Infelici e contenti1992

SCHEDA FILM

Infelici e contenti

Anno: 1992 Durata: 101 Origine: ITALIA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:MARIO E VITTORIO CECCHI GORI PER PENTA FILM , RAFFAELLO SARAGO' PER ALTO VERBANO

Distribuzione:PENTA DISTRIBUZIONE - PENTAVIDEO (PEPITE)

TRAMA

Aldo, un bancario campione di pallanuoto in seguito ad un incidente d'auto è costretto a vivere su di una carrozzella. La moglie, Alessandra, che da un paio d'anni non riesce a prendersi qualche giorno di ferie, proprio per le benevole insistenze del marito decide di concedersi una settimana il ferragosto di quel terzo anno. Mediante un accordo telefonico, gli prenota una camera in una casa di cura per disabili. Sennonché, all'arrivo, la camera risulta ancora occupata da un cieco, Vittorio, che dovrebbe partire l'indomani. Aldo accetta di condividere per una notte la stanza con lo sconosciuto, ma Vittorio è tutt'altro che deciso a lasciare l'ambiente dove furbescamente riesce a svolgere qualche attività redditizia, imbrogliando gli ingenui con disinvoltura. Per sfuggire alle indagini dei suoi traffici poco chiari, riesce a coinvolgere Aldo in un suo progetto avventuroso, approfittando della propensione di questi a fidarsi da sempliciotto. I due decidono di recarsi a Sanremo chiedendo un passaggio in automobile a due disinibite ragazze in cambio del pieno di benzina, ma vengono derubati dalle due spregiudicate donzelle, che spariscono prontamente. Ad Aldo non resta che chiedere ospitalità a una sorella che ha affittato un ambiente non molto lontano per trascorrervi le vacanze con la numerosa famiglia mentre Vittorio viene trattenuto in Commissariato per non si sa quali accertamenti. Tornato libero Vittorio cerca di approfittare della sorella di Aldo: cacciati da quella famiglia, pervengono in qualche modo a Sanremo e cercano la fortuna al Casinò, dove incontrano Petrilli, il facoltoso individuo che ha causato l'incidente di cui è stato vittima Aldo. Vedendo in difficoltà l'infelice, gli presta generosamente un milione che i due puntano al gioco, ricavando una discreta fortuna. Quando Aldo raggiunge le villa del Petrilli per restituirgli il milione, Vittorio scopre che il distinto signore è l'amante della moglie dell'amico, la quale all'insaputa di Aldo gli confida la propria incapacità ad adattarsi al marito disabile. Poi Aldo e Vittorio fanno ritorno alla casa di cura, dove Alessandra dovrebbe venire a riprendersi il marito. Quando tutto fa pensare che lo abbia definitivamente abbandonato la donna ricompare: anche il facoltoso Petrilli ha subito un incidente.

CRITICA

"Messo insieme rozzamente mal recitato da un insopportabile Renato Pozzetto, un finto tonto completamente improbabile, e da uno scanzonato Ezio Greggio, un finto cieco senza scrupoli, il film è infarcito di situazioni grossolane e di scurrilità che lo rendono avvilente e completamente sgradevole. Partito da uno spunto di apparente denuncia la tendenza purtroppo diffusa tra i vacanzieri all'italiana di abbandonare cani, anziani e disabili per farsi a tutti i costi le ferie degrada a livelli abietti, senza un minimo di riguardo per chi soffre per gravi menomazioni, anzi, scherzando pesantemente sui limiti e le disgrazie altrui e insudiciando con espressioni allusive e gesti da erotomane fin le persone che si dedicano alla loro assistenza." ('Segnalazioni Cinematografiche') "Una commedia forse non facile in certi effetti e non sorretta da molta inventiva nelle trovate e nelle gags (anche se i dialoghi, spesso, sono pungenti), ma attraversata qua e là da notazioni lontane, per quel che riguarda le infermità fisiche, dal patetico, e per quel che riguarda l'umorismo, dai rischi della farsa troppo scoperta." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 24 ottobre 2001) "Il tutto sotto il segno della comicità lessa e 'battutara', orchestrata da una regia indolore che ammicca senza leggerezza a 'Il sorpasso' e alla coppia Gene Wilder/Richard Pryor di 'Non guardarmi, non ti sento', passando per le campagne di sensibilizzazione Pubblicità & Progresso." (Stefano Martina, 'Il Messaggero', 28 ottobre 2001)

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