Il ventre dell'architetto1987

SCHEDA FILM

Il ventre dell'architetto

Anno: 1987 Durata: 118 Origine: GRAN BRETAGNA Colore: C

Genere:DRAMMATICO

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM

Tratto da:-

Produzione:FILM FOUR INTERNATIONAL, BRITISH SCREEN, CALLENDER COMPANY PRODUCTION, MONDIAL LTD (LONDON), TANGRAM FILM (ROMA) IN COLLABORAZIONE CON HEMDALE E SACIS.

Distribuzione:FILM FOUR INTERNATIONAL, CHANNEL FOUR - ACADEMY (1988)

TRAMA

Un architetto americano cinquantenne, Stourley Kracklite, più teorico che realizzatore, viene a Roma, accompagnato dalla giovane moglie Louisa per allestire la mostra celebrativa di "Etienne-Louis Boullée, uno degli architetti utopisti dell'illuminismo francese del '700, verso il quale nutre un'enorme ammirazione. Tra le persone che lo aiuteranno nel lavoro c'è Casparian Speckler, un bel giovane, pure lui architetto, ma di scarso talento. Mentre i preparativi hanno inizio e l'entusiasmo di Kracklite è grande, questi incomincia a soffrire di forti dolori al ventre. Nel frattempo, Roma, così ricca di architetture splendide, lo ha affascinato profondamente: egli, come il suo maestro Boullée, predilige le forme sferiche, in particolare le cupole; nell'Urbe, quindi, ha di che esaltarsi. Fra l'altro, sembra che l'artista francese si fosse ispirato alla cupola del Pantheon per il monumento funebre a Isacco Newton. Ma l'architetto americano trova interessante anche il Vittoriano (tanto vituperato dai romani), anzi è proprio nel suo interno che la famosa mostra viene allestita, con i sorprendenti disegni in cui Boullée eccelleva, e i plastici delle poche opere che era riuscito a realizzare. Aggravatisi i sintomi del suo male, i medici, dopo molti esami, danno un responso terribile: cancro all'intestino, con pochi mesi di vita. Quando Louisa gli comunica di essere finalmente in attesa di un figlio, concepito evidentemente al loro arrivo in Italia, Kracklite prova una grande gioia, ma sempre turbato dalle sofferenze e dal lavoro assillante, non riesce a stare abbastanza vicino alla moglie. Egli è continuamente ossessionato dall'aspetto del suo grosso ventre (una vera piccola cupola) e dall'orribile "mostro" che contiene. Comincia a circondarsi in modo maniacale di un numero spropositato di fotocopie riproducenti ventri di statue famose, alle quali, col tempo, si aggiungeranno anche immagini di Louisa incinta. Poi, come egli temeva accadesse, Louisa diventa l'amante di Casparian, che l'ha corteggiata con insistenza, approfittando della trascuratezza del marito. Pian piano il giovane riesce ad estromettere Kracklite dalla direzione della mostra, con la scusa del grave stato di salute di lui e gli toglie la moglie, che va a vivere a casa sua poco prima del parto. Disperato, solo, torturato dagli spasimi continui, Kracklite non ha altro conforto che quello di sfogarsi delle sue pene nelle inutili lettere che scrive al suo Boullée (morto nel 1799). Il malato vive ormai fuori della realtà, si ubriaca e fa scenate in pubblico. Il giorno dell'apertura della mostra gli organizzatori vorrebbero che, per evitare scandali, la inaugurasse, ma, poichè non si presenta, è sua moglie che deve sostituirlo. Subito dopo aver fatto questo, Louisa cade in terra in preda alle doglie, e, rapidamente, in quello strano luogo, dà alla luce il figlio. Nel medesimo istante, dall'alto del Vittoriano, Kracklite si getta nel vuoto, uccidendosi.

CRITICA

"Raffinata opera di Peter Greenaway che riesce a creare intorno al personaggio dell'architetto un alone di affascinante ambiguità. La fotografia propone immagini di Roma mai viste sullo schermo". ("Teletutto"). "Quarto film di Greenaway, cineasta anomalo e sperimentale: il più semplice e sanguigno. Una Roma come non s'era mai vista al cinema e un protagonista truculento alla Welles. Una certa artificiosità riscattata dal sarcasmo". (Laura e Morando Morandini, "Telesette".) " Greenaway procede imperterrito sulla strada del grottesco ossessivo, il suo cinema non concede alternative: o lo si ama o lo si detesta. Eccessivo, maniacale, scenografico, fisico fino alla sgradevolezza: sarà un genio oppure no? Una Roma così, comunque al cinema non si era mai vista". (Francesco Mininni, "Magazine Italiano tv").

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