SCHEDA FILM

Il sosia

Anno: 1994 Durata: 87 Origine: FRANCIA Colore: C

Genere:GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:PANORAMICA - FUJICOLOR

Tratto da:un'idea originale di Bertrand Blier

Produzione:GAUMONT, TF1 FILMS PRODUCTIONS

Distribuzione:FILMAURO (1995) - BMG VIDEO

TRAMA

Il regista Michel Blanc è veramente sottosopra per lo stress: la polizia irrompe in casa accusandolo di non aver pagato un tassista; al festival di Cannes è arrivato senza prenotazione e, dopo essersi installato nella suite dell'attore Depardieu, tenta di sedurre Mathilda May e Charlotte Gainsbourg e poi appare in sordidi locali hard. Sembra dotato di una mostruosa bilocazione e di un carattere assolutamente schizofrenico: viene così arrestato per violenza ai danni di Josiane Balasko. Liberato per ritiro della denuncia, va in campagna dall'amica Carole Bouquet per riposarsi e scrivere ma non riesce in nessuna delle due cose. Finché un giornale involontariamente riesce a svelare l'arcano: ci deve essere un sosia che sfrutta il suo nome. Carole e Michel vanno a smascherarlo: il sosia fugge, ma lascia una traccia: la sua agenda. Così scoprono il paese dove vive ed il suo nome: si chiama Patrick Olivier. La madre di questi li ospita; poi l'anziana maestra del luogo vuole che visitino il figlio paralizzato, che alla vista di Carole Bouquet si alza e cammina. Al ritorno Michel litiga con Carole e scende dall'automobile. Poco dopo la donna accoglie a bordo Patrick e dopo averlo braccato, catturato e minacciato, lo lascia andare. Successivamente i due uomini s'incontrano: Patrick propone a Michel di riposarsi. Lui farà pubblicità e film di cassetta, Blanc la parte creativa: lo convince ad una vacanza, ma quando torna, Olivier gli ha preso il posto. Ora è lui ad essere scambiato per Patrick, ma la gente stranamente abbocca più alla menzogna: una barista non lo riconosce nemmeno. Per screditare l'odiato usurpatore Michel rapina una gioielleria, ma Carole aiuta la polizia ad arrestarlo e in galera subisce anche la violenza dei compagni di cella. Uscito dal carcere Blanc cerca un lavoro ma nemmeno come sosia di se stesso ha successo. Poi incontra Philippe Noiret che durante un picnic in barca gli confida di essere stato anche lui soppiantato da un sosia. Stremati, i due accettano di lavorare come comparse in un film di Roman Polansky.

CRITICA

"Ad irritare è il modo spocchioso, tutto strizzatine d'occhi, con cui Blanc lo dirige, coinvolgendo nel disastro altri bravi attori che si prestano alla farsa. Il centenario ha dato alla testa ai francesi: tra "Il sosia" e il film su Monsieur Cinéma di Agnès Varda, si toccano vette di puro delirio. Speriamo che questo '95 passi in fretta..." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 14 maggio 1995) "Si vede gente di cinema, Roman Polanski, Philippe Noiret, Charlotte Gainsbourg, Mathilda May, altri. ?? infatti nell'ambiente ideale d'ogni ambiguità tra realtà e rappresentazione, il mondo dello spettacolo, che viene collocata una classica farsa di sosia, con l'ambizione di riflettere sulle nevrosi della celebrità, sul gap esistente tra una persona famosa e la sua immagine pubblica. La commedia però è velleitaria, autoindulgente poco riuscita: forse perché Michel Blanc, come i comici italiani, s'è promosso cineasta globale (il film è scritto, dialogato, diretto e interpretato da lui), o forse perché ha scelto come protagonista se stesso." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 14 maggio 1959) "Un film sul cinema con tanto di cosiddette star che interpretano se stesse non è una novità. Qui però non si conduce una critica sul mondo del cinema, come per esempio faceva Altman in 'I Protagonisti'; se mai, attraverso una storiella che è poco più di una barzelletta, si enfatizzano le situazioni e i personaggi, presentando i divi come fossero veri dèi dell'Olimpo." (Franco Colombo, 'L'Eco di Bergamo', 17 maggio 1995) "Scritto, diretto e interpretato da un inarrestabile Michel Blanc, "Il sosia" nasce da un idea di Bertrand Blier. L'apparenza (chi è il vero Blanc) e l'ottusa fascinazione che subisce il pubblico davanti alle star (non importa chi è il vero Blanc, basta che ci sia un Blanc) compongono un esilarante teatrino della vanità. Il pubblico italiano deve lavorare un po' d'immaginazione: non tutti i divi francesi sono famosi in Italia." (Silvio Danese, 'Il Giorno', 17 maggio 1995)

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