Anno: 1997 Durata: 103 Origine: OLANDA Colore: C
Genere:GROTTESCO
Regia:-
Specifiche tecniche:PANORAMICA A COLORI
Tratto da:-
Produzione:GRANIET FILM
Distribuzione:ISTITUTO LUCE - VIDEO CLUB LUCE
Cremer, disegnatore in una grande ditta di tessuti per abbigliamento, poichè i suoi lavori vengono giudicati troppo estrosi dal direttore Loohman, realizza un motivo a foglie su fondo blu: con quel disegno il reparto confezioni della ditta ricava una serie di abiti estivi femminili per tutte le taglie. La prima ad indossare uno di queli modelli è Stella, una casalinga, che subito viene presa da strane frenesie. In seguito, per un banale incidente, costei macchiando il vestito è costretta a lavarlo. Steso ad asciugare, per un colpo di vento l'abito vola via. La nuova proprietaria di quell'abito portato dal vento è Johanna. Herman, il "suo ragazzo", colpito dal motivo a foglie blu, lo traspone nel dipinto cui sta lavorando. Quando Johanna lo indossa, scatena inspiegabili voglie nelle persone che incontra: prima in De Smet, un controllore ferroviario; poi in un conducente d'autobus. Johanna per sottrarsi alle molestie originate da quell'abito decide di donarlo a una raccolta d'indumenti usati per i poveri. Ridotto ad una misura più giovanile, viene indossato dall'adolescente Chantal, che incontra a sua volta il controllore e diventa oggetto di analoghe molestie. Pertanto lo mette in una borsa, decisa a disfarsene. Ma la borsa le viene rubata nel parco da una vecchia barbona, Marie. E' la fine dell'estate e, col sopraggiungere del freddo, quell'abito diventa un riparo insufficiente per costei che, inutilmente soccorsa da Van Tilt, ex socio della ditta di Loohman - anche lui in miseria - muore assiderata e viene cremata con quell'indumento addosso. Successivamente il controllore De Smet, va in visita a una mostra d'arte, in cui è esposto, fra gli altri, il quadro di Herman, in cui è presente il motivo dell'abito a foglie blu. Costui, invasato taglia un pezzo della tela.
Ma c'è soprattutto un vasto campionario di uomini più o meno frustrati, pervertiti, impotenti, depressi, rabbiosi, che porta a tratti Il vestito verso il "pulp fiction" raggelato e fiammingo, anche se il mondo di Alex Van Warmerdam è grottesco-realistico, non pop, e di episodio in episodio, sotto il divertimento, affiorano sempre più decise la solitudine, la morte, la follia. Qua e là si affaccia un sospetto di arbitrio, ma è un attimo, subito Il vestito riprende il suo cammino (niente flashback, si va dritti verso il Nulla). Forse è per questo che, almeno in Italia, il campioncino di stoffa distribuito alla stampa a fine proiezione finisce regolarmente e rapidamente nel cestino. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 19/2/97) Non tutto funziona - per certe pause insistite o, di converso, per certi passaggi troppo rapidi e un po' gratuiti da un episodio all'altro -, nel suo insieme, per, il film ha una sua intensità drammatica che, pur volutamente senza calore, non fatica a destare una certa attenzione. Non di tutto il pubblico, ovviamente, almeno però di quei cinefili che seguono da tempo le avventure del cinema olandese. (Il Tempo, Gian Luigi Rondi, 20/2/97)
Incasso in euro