SCHEDA FILM

Il Papa di Greenwich Village

Anno: 1984 Durata: 110 Origine: USA Colore: C

Genere:COMMEDIA

Regia:-

Specifiche tecniche:35 MM, PANAFLEX, METROCOLOR

Tratto da:romanzo di Vincent Patrick

Produzione:GENE KIRKWOOD, HAWK KOCH PER UNITED ARTISTS

Distribuzione:UIP

TRAMA

A New York, in un angolo di "Little Italy", Charlie Moran - cassiere senza scrupoli di un grosso bar - perde l'impiego per l'ennesima volta e lo attribuisce, per scagionarsi, ai furtarelli incauti del cugino Paulie, che è appena riuscito a far assumere come cameriere nello stesso locale. Squattrinato e depresso per l'abbandono della moglie, e nell'intento di non perdere anche Diane, la graziosa convivente istruttrice di ginnastica aerobica, accetta l'estroso progetto di Paulie di scassinare una cassaforte con l'aiuto...professionale di un orologiaio irlandese. Il colpo sta per riuscire, ma sopraggiunge sul posto un poliziotto. Fatti sparire gli arnesi dello scasso, i tre si appiattano col fiato sospeso. Attoniti, devono constatare che il solitario poliziotto conosce la combinazione della cassaforte e - dopo un attimo di incertezza nel notare segni di effrazione - l'apre con estrema facilità. Visto che il bottino è promettente, i tre balzano fuori e si liberano del poliziotto facendolo precipitare dalla finestra. Per far perdere le tracce, l'orologiaio - dopo essersi assicurato la propria parte - fugge in Irlanda, mentre i due mafiosi di piccolo calibro rimangono squattrinati come prima, Charlie per l'intraprendenza di Diane, e Paulie a causa della propria sprovveduta impulsività.

CRITICA

"La prima cosa che emerge dal film è la difficoltà di lettura, a causa dell'impianto narrativoi, caotico, scucito e dispersivo. Rosenberg ha farcito il racconto di troppi ingredienti: un ambiente 'mafioso' sordido e spietato, che impone tangenti sul piccolo commercio, come sulle scommesse all'ippodromo e sulla polizia; un ambiente poliziesco debole e inetto, un'amicizia per certe notazioni ambigua, scaltrezza e patetismo, denuncia e convivenza, discriminazione e simpatia... E non ha saputo dominare la materia. Rimane infatti equidistante dal dramma e dalla commedia, col risultato di non far piangere né ridere e di conferire scarsa credibilità ai personaggi: il meno probabile è proprio il presunto 'papa', un piccolo capo mafia grassone e balordo. Dopo aver setacciato per mesi - come dichiara - il terreno della Little Italy newyorchese per prepararsi al ruolo pseudo-realilstico del suo (peraltro mancato) ritratto d'ambiente, Rosenberg avrebbe potuto darci qualcosa di meno ibrido, e non restare così a mezz'aria fra un messaggio sociale (più ostentato che credibile) e il 'divertissement a suspense' che rasenta in qualche momento la ciarlataneria. Il povero Mickey Rourke - fatto ingrassare 10 kg per trasformarsi nell'indolente e debole Charlie Moran - spreca nel film le sue smorfie di rimorso, ed Eric Roberts i suoi maliziosi sorrisi d'angolo, mentre Geraldine Page - che abbiamo visto in 'Interiors' di Woody Allen con ben altro peso - appare tutta sprecata, anche se riesce a rendere con intensità il breve flash di madre del poliziotto assassinato. Resta da vedere quanti italiani si riconoscono nei due sprovveduti e sdolcinati 'napoletani' a New York, e quanto irlandesi in Kenneth McMillan, orologiaio scassinatore." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 99, 1985)

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