Anno: 1975 Durata: 125 Origine: USA Colore: C
Genere:POLIZIESCO
Regia:Sam Peckinpah
Specifiche tecniche:CINESCOPE TECHNICOLOR (DE LUXE)
Tratto da:romanzo di Robert Rostand
Produzione:MARTIN BAUM E ARTHUR LEWIS PER EXETER ASSOCIATES
Distribuzione:UNITED ARTIST EUROPA INC 1976 - WARNER HOME VIDEO
James Caan | nel ruolo di | Mike Locken |
Robert Duvall | nel ruolo di | George Hansen |
Arthur Hill | nel ruolo di | Cap. Collis |
Bo Hopkins | nel ruolo di | Jerome Miller |
Mako | nel ruolo di | Yuen Chung |
Burt Young | nel ruolo di | Mac |
Gig Young | nel ruolo di | Lawrence Weyburn |
Tom Clancy (II) | nel ruolo di | O'Leary |
Tiana Alexandra | nel ruolo di | Tommie Tiana |
Kate Heflin | nel ruolo di | Amy |
Sondra Blake | nel ruolo di | Josephine |
Arthur Hiller | ||
Kate Helfin | ||
Tiana |
La società privata COMTEG, diretta da Lawrence Weyburn, si occupa della protezione di enti e persone in base a ordini che spesso provengono direttamente dalla C.I.A. Ottimi agenti, e grandi amici, sono Mike e George. Un giorno, però, per oscuri maneggi, George uccide un personaggio e ferisce gravemente Mike che passa un lungo periodo in ospedale e poi presso l'infermiera Amy. Nonostante sia rimasto con un braccio e una gamba dai movimenti limitati, Mike viene recuperato per proteggere da George un politico orientale, Yon Chang. Messosi in azione con l'appoggio del meccanico Mac e del killer Miller, lo zoppicante Mike non tarda ad accorgersi che è Collins, vice di Weyburn, a muovere George contro Chang, avendo alle sue spalle la C.I.A. ll doppiogiuoco della grossa organizzazione e il pasticcio che ne deriva, costringono Mike a un duro lavoro ma...
"Il film si collega in genere con quelli che denunciano gli intrallazzi internazionali della CIA e in particolare con Il giorno del Condor . Si tratta, tuttavia, di un collegamento prettamente commerciale: il lavoro, infatti, essendo molto intricato nella trama e troppo fumettisticamente avventuroso, offre della spettacolarità di puro mestiere e manca assolutamente di incisività dottrinale. (...) Sam Peckinpah è notoriamente un regista che, pur essendosi dedicato ai generi più disparati, non ha mai proposto altro tema di fondo che quello della violenza: la violenza si nasconde ovunque ed è una inesorabile spirale poiché non produce altro che violenza. Naturalmente, data la differenza delle vicende e delle ambientazioni, a tale tema è solito aggiungere altri subordinati, come nel caso di 'Killer Elite', sorta di feroce requisitoria contro la violenza istituzionalizzata da organizzazioni ufficiali, come la CIA, che, condotte dal loro stesso meccanismo, sono divenute macchine infernali, disumane, cieche, spietate, disponibili alla corruzione. Tuttavia, quasi a dimostrazione del detto popolare che 'chi scherza col fuoco, rimane scottato', il famoso regista non di rado ha dato l'impressione di essere a sua volta troppo coinvolto dalla violenza nel senso che volendola descrivere in maniera convincente, diviene in se stessa una comunicazione di ambiguo effetto. A nostro avviso, il caso più clamoroso è offerto da 'Voglio la testa di Garcia', un autentico tripudio di brutalità dal quale il messaggio pacifista emerge lampante ma privo di efficacia, contrastato com'è dai peggiori sentimenti ai quali lo spettatore è emotivamente indirizzato. Il film presente, viceversa, ci sembra più adatto per affrontare il tema della violenza (...) Si rimane perplessi, tuttavia, nel notare che la censura di Stato, che a 'Voglio la testa di Garcia' ha apposto il V.M. 14, a questo film ha dato il V.M. 18: a noi parrebbe più esatto il contrario." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 92, 1982)
Incasso in euro