INNAMORATI CRONICI1997

SCHEDA FILM

INNAMORATI CRONICI

Anno: 1997 Durata: 100 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI

Tratto da:-

Produzione:JEFFREY SILVER & BOBBY NEWMYER PER LA OUTLAW PRODUCTION IN ASSOCIAZIONE CON MIRAMAX FILM

Distribuzione:WARNER BROS ITALIA - WARNER HOME VIDEO (GLI SCUDI) - DVD: WARNER HOME VIDEO

TRAMA

In una tranquilla cittadina americana, Sam fa l'astronomo ed è innamoratissimo di Linda fin dai tempi dell'infanzia. Quando lei, all'improvviso, lo lascia per andare a New York con un altro, Sam crede di impazzire e decide di recarsi a sua volta in città per cercarla. Raggiunto l'indirizzo, trova sistemazione in una vecchia casa disabitata proprio di fronte, da dove può osservare tutte le mosse della coppia. Una sera in quell'appartamento pericolante entra Maggie, una fotografa decisa e aggressiva. Passato il primo momento di sorpresa, Maggie rivela di essere lì, perchè spinta dalla voglia di vendicarsi del suo fidanzato, il francese Anton, che l'ha lasciata per andare a vivere con Linda. A poco a poco Maggie convince Sam che l'unico modo per sperare di riconquistare Linda è quello di umiliare Anton. Così i due cominciano a tramare piani diabolici, contrassegnati da una lunga serie di equivoci, senza accorgersi che l'alleanza tra loro si sta trasformando in qualcosa di più serio. Si innamorano, ma non vogliono ammetterlo, se non dopo essere passati attraverso altre incredibili disavventure.

CRITICA

"I copione del film girava per gli studi di Hollywood dal 1989. In tanti anni non è particolarmente invecchiato ma ha assunto qualcosa di stanco, di poco brillante, e forse Meg Ryan non è più abbastanza giovane da fare l'eterna birichina: però ogni tanto ci si diverte. E Griffin Dunne, che sinora aveva diretto soltanto un documentario ammirato e premiato, 'The Duke of Groove', oltre a produrre diversi film compreso 'Promesse, promesse' di John Sayles e il bellissimo 'Vivere in fuga', come regista debuttante se la cava con molta scioltezza." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 8 settembre 1997) "Broderick è un commediante, con la taglia del sorriso e il dono della simpatia, Meg Ryan torna al genere di Harry ti presento Sally e Insonnia d'amore dopo exploit bellici poco fortunati: insieme rivitalizzano un copione che, pur partendo da un ottimo spunto, va poi a corrente alternata per colpa della sceneggiatura di Robert Gordon. Ma, per fortuna, il film, furbetto e molto musicato, cresce nel secondo tempo, quando l'affare si complica e i due piccioncini traditi mettono in atto tutta la cattiveria e il cinismo che nascono sulle rovine dell'amore e sulla continuità della passione, come in una scuola di sadomasochismo a quattro, la trovata più gustosa del film. Che è diretto da Griffin Dunne, l'attore che in Fuori Orario di Scorsese si perdeva nella notte di New York, la metropoli che gioca anche qui un fondamentale ruolo psicomotorio." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 settembre 1997) "Ben tornata, commedia sofisticata: fra tanti orrori, bombe e dinosauri, è un piacere risentire gente che parla, possibilmente con i congiuntivi, e magari anche tentando qualche colpo di humour. (...) Broderick è un commediante, con la taglia del sorriso e il dono della simpatia, Meg Ryan torna al genere di 'Harry ti presento Sally' e 'Insonnia d'amore' dopo exploit bellici poco fortunati: insieme rivitalizzano un copione che, pur partendo da un ottimo spunto, va poi a corrente alternata per colpa della sceneggiatura di Robert Gordon. Ma, per fortuna, il film, furbetto e molto musicato, cresce nel secondo tempo, quando l'affare si complica e i due piccioncini traditi mettono in atto tutta la cattiveria e il cinismo che nascono sulle rovine dell'amore e sulla continuità della passione, come in una scuola di sadomasochismo a quattro, la trovata più gustosa del film.". (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 8 settembre 1997) "Non bastano una blanda riflessione sul voyeurismo (la coppia di traditi passa il suo tempo a spiare quella dei traditori) e qualche divertente idea di controstrategia amorosa a riscattare un copione che scivola quasi subito verso il più prevedibile dei lieti fini, perdendo così per strada tutte le suggestioni dark dell'inizio e stemperando nella più scontata delle riconciliazioni (tutti chiedono scusa a tutti) quel po' di cattiveria innestata dalla gelosia e dai tradimenti". (Paolo Mereghetti, 'Sette', 18 settembre 1997)

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