tre capitoli: il primo conradiano, di mare verso il cuore di tenebra; il secondo da Lévi-Strauss ma con troppi selvaggi e mostri preistorici (fuga e lotta divertenti); poi il ritorno a casa e finale sull'Empire. Dentro al remake ci sono forse gli incubi di oggi e un bravo attore, Jack Black, che mima Orson Welles. Scene cult: Naomi Watts che si esibisce, come un provino, per il bestione; e i due che pattinano al Central Park come Astaire-Charisse in Spettacolo di varietà." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 7 gennaio 2006)

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