SCHEDA FILM

IL PADRONE DI CASA

Anno: 1991 Durata: 89 Origine: USA Colore: C

Genere:GROTTESCO

Regia:-

Specifiche tecniche:NORMALE A COLORI

Tratto da:-

Produzione:CHARLES GORDON

Distribuzione:PENTA DISTRIBUZIONE (1992) - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)

TRAMA

Lou Kritski, un proprietario di immobili dal cuore spietato, ha fatto di tutto per instillare i suoi poco sani principi nel figlio Louie, al quale non solo lascerà tutti i suoi fabbricati alla sua morte, ma concede un grazioso anticipo donandogli un fatiscente palazzo in uno dei tanti ghetti abitati da neri e portoricani. Esattore implacabile ed incurante delle lamentele dei poveri inquilini, Louie - a seguito dell'intervento di Naomi Bensinger, un'avvenente ed incorruttibile avvocatessa che cura gli interessi degli affittuari e che tenta inutilmente di sedurre - è condannato da una giudice di colore al domicilio coatto proprio in uno dei più squallidi appartamenti della sua proprietà al fine di provvedere personalmente alle riparazioni più urgenti. Dopo aver subito lo smontaggio completo della lussuosa vettura ad opera di ignoti, una truffa sia al gioco delle tre carte sia in una partita truccata a pallacanestro ad opera di un furbo inquilino insolvente, Louie, alle prese col water e il riscaldamento che non funzionano e con grossi topi che lo visitano la notte, comincia a cedere e ad iniziare i lavori di ripristino, compresa la derattizzazione, ed a fraternizzare coi coinquilini, tra cui spicca Tito, un ragazzino di colore particolarmente intraprendente. Il padre, preoccupato per il comportamento umanitario del figlio, tenta di dissuaderlo in tutti i modi, minacciando anche di diseredarlo, ed arriva, esasperato, a pagare un individuo per dar fuoco al palazzo. Ma il figlio, ormai convinto che anche i poveri vadano trattati come propri simili, insorge e sventa l'attentato doloso, guadagnandosi l'affetto dei coinquilini, e, incredibilmente, anche la stima del padre.

CRITICA

Quello che guasta in questa favoletta tutta buoni propositi e con fine più che lieto e positivo è il linguaggio grossolano. E' un vezzo ormai tipico del cinema brillante, ed è un vero peccato perchè certo non mancano nel film episodi gustosi e situazioni di franca comicità, oltre alla tesi di fondo, talmente chiara ed evidente da non richiedere ulteriori sottolineature. Joe Pesci gigioneggia con una recitazione forse troppo frenetica, che cade sovente nella macchietta da avanspettacolo, mentre molto più misurato risulta il resto del cast, dal padre Vincent Gardenia, al sornione ma in fondo buon diavolo Marion (Ruben Blades) . Un pò stereotipata la partecipazione del giovane Kenny Blank nel ruolo di Tito, il ragazzino nero che fa breccia nel cuore indurito del protagonista. Linguaggi a parte, un film dai contenuti più che positivi. (Segnalazioni cinematografiche)

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Box office
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