Il Vangelo secondo Matteo1964

SCHEDA FILM

Il Vangelo secondo Matteo

Anno: 1964 Durata: 142 Origine: FRANCIA Colore: B/N

Genere:DRAMMATICO

Regia:Pier Paolo Pasolini

Specifiche tecniche:ARRIFLEX, 35 MM (1:1.66)

Tratto da:vangelo di Matteo

Produzione:ALFREDO BINI PER ARCO FILM, COMPAGNIE CINEMATOGRAPHIQUE DE FRANCE

Distribuzione:TITANUS - MONDADORI VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, DE AGOSTINI, L'UNITA' VIDEO (IL GRANDE CINEMA) - LASERDISC: PIONEER ELECTRONICS

ATTORI

Enrique Irazoqui nel ruolo di Cristo
Margherita Caruso nel ruolo di Maria giovane
Susanna Pasolini nel ruolo di Maria vecchia
Marcello Morante nel ruolo di Giuseppe
Mario Socrate nel ruolo di Giovanni Battista
Settimio Di Porto nel ruolo di Pietro
Otello Sestili nel ruolo di Giuda Iscariota
Ferruccio Nuzzo nel ruolo di Matteo
Giacomo Morante nel ruolo di Giovanni Apostolo
Alfonso Gatto nel ruolo di Andrea
Enzo Siciliano nel ruolo di Simone
Giorgio Agamben nel ruolo di Filippo
Guido Cerretani nel ruolo di Bartolomeo
Luigi Barbini nel ruolo di Giacomo di Alfeo
Marcello Galdini nel ruolo di Giacomo di Zebedeo
Elio Spaziani nel ruolo di Taddeo
Rosario Migale nel ruolo di Tommaso
Rodolfo Wilcock nel ruolo di Caifa
Alessandro Tasca nel ruolo di Ponzio Pilato
Amerigo Bevilacqua nel ruolo di Erode il Grande
Francesco Leonetti nel ruolo di Erode Antipa
Franca Cupane nel ruolo di Eroidiade
Paola Tedesco nel ruolo di Salomè
Rossana Di Rocco nel ruolo di L'angelo del Signore
Eliseo Boschi nel ruolo di Giuseppe d'Arimatea
Natalia Ginzburg nel ruolo di Maria di Betania
Renato Terra Caizzi nel ruolo di Un fariseo
Ninetto Davoli nel ruolo di Un pastorello
Enrico Maria Salerno nel ruolo di (voce di Gesù Cristo)
 
 

SCENEGGIATORE

Pasolini, Pier Paolo
 

MONTAGGIO

Baragli, Nino
 

COSTUMISTA

Donati, Danilo
 

TRAMA

Seguendo fedelmente il Vangelo di S. Matteo, il film narra la vita di Gesù Cristo dall'Annunciazione alla Vergine Maria al matrimonio di Lei con Giuseppe, dalla nascita di Gesù alla strage degli Innocenti. Divenuto adulto, Gesù, nel deserto, affronta le tentazioni e dopo 40 giorni percorre la Palestina per predicare la Buona Novella, seguito dagli Apostoli. La Sua presenza fra gli uomini è segnata dai miracoli, dal Sermone della Montagna, dal tradimento di Giuda Iscariota, fino al momento in cui, processato da Pilato, viene condannato alla crocefissione. La Resurrezione conclude la vita terrena del Redentore.

CRITICA

"Evitando rigorosamente i pericoli e i veleni dell'estetismo (...) ripropone così un Cristo radicato nella terra e nel paesaggio, circoscritto dalla dolente coralità della folla (...). Il suo è soprattutto un Cristo del processo implacabile e strenuo alla razza di vipere (...) che esplode nelle grandi sequenze della collera (...) e ritorna nel grido di protesta e di ribellione del Crocefisso, che si stacca sull'atroce indifferenza della città, murata nella luce dell'alba". (A. Ferrero, "Cinema Nuovo" n. 171, settembre 1964) "Come cura omeopatica e contraltare alla violenza di Gibson, torna in sala il capolavoro spirituale del laico Pasolini restaurato da Mediaset, riportando a gran splendore pittorico la fotografia di Delli Colli e il décor magnifico di Donati con i riferimenti alla pittura del '400. Anche qui gli immobili, proletari sassi di Matera e i volti eterni della povera gente a far da sfondo geo-sociale al Vangelo più antico, prezioso ed epico, quello di Matteo e non di 'Braveheart'. (...) L'autore sceglie la rivoluzionaria, eterna bellezza delle parole del Vangelo, chiamando come complici amici, parenti e intellettuali e offrendo, preveggente autobiografia, all'amata madre il ruolo della sofferente Madonna. Questo Vangelo è figlio di un'epoca, dedicato alla lieta memoria di Giovanni XXIII, contro cui gioca l'integralista film americano. Stupisce ancora la semplice violenza del messaggio, la religione passata al vaglio marxista che non perde fiducia negli uomini. Pasolini porta in dote la profondità interiore cui arriva la cinepresa se materialmente in mano a un poeta che tramanda voglia di pace e di spada, proprio secondo Matteo, nel ricordo, era il '63, di quella crocefissione laica e dolorosa della sua magnifica e religiosissima 'Ricotta'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 10 aprile 2004)

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