SCHEDA FILM

INSALATA RUSSA

Anno: 1993 Durata: 87 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:COMMEDIA, FANTASY

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE

Tratto da:-

Produzione:GUY SELIGMANN, LAVRANTI AIMRACHVILLI

Distribuzione:MIKADO FILM (1994) - CECCHI GORI HOME VIDEO

TRAMA

A Pietroburgo, Kolia Tchijov, insegnante di educazione musicale, ottenuta finalmente una stanza presso i Gorokhov (marito, moglie, suoceri e figlia appassionati di musica) scopre, grazie al gatto della vecchia Maria Olegovna, defunta affittuaria della stanza, che la finestra di quest'ultima si affaccia sui tetti di Parigi. La vecchia signora, che non è morta ma si è trasferita nella capitale francese, avverte che ciò accade ogni vent'anni, per cui Kolia, i Gorokhov e umanità varia trasbordano sulla Senna accaparrando beni di consumo, suonando nelle piazze, ed infastidendo non poco l'imbalsamatrice Nicole, che abitando in una mansarda a due passi, vorrebbe farli arrestare tutti, e per liberarsene sega loro la scala antincendio che continuamente utilizzano; quanto a loro, si vendicano passando per il suo appartamento. Frattanto tre amici di Gorokhov vagano in taxi per Parigi senza ritrovare più la strada, e devono appoggiarsi ai comunisti locali per sopravvivere, mentre Nicole, inseguendo gli sgraditi ospiti, finisce a Pietrosburgo, e quindi, dopo disavventure varie, in galera: è Kolia a trarla d'impaccio facendola passare per Edith Piaf. Il dinamico professore, cacciato di scuola per comportamento indegno e reintegrato a furor di scolaresca, promette una gita speciale, e porta la classe per Parigi, che i ragazzi non vorrebbero più lasciare. Kolia, critico presso gli aspetti più biechi del consumismo capitalista, con una bella predica convince la scolaresca a tornare per costruire la nuova Russia: con l'aiuto di Nicole salgono su un aereo, travestiti da banda folcloristica, e lo dirottano verso la madre patria. Qui giunti, i movimenti del gatto della vecchia Olegovna insospettiscono Kolia e i suoi compagni che cominciano a scavare un buco in un immenso muro, sperando in un nuovo passaggio per Parigi.

CRITICA

"Qua e là, se si vuole, da un punto di vista narrativo, c'è un certo disordine, i ritmi di quei continui passaggi attraverso l'armadio con la conseguente colorita descrizione di due città e di due modi di vita di segno tanto opposto tendono un po' troppo all'esagitazione ed al frenetico, con il rischio di far perdere il senso del racconto, con i suoi significati anche profondi, ma il film, nel suo complesso, è gradevole e caldo e non è difficile aderirvi. Tra le pagine più vivide, quel ritorno cantato e ballato in Russia pilotato dal musicista che si trascina dietro i suoi connazionali recalcitranti, suonando il flauto: come il pifferaio di Hamelin. Lo interpreta Serguei Dontsov, finora del tutto sconosciuto, ma con una faccia da clown triste che si ricorderà." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 5 ottobre 1994) "L'intento satirico è evidente, e il pubblico russo ha bevuto fino all'ultima goccia questa godibile metafora dell'attrazione/repulsione che unisce Est e Ovest. La piroetta finale dei ragazzi rimpatriati perché troppo disposti a occidentalizzarsi sarà magari didattica o edificante. Ma col suo sguardo così diverso 'Insalata russa' regala molti momenti straordinari. Come la danza disarticolata dei ragazzi al suono del piffero del professore, così diversa dalle coreografie alla 'Saranno Famosi' che eseguono a Parigi. O quella scena comica e terribile insieme che vede un ubriaco distruggere con rabbioso puntiglio una cabina telefonica di San Pietroburgo. Mamin, 46 anni, radici teatrali, dice che la cosa più importante delle commedie è la serietà. Sara per questo che vedendo Insalata russa si ride e si piange insieme." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 9 ottobre 1994) "Alla brillante trovata iniziale Insalata russa non riesce a far seguire una narrazione altrettanto sorprendente, ma resta un film svariante e allegrotto, bonariamente pacifista nel cercare un canale di comunicazione fra Oriente e Occidente: a questo allude la bella immagine finale in cui Nikolai e i suoi amici si sforzano di praticare un buco in un muro altissimo, come testimonianza dell'utopia che non demorde. Attori tutti vispi e infaticabili, da Dontsov, un fantasista di cordiale comunicativa, alla sua 'spalla' Mikhailov e alla francesina Soral." (Tullio Kezich, 'Il Corriere della Sera', 10 ottobre 1994)

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