IO E ZIO BUCK1989

SCHEDA FILM

IO E ZIO BUCK

Anno: 1989 Durata: 90 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:JOHN HUGHES & TOM JACOBSON

Distribuzione:UIP (1991) - CIC VIDEO

TRAMA

Costretti ad allontanarsi da Chicago, i coniugi Cindy e Bob Russell non hanno altra soluzione che far venire a casa loro Buck, fratello del capo famiglia, per accudire i tre figli: Maizy di sei anni, una bambina che ama la gente e possiede una percezione che va oltre la sua età: Miles di otto anni, un fanciullo ribelle sempre con i vestiti sciatti e le mani sporche; Tia, una ragazza quindicenne molto attiva ma con un carattere chiuso ed una personalità difficile. Il bizzarro "zio Buck", pingue e pigro scapolo impenitente, da moltissimi anni fidanzato con l'insoddisfatta Chanice Kobolowski, si trova, suo malgrado, non solo costretto a destreggiarsi con i numerosissimi elettrodomestici della modernissima cucina ma anche con i suoi insopportabili nipoti ed in particolare con Tia, in permanenza arrogante ed antipatica. Con un pò di fortuna e tanto amore, Buck riuscirà a sorprendere tutti, persino sé stesso, risolvendo, con la sua ingegnosa abilità, le faccende di casa. Ritornati Cindy e Bob, lo "zio Buck" va via: i tre nipoti lo ricorderanno con ammirazione ed affetto.

CRITICA

Fotogenico, screanzato come un John Belushi piccolo borghese, va fortissimo John Candy, zio Buck che indossa l'adipe con grazia degna di Oliver Hardy. (Fabio Bo, Il Messaggero) Gli ingredienti sufficienti per fare di "Io e zio Buck" un grande successo c'erano tutti, ma, evidentemente, non sono stati sufficienti. La verve di John Hughes, sceneggiatore e produttore di talento si è arenata stavolta nella regia annaspante e noiosa. Il montaggio è lento e disordinato, il doppiaggio è poco curato. (Gabriella Giannice, Il Giornale) Tra una gag e una situazione che mette alla berlina la vita americana, il film non annoia né gli adulti né i piccini. La commedia soffre nella versione italiana di un doppiaggio trascurato che, comunque, non riesce a sminuire la simpatia dello zio, che insegna a fare e a pensare a chi è più piccolo di lui per imparare forse a crescere in prima persona. (Giovanni Grassi, Il Corriere della sera) Peccato che questo esile campionario di situazioni tipo, adatto a un pubblico di adolescenti, sia infiorato come in un vezzo grazioso e divertente da giochi di parole e battute che, esprimendo chiaramente il concetto, invitano ad evitare il turpiloquio. (Mirella Poggialini, L'Avvenire)

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